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Balloon - Il vento della libertà (2018)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 16 set 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 6 ott 2024

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Balloon - Il vento della libertà

(Ballon) Germania/Francia/USA 2018 thriller biografico 2h5’


Regia: Michael Herbig

Sceneggiatura: Michael Herbig, Kit Hopkins, Thilo Röscheisen

Fotografia: Torsten Breuer

Montaggio: Alexander Dittner

Musiche: Marvin Miller, Ralf Wengenmayr

Scenografia: Bernd Lepel

Costumi: Lisy Christl


Friedrich Mücke: Peter Strelzyk

Karoline Schuch: Doris Strelzyk

David Kross: Günter Wetzel

Alicia von Rittberg: Petra Wetzel

Thomas Kretschmann: ten. col. Seidel

Jonas Holdenrieder: Frank Strelzyk

Tilman Döbler: Andreas Fitscher Strelzyk

Christian Näthe: cap. Heym

Till Patz: Peterchen Wetzel

Ben Teichmann: Andreas Wetzel

Ronald Kukulies: Erik Baumann

Emily Kusche: Klara Baumann


TRAMA: Estate 1979. Le famiglie Strelzyk e Wetzel vogliono fuggire dalla Germania dell'Est per trovare libertà a Ovest. Le due famiglie hanno elaborato un audace piano per cui, per riuscire nel loro intento, devono attraversare il confine di notte a bordo di una mongolfiera da loro realizzata.


Voto 6,5

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Di storie, soprattutto tragiche, di tentativi di fuga dalla Germania Est verso ovest, da parte di tantissimi cittadini, ne abbiamo sentite e lette davvero tante e le modalità con cui ci provavano, poverini, erano le più diverse e fantasiose. In ogni caso, tutte pericolose, anche perché una volta non riuscito si era arrestati se non proprio uccisi durante la fuga. Film, libri, ma raramente il cinema ha raccontato un fatto realmente avvenuto: una prima volta con una produzione americana e poi con questo film europeo. Storia vera di un modo azzardato e pericoloso ma molto inventivo, ma purtroppo molto artigianale.


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Durante l’estate 1979, le famiglie Strelzyk e Wetzel elaborarono un audace piano per cui, per riuscire nel loro intento, dovevano attraversare il confine di notte a bordo di una mongolfiera da loro realizzata; poco prima della partenza però Günter Wetzel ritenne il piano troppo avventato, abbandonando l'idea e lasciando la mongolfiera alla famiglia Strelzyk, che decise di partire. Quando le condizioni meteorologiche furono a loro favorevoli i componenti della famiglia si liberarono in volo, ma prima di giungere a destinazione, a meno di 200 metri dal confine, quando insomma l’operazione coraggiosa e spericolata si stava compiendo, la mongolfiera ebbe un incidente. Con grande rammarico e delusione, la famiglia ritornò a casa abbandonando l'aerostato nel bosco e si precipitò nel percorso inverso, cercando di non lasciare indizi che potessero ricondurli a loro. La Stasi trovò però le tracce della tentata fuga e iniziò immediatamente un'indagine, costringendo i mancati fuggitivi a una corsa contro il tempo.


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Nella prima parte il film si sviluppa con il racconto della fabbricazione della mongolfiera di fortuna, nella seconda diventa un vero thriller palpitante in cui gli Strelzyk e i Wetzel devono sfuggire ai controlli sempre più stringenti della polizia e nel frattempo i primi, non scoraggiati come l’altra famiglia, provano a scappare in ogni modo. La libertà è bellissima ed essenziale per tutti gli uomini ma a volte, per cercarla, ha bisogno di fortuna o almeno delle condizioni favorevoli. Come in questo caso era un vento propizio. Un vento di libertà. L’abbandono al progetto dei Wetzel non fu preso molto bene dagli altri, ma non si può pretendere, ovviamente, che la paura delle conseguenze non possa far cambiare idea. Mentre Peter Strelzyk non si arrese e ci riprovò.


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Dice il regista Michael Herbig: “All'epoca ero giovanissimo, ma ho comunque pensato: se Hollywood ha fatto un film con degli attori americani su una storia successa in Germania, dev'essere stato un avvenimento davvero emozionante e spettacolare. Moltissime persone hanno cercato di scappare dalla Germania Est. Si nascondevano nei bagagliai, scavavano tunnel, cercavano di dirottare gli aerei o di attraversare i fiumi a nuoto ma cucire un enorme pallone aerostatico, infilarsi in una navicella in balia del vento, tenuta su soltanto da qualche corda, e salire a un'altitudine di duecento metri è di un'audacia incredibile.


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Ciò che mi attirava era avvicinarmi il più possibile agli eventi reali e adattare il film alle abitudini degli spettatori di oggi”, ha spiegato il regista. “Così per il film, io e gli altri sceneggiatori Kit Hopkins e Thilo Röscheisen abbiamo contattato le famiglie Strelzyk e Wetzel. Peter e Doris Strelzyk erano tornati nella loro vecchia casa a Pößneck, in Turingia, pochi anni dopo la riunificazione della Germania; Günter e Petra Wetzel vivevano a Hof, nell'Alta Franconia. Per motivi che non mi riguardano, le due coppie avevano tagliato completamente i ponti tanti anni prima, ragion per cui non siamo riusciti a incontrarle insieme ma nessuna delle due ha parlato male dell'altra quando le abbiamo intervistate separatamente. Siamo stati a casa della famiglia Strelzyk e abbiamo visto la cantina in cui è stata cucita la mongolfiera.


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Buon film perché l’ambientazione degli anni’70 è ben ricostruita, aiutata dalla bella fotografia, il che dà il giusto tocco di quei tempi.



 
 
 

Commenti


Il Cinema secondo me,

michemar

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