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Cronaca di una passione (2016)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 10 ott
  • Tempo di lettura: 2 min
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Cronaca di una passione

Italia 2016 dramma 1h20’

 

Regia: Fabrizio Cattani

Sceneggiatura: Fabrizio Cattani, Alessia Lepore

Fotografia: Leonardo Mirabilia

Montaggio: Paola Freddi, Lamberti Gerardo

Musiche: Pasquale Catalano

Scenografia: Alessio Panconi, Leonardo Conte

Costumi: Teresa Acone, Mara Bordigoni

 

Vittorio Viviani: Giovanni

Valeria Ciangottini: Anna

Roberto Di Maio: giudice

Paolo Giannelli: portiere

 

TRAMA: Una coppia di sessantenni è costretta ad affrontare la vergogna di problemi fiscali e di uno sfratto.

 

VOTO 7


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La vicenda si svolge in Italia durante la crisi economica successiva al 2008. Due maturi coniugi, Giovanni e Anna, gestiscono una trattoria posta in vicinanza di una fabbrica. Quando la fabbrica viene delocalizzata, si trovano in difficoltà economiche. Accumulano debiti anche con lo Stato, subiscono il pignoramento dei loro beni immobili, che verranno messi all'asta. Privati dell'abitazione e della possibilità di lavorare, i due sono costretti a vivere in condizioni di disagio, con perdita della loro intimità familiare. Trasferiti in una casa-famiglia dai servizi sociali e costretti a vivere separati in condizioni di assoluto degrado, faranno di tutto per ricominciare a vivere, a dispetto di una società che li considera inutili e invisibili. Faranno di tutto ma non basterà e prenderanno una decisione.


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In un’Italia che ha smesso da tempo di proteggere i suoi cittadini più fragili, il dolente film di Fabrizio Cattani racconta la storia della matura coppia travolta da una crisi economica che non fa sconti. Gestivano una trattoria, vivevano con dignità, poi la fabbrica accanto chiude, arrivano le multe, i debiti, il pignoramento. E da lì, il baratro.


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Il film non cerca scorciatoie emotive. Niente colonna sonora strappalacrime, niente eroi. Solo una coppia che si ama, ma che viene separata dai servizi sociali e costretta a vivere in condizioni degradanti. Il messaggio è chiaro: in certi contesti, l’amore non basta. Non salva, non protegge, non garantisce nemmeno il diritto di stare insieme.



Fabrizio Cattani (autore di un documentario-backstage Comm'è bella 'a muntagna stanotte sulla lavorazione del film Torneranno i prati di Ermanno Olmi), ispirandosi a reali fatti di cronaca, dipinge senza pregiudizi il cortocircuito tra onestà e burocrazia che manda gambe all’aria la vita che due sessantenni hanno vissuto insieme serenamente e dignitosamente, gestendo con passione la loro trattoria nella cittadina di provincia in cui vivono. Lo fa scegliendo uno stile sobrio, quasi documentaristico, forse a volte troppo. I dialoghi sono essenziali, forse un po’ rigidi, ma funzionali al tono generale. Valeria Ciangottini e Vittorio Viviani portano sullo schermo una tenerezza che non ha bisogno di parole: basta uno sguardo, un gesto, per capire tutto. Bravissimi, commoventi, toccano il cuore.



Non è un film perfetto. Alcune scene sembrano didascaliche e il ritmo non sempre tiene, d’altronde non servirebbe. Ma è un film necessario, perché parla di chi non ha voce, di chi viene dimenticato, di chi non fa notizia. E lo fa senza retorica, senza pietismo. È una denuncia, ma anche una domanda aperta: cosa resta di noi quando perdiamo tutto? E chi decide cosa vale davvero? La passione è quella che resiste anche quando tutto il resto crolla. È quella che non si arrende all’umiliazione, alla separazione, all’oblio.


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Riconoscimenti

Globo d’Oro 2017

Candidatura miglior attrice Valeria Ciangottini

 


 
 
 

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Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

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