Basilicata coast to coast (2010)
- michemar

- 23 nov
- Tempo di lettura: 4 min

Basilicata coast to coast
Italia 2010 commedia 1h45’
Regia: Rocco Papaleo
Sceneggiatura: Walter Lupo, Rocco Papaleo
Fotografia: Fabio Olmi
Montaggio: Christian Lombardi
Musiche: Rita Marcotulli, Rocco Papaleo
Scenografia: Sonia Peng
Costumi: Claudio Cordaro
Rocco Papaleo: Nicola Palmieri
Alessandro Gassmann: Rocco Santamaria
Paolo Briguglia: Salvatore Chiarelli
Max Gazzè: Franco Cardillo
Giovanna Mezzogiorno: Tropea Limongi
Michela Andreozzi: Lucia
Claudia Potenza: Maria Teresa
Gaetano Amato: onorevole Limongi
Antonio Gerardi: Carmine
Augusto Fornari: press agent
Antonio Andrisani: prete
TRAMA: Un gruppo di amici, musicisti e giornalista, attraversano a piedi la Basilicata per partecipare a un festival paesano.
VOTO 6,5

Nicola Palmieri (Rocco Papaleo) insegna matematica, con sempre meno voglia, in un liceo artistico ma coltiva il sogno della musica, essendo il frontman di una piccola band che ha fondato a Maratea con alcuni amici: il chitarrista Salvatore Chiarelli (Paolo Briguglia), studente di medicina che ha dimenticato di laurearsi e di innamorarsi; il contrabbassista Franco Cardillo (Max Gazzè), falegname svogliato con l’hobby della pesca che non parla più dalla morte della donna amata; il percussionista Rocco Santamaria (Alessandro Gassmann), cugino di Salvatore e personaggio televisivo di grande successo con le donne, ma ormai in declino e senza lavoro da due anni.

I quattro decidono di partecipare al festival nazionale del teatro-canzone di Scanzano Jonico, dandosi il nome alternativo di Le Pale Eoliche. Per andare da Maratea a Scanzano Jonico devono attraversare la Basilicata dalla costa tirrenica alla costa ionica, poco più di un centinaio di chilometri che con la strada statale 653 della Valle del Sinni si percorrono in un’ora e mezza. È a questo punto che Nicola propone di partire dieci giorni prima e raggiungere la loro destinazione a piedi, cercando nel cammino di ridare alla loro vita un senso che è stato perso. Intraprendono un viaggio picaresco, ripreso da una televisione parrocchiale e accompagnati da una giornalista svogliata di nome Tropea Limongi (Giovanna Mezzogiorno), figlia di un noto politico locale, che ne documenta il viaggio.

Ci sono film che nascono per raccontare una storia e altri che sembrano voler raccontare un modo di vivere. L’esordio alla regia di Rocco Papaleo appartiene alla seconda categoria: non è tanto il viaggio di quattro uomini che decidono di attraversare la regione a piedi, quanto l’idea che la lentezza, l’improvvisazione e la compagnia possano diventare un antidoto alla routine. Più che un road movie nel senso tradizionale del termine, è un walk movie, perché si passeggia, si avanza senza ritmo imposto e improvvisando con quel che accade o che si incontra. Qui si cammina, si suda, si inciampa. Il ritmo è quello dei passi, delle soste improvvisate, delle chiacchiere che nascono senza fretta. È un film che invita a rallentare, a guardare il paesaggio con occhi diversi, come se la Basilicata fosse un grande palcoscenico naturale che non ha bisogno di effetti speciali.

La bravura e la brillantezza dell’idea di Rocco Papaleo sono le basi per costruire un gruppo di protagonisti che non hanno nulla di epico: sono uomini comuni, un po’ stanchi, un po’ disillusi, ma capaci di trasformare la loro fragilità in ironia. Non cercano di piacere, e proprio per questo finiscono per conquistare. Sono figure che si potrebbero incontrare davvero in un bar di provincia e che ti racconterebbero storie tra una birra e una partita a carte. Ma soprattutto un atto d’amore verso la propria origine e la propria terra, tra l’altro una regione spesso dimenticata e ritenuta di poca rilevanza nazionale. Terra che diventa protagonista: le piazze, i dialetti, i volti degli abitanti diventano parte integrante della narrazione. Non è un paesaggio da cartolina, ma un mosaico di autenticità: colline brulle, paesi sospesi, silenzi che parlano più di mille battute. È come se la Basilicata fosse il quinto personaggio del film, quello che accompagna e trasforma gli altri.

La colonna sonora, con la sua vena folk, amplifica il senso di viaggio e di comunità. Non è mai invadente, ma accompagna con leggerezza, come una chitarra che suona attorno a un falò. C’è un’idea di jam session continua che attraversa tutto il film: qualche nota stona, qualche dialogo sembra improvvisato, ma proprio questa imperfezione diventa il suo fascino. Ovviamente, non è il capolavoro che cambia la vita dell’autore ma è una piccola opera che vive di atmosfera, di piccoli momenti, di sorrisi che nascono spontanei. È un inno alla lentezza, alla provincia che resiste, e alla voglia di perdersi per ritrovarsi.

Il vero merito di Papaleo è quello di aver messo assieme attori amici in sintonia, per ritrovarsi, cammin facendo, in armonia sorridente e rilassante. In un certo senso è una rivelazione. Né tensione, né ansia, né dramma, soltanto uno scorcio del sud da far scoprire e un atto d’amore in semplicità.
Rocco Papaleo: “Ho capito che il film era andato bene quando in un ristorante di Asti ho trovato i ‘totani alla Basilicata coast to coast’”.
Il film È Rocco Papaleo.

Riconoscimenti
David di Donatello 2011
Miglior regista esordiente
Miglior musicista
Miglior canzone originale
Ciak d’Oro 2010
Miglior colonna sonora
Globo d’Oro 2010
Migliore opera prima
Nastro d’argento 2010
Regista esordiente
Colonna sonora





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