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Spartacus (1960)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 3 mar 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 1 mar 2021


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Spartacus

USA 1960, storico/avventura, 3h17'


Regia: Stanley Kubrick

Soggetto: Howard Fast

Sceneggiatura: Dalton Trumbo

Fotografia: Russell Metty

Montaggio: Robert Lawrence

Musica: Alex North

Scenografia: Alexander Golitzen

Costumi: Valles


Kirk Douglas: Spartaco

Laurence Olivier: Marco Licinio Crasso

Jean Simmons: Varinia

Charles Laughton: Sempronio Gracco

Peter Ustinov: Lentulo Batiato

John Gavin: Caio Giulio Cesare

Tony Curtis: Antonino

Nina Foch: Elena

Herbert Lom: Tigrane Levantino


TRAMA: Il gladiatore Spartaco capeggia una rivolta di schiavi a cui Roma fa fronte inviando un contingente militare. I ribelli però sconfiggono i legionari e poi si dirigono verso il Sud. Non essendo riuscito a ottenere le navi necessarie alla fuga da alcuni pirati arabi, Spartaco decide di assediare Roma. Ma la guerra contro Crasso sarà una disfatta. Spartaco, dopo aver dovuto uccidere in combattimento l'amico Antonino, viene crocifisso con altre migliaia di schiavi.


Voto 9



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Il regista Anthony Mann venne licenziato dall’attore protagonista/produttore Kirk Douglas (attore già potente nell’industria cinematografica di quegli anni) poco dopo l’inizio delle riprese, sebbene alcune scene siamo state incluse nella versione definitiva. Fu così che l’incarico di dare vita al racconto di Howard Fast sulle rivolte degli schiavi nell’antica Roma venne affidato al giovane Stanley Kubrick, che superò brillantemente la prova, alternando le scene delle lotte di potere al Senato a quelle sulla fratellanza tra gli schiavi.


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Spartaco (un maestoso Kirk Douglas) è uno schiavo coraggioso che incita i suoi pari ad insorgere e tra i primi a seguirlo vi è il giovane Antonino (Tony Curtis), il favorito del patrizio Marco Crasso (un austero Laurence Olivier). Quando i film fu restaurato venne reinserita la scena della vasca da bagno, che approfondiva il rapporto tra il padrone e lo schiavo. La parte, tagliata nel 1960 per i chiari riferimenti all’omosessualità, tra l’altro molto praticata a quei tempi, venne doppiata da Anthony Hopkins. Memorabili anche le presenze di Charles Laughton e Peter Ustinov nei panni di bellissimi personaggi, ottimamente scritti.


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Tenendo presente che erano tempi durissimi per gli autori, di immagini e script, simpatizzanti per le idee politiche di sinistra, lo Spartaco di Tracia è lo schiavo che per primo disse di no a consuetudini vecchie di secoli, pagando con la vita il gesto precursore. Kirk Douglas – praticamente un Ben-Hur mancato – ribalta i preconcetti impugnando il gladio e lo scudo del capo degli schiavi e affidando il racconto delle sue gesta ad un paio delle teste pericolose e pensanti in circolazione in quei tempi: Dalton Trumbo, sceneggiatore perseguitato per le sue simpatie comuniste, che qui torna a firmare con il proprio nome, e Stanley Kubrick, giovane e talentuoso regista conosciuto grazie al set di Orizzonti di gloria.


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Kubrick mette in scena splendidamente e con la sua solita innata meticolosità le sequenze della rivolta degli schiavi e della battaglia, ma la sorpresa più grande, da un regista non avvezzo all’emotività, è il suo modo di riprendere gli strazianti momenti finali, in cui Varinia (la splendente Jean Simmons), la donna di Spartaco, solleva il figlio perché veda il padre morto sulla croce.


Non è un semplice film epico, è opera superba e maestosa che fa grande il Cinema e il fiero sguardo di Spartaco non si dimentica.



 
 
 

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