Blue Kids (2017)
- michemar

- 23 set 2024
- Tempo di lettura: 3 min

Blue Kids
Italia 2017 dramma 1h15’
Regia: Andrea Tagliaferri
Sceneggiatura: Andrea Tagliaferri, Pier Paolo Piciarelli
Fotografia: Sara Purgatorio
Montaggio: Simone Manetti
Musiche: Leonardo Milani
Scenografia: Mauro Vanzati
Costumi: Mauro Vanzati
Fabrizio Falco: Gianmaria
Agnese Claisse: Claire
Matilde Gioli: V
Giustiniano Alpi: complice
Lorenzo Gioielli: padre
Silvana Bosi: nonna
Beatrice Cevolani: compagna del padre
Irene Splendorini: escort
TRAMA: Un fratello e una sorella vivono il confine tra la consapevolezza dei propri gesti e la totale incoscienza di sé, fino a compiere un peccato senza possibilità di ritorno.
Voto 6

Gianmaria e Claire sono fratello e sorella e vivono la loro giovinezza con un certo lassismo. Molto inclini al facilitarsi la vita con ogni mezzo, i due non si fanno scrupoli nello sgusciare in sacrestia dopo aver preso la comunione per rubare i soldi delle offerte e oggetti di valore da rivendere ed utilizzare quei soldi per scorrazzare in macchina e pagare una prostituta che vada a letto con entrambi. I due ragazzi non si disperano più di tanto neanche quando la loro madre, malata terminale, muore: appena dopo il funerale ricorrono addirittura a degli artifici per mascherare delle lacrime che altrimenti non avrebbero versato. In seguito alla morte della donna i due hanno un solo pensiero: ottenere al più presto l’eredità. Alla lettura del testamento, tuttavia, i due scoprono con rammarico che la loro mamma ha deciso di lasciare ogni avere al padre e che, qualora volessero impugnare il testamento, ciò richiederebbe uno sforzo economico non da poco.
L’esordiente Andrea Tagliaferri, più volte assistente alla regia di Matteo Garrone, qui in veste di produttore, presentatosi al Torino Film Festival, cuce un’opera avvolta da alienazione e nichilismo in un contesto post-industriale e post-agricolo, in un vuoto esistenziale che mette paura e ribrezzo per l’assenza totale di morale. Tutto, in un’atmosfera di mistero e incertezza. Sospeso tra il crime movie e il dramma esistenziale, il regista prova a mettere sullo schermo un cinema d’autore (errore chiaramente presuntuoso) con un prodotto insolito per le produzioni nostrane: due personaggi dark, cupi e senza emozione, che non comunicano empatia con lo spettatore, due ribelli senza rimorsi poco più che adolescenti che si muovono tra i paesaggi di Faenza ed il Delta del Po, che si tirano fuori dal mondo borghese per attraversare luoghi mentali senza meta, all’impronta, con il solo scopo di prendere e godere il momento. Senza domani.
Come affermò il regista, è una storia d’amore e vendetta portata all’estremo, che trova fondamento nelle mancanze. La nostalgia della vita prima ancora di averla vissuta, la paura dei sentimenti, l’incapacità di comprenderli, conducono due fratelli in una bolla in cui tutto è possibile perché nulla sembra avere conseguenze. Questo loro stato d’animo è l’eco dei luoghi e delle atmosfere di una terra in cui gli inverni sono accompagnati da fitte nebbie e dove la modernità si affaccia prorompente, violenta e straniante come i loro gesti. L’unico appiglio sembra essere il ricordo, lontano e confuso, di quando erano piccoli, cullati dai racconti della nonna e dai cartoni animati, in quella ingenuità in cui avrebbero per sempre voluto restare. La vendetta sta nel punire chi ha tolto loro la purezza, lo sguardo spensierato che non avranno più, senza comprendere che la colpa non è di nessuno, se non della vita. E allora tanto vale continuare a giocare. Tanto da farlo, crudelmente, anche con l’aiuto del cosplayer, vestiti da Sailor Moon e Power Ranger.
Critica molto divisa, moltissimi i giudizi negativi, ma io, chissà perché, lo trovo affascinante, pur con molti errori di regia (unica prova all’attivo) e l’incertezza della visione complessiva.
Più che “blue”, nero, nerissimo.

Bravi i due protagonisti Fabrizio Falco e Agnese Claisse, facce molto adatte al tema e quindi ben scelti. Acconto a loro la affermata e sempre più brava Matilde Gioli.
Ottima la fotografia di Sara Purgatorio.


















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