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Le fidèle (2017)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 4 ott 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

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Le fidèle

Belgio/Francia/Olanda 2017 thriller 2h10’


Regia: Michaël R. Roskam

Sceneggiatura: Thomas Bidegain, Noé Debré, Michaël R. Roskam

Fotografia: Nicolas Karakatsanis

Montaggio: Alain Dessauvage

Musiche: Raf Keunen

Scenografia: Geert Paredis

Costumi: Kristin Van Passel


Matthias Schoenaerts: Gino "Gigi" Vanoirbeek

Adèle Exarchopoulos: Bénédicte "Bibi" Delhany

Eric De Staercke: Freddy Delhany

Jean-Benoit Ugeux: Serge Flamand

Nabil Missoumi: Younes Bouhkris

Thomas Coumans: Bernard "Nardo" Delhany

Nathalie Van Tongelen: Sandra

Fabien Magry: Eric Lejeune

Kerem Can: Benze

Serge Riaboukine: Assa

Gianni La Rocca: Mike Sorel

Sam Louwyck: direttore del carcere


TRAMA: Dal primo momento che si incontrano tra Gigi e Bibi nasce un amore travolgente e passionale. Gigi è un gangster di una banda di Bruxelles mentre Bibi è una pilota di auto da corsa appartenente ad una facoltosa famiglia. I due amanti dovranno lottare per il proprio amore e per far fronte a diverse avversità.


Voto 6

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Il regista belga Michaël R. Roskam ritrova il suo pupillo (diciamo così), il coriaceo Matthias Schoenaerts dopo l’interessante parentesi americana con l’apprezzabile Chi è senza colpa dopo l’esordio molto interessante (e film rivelazione dell’attore) Bullhead - La vincente ascesa di Jacky (Rundskop) del 2011. Questa volta è un film stratificato, complesso, ma il meno riuscito anche perché discretamente lungo si disperde e perde la grinta quasi “manniana” della prima parte, racconto asciutto di azione.

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I protagonisti sono appunto il nostro giovanottone, Gigi, che fa finta di essere un imprenditore e invece organizza rapine e scassi, mentre lei è Bibi, una attraente ragazza che, di famiglia facoltosa, si diverte a fare la pilota di corse automobilistiche. L’amore che nasce tra loro è decisamente “fou” e nulla lo ostacolerà: nella seconda parte sparisce l’azione e il film diventa un mélo carcerario, con la paziente attesa dell’evasione; nella terza perde un pochino la bussola e si accentua maggiormente l’aspetto drammatico.

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Il regista conferma che “è una storia di amore e di crimine, di desiderio e di fallimento. Una tragedia d'amore o, meglio, un noir d'amore. Considero il film come la seconda parte della mia personale trilogia criminale, di cui ogni parte è liberamente basata su un particolare momento della storia criminale belga. Per ‘Bullhead - La vincente ascesa di Jacky’ la mia fonte di ispirazione è stata la "mafia" degli ormoni. Per questo ho trovato invece ispirazione nelle famigerate gang di Bruxelles e nell'adrenalinico universo delle corse automobilistiche.



 
 
 

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