Il dottor Zivago
(Doctor Zhivago) Italia/UK/USA 1965 dramma 3h17’
Regia: David Lean
Soggetto: Boris Pasternak (romanzo)
Sceneggiatura: Robert Bolt
Fotografia: Freddie Young
Montaggio: Norman Savage
Musiche: Maurice Jarre
Scenografia: John Box
Costumi: Phyllis Dalton
Omar Sharif: dottor Yuri Zivago
Julie Christie: Lara Antipova
Geraldine Chaplin: Tonja Gromeko
Rod Steiger: Viktor Komarovskij
Alec Guinness: generale Evgraf Zivago
Tom Courtenay: Pasha
Siobhán McKenna: Anna
Ralph Richardson: Aleksandr Gromeko
Rita Tushingham: Tanja
Jeffrey Rockland: Saha
Klaus Kinski: Kostoed Amurskij
Gérard Tichy: Liberius
Noel Willman: Razin
Adrienne Corri: Amelia
Jack MacGowran: Petja
TRAMA: Yuri e Lara si conoscono prima della Grande Guerra, quando lui è sposato alla cugina Tonja e lei all’idealista Pasha. Durante il conflitto si ritrovano perché lui combatte e lei fa l'infermiera. Nel frattempo, Pasha è diventato un pezzo grosso del partito comunista, salito al potere dopo la Rivoluzione d’Ottobre, mentre la famiglia di Yuri è ridotta in miseria. Al ritorno a Mosca, Yuri si trasferisce negli Urali ed è lì che Lara diventa la sua amante, ma la felicità è di breve durata.
Voto 8
Epopea cinematografica per eccellenza, il film di David Lean tratto dal romanzo di Boris Pasternak racconta il malcontento nella società russa all’inizio del ventesimo secolo: le disastrose conseguenze della Prima Guerra Mondiale e della rivoluzione che aveva spazzato via l’ordine costituito, portarono la Russia alla guerra civile e in seguito alla dittatura.
La sceneggiatura di Robert Bolt condensa abilmente la complessa vicenda del romanzo, raccontata con la tecnica del flashback dalla prospettiva degli anni ‘30, un’epoca di continue trasformazioni economiche e sociali. Yuri Zivago (Omar Sharif) è un medico di buona famiglia, con la vocazione per la poesia. Dopo il matrimonio con Tonja (Geraldine Chaplin), sua fidanzata fin dall’infanzia, parte per la guerra. Sui campi di battaglia incontrerà un’infermiera volontaria, Lara (Julie Christie), che diverrà il suo grande amore, ma che è già sposata con un eminente rivoluzionario. Dopo la rivoluzione la famiglia Zivago soffre la fame e il medico è costretto a lavorare per le truppe bolsceviche impegnate nella guerra civile. Fuggito dal loro quartiere generale, scopre che la sua famiglia si è rifugiata a Parigi per evitare di finire in carcere. Incontra nuovamente Lara, i due vivono insieme e Yuri compone le sue poesie migliori. Gli amanti saranno però costretti a separarsi.
Il progetto nasceva da un best seller letterario dal percorso più travagliato e avventuroso della sua stessa trama. Completato nel 1955, il libro di Boris Leonidoviç Pasternak (1890-1960) stette a lungo in stand by in attesa del permesso di stampa, a causa della diffidenza delle autorità sovietiche, almeno fino a quando non intervenne Giangiacomo Feltrinelli, cui era stato affidato il manoscritto per un’eventuale traduzione. Incalzato dalle autorità, l’autore ne richiese invano la restituzione ma l’editore milanese rifiutò e anzi e lo pubblicò nel 1957, per un successo planetario cui non erano evidentemente estranee ragioni politiche e ideologiche. Ad esempio, nel 1958, all’Esposizione di Bruxelles furono distribuite sottobanco ai turisti russi in visita al Padiglione del Vaticano copie di una versione in russo destinate alla diffusione clandestina. Quando gli fu attribuito il Nobel della Letteratura nel 1958, la settimana seguente Pasternak fu attaccato e poi espulso dall’Associazione Scrittori Sovietici. Vittima di una battaglia di propaganda tra le due potenze da lui non voluta, Pasternak provò a rifiutare l’onorificenza, scrivendo una sorta di autocritica. Insomma, vista con gli occhi di oggi, la vicenda appare perfino eccessiva nel merito dei contenuti: come diceva lo stesso scrittore “La politica non mi dice niente. Non amo le persone insensibili alla verità”, ma è certamente significativa del clima dell’epoca.
Il cast è di grande prestigio e non fu semplice allestirlo, dato che il produttore Ponti pretendeva che Lara fosse interpretata dalla moglie Sophia Loren, da molti, però, considerata troppo grande per il giovanile personaggio. E dopo aver preso in considerazione Sarah Miles e Jane Fonda, si approdò alla bella Julie Christie. Mentre, per il protagonista si narra che il preferito era Peter O’Toole, che però era ancora arrabbiato per i pessimi rapporti con il regista Lean avuti sul set di Lawrence d’Arabia. Ecco allora affacciarsi l’ipotesi di Omar Sharif, anche se troppo scuro di pelle per un russo, ma sottoposto ogni giorno a sciampi schiarenti e docce sbiancanti per togliersi quel suo sapor medio-orientale. Leggende? Forse, di certo le cose andarono all’incirca così.
David Lean, meticoloso e accurato come solito, vero artista della messa in scena e del montaggio, specialmente per le grandi storie, affrontò il lavoro con la massima fiducia della produzione e ammise che lo avevano lasciato fare ciò che voleva, con una libertà che lui stesso definì fantastica. A parte le vicissitudini del cast, il film appare grandioso e più dei due protagonisti della storia romantica e sofferta, notevolissime sono le prove di Rod Steiger, Alec Guinness e Tom Courtenay.
Nonostante la commovente storia d’amore, con l’efficace alchimia della coppia Christie-Sharif, il film è forse più importante per altri momenti: i cosacchi che aggrediscono i manifestanti a colpi di spada, l’interminabile viaggio in treno della famiglia Zivago, il paesaggio invernale che Yuri attraversa per raggiungere la sua donna. David Lean dirige sapientemente il cast di celebrità, la fotografia evoca la vastità e l’aspra bellezza del paesaggio russo, le musiche di Maurice Jarre accompagnano ammirevolmente la storia.
Il film ebbe un successo strepitoso per le scene di azione e per la commovente descrizione dei grandi eventi storici.
Riconoscimenti
1966 - Premio Oscar
Migliore sceneggiatura non originale
Migliore fotografia
Migliore scenografia
Migliori costumi
Miglior colonna sonora
Candidatura miglior film
Candidatura migliore regia
Candidatura miglior attore non protagonista a Tom Courtenay
Candidatura miglior montaggio
Candidatura miglior sonoro
1966 - Golden Globe
Miglior film drammatico
Migliore regia
Miglior attore in un film drammatico a Omar Sharif
Migliore sceneggiatura
Miglior colonna sonora
Candidatura miglior attrice debuttante a Geraldine Chaplin
1967 - Premio BAFTA
Candidatura miglior film
Candidatura miglior attore britannico a Ralph Richardson
Candidatura miglior attrice britannica a Julie Christie
1967 - David di Donatello
Miglior regista straniero
Miglior produzione straniera
Miglior attrice straniera a Julie Christie