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Diabolik - Ginko all'attacco! (2022)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 13 apr 2023
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 16 ago

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Diabolik - Ginko all'attacco!

Italia, Francia 2022 poliziesco 1h56’


Regia: Manetti Bros.

Soggetto: Angela e Luciana Giussani

Sceneggiatura: Manetti Bros., Michelangelo La Neve

Fotografia: Angelo Sorrentino

Montaggio: Federico Maria Maneschi

Musiche: Pivio, Aldo De Scalzi

Scenografia: Noemi Marchica

Costumi: Ginevra De Carolis


Giacomo Gianniotti: Diabolik

Miriam Leone: Eva Kant

Valerio Mastandrea: ispettore Ginko

Monica Bellucci: Altea di Vallenberg

Alessio Lapice: agente Roller

Linda Caridi: Elena Vanel

Pier Giorgio Bellocchio: agente Palmer

Pierangelo Menci: Poldo


TRAMA: Eva Kant e Diabolik cadono in un tranello teso dall'ispettore Ginko mentre cercano di rubare una preziosa collezione di gioielli. Diabolik riesce a fuggire ma abbandona Eva, che medita - per vendetta - di tradire il compagno. Nel frattempo, Ginko deve anche occuparsi dell'arrivo in città di Altea, duchessa di Vallenberg, con cui ha una relazione che ha fin qui tenuto segreta.


Voto 6-


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I Manetti Bros. tornano al mitico personaggio creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani con un secondo episodio, liberamente tratto dal 16° album originale, e con un cambio importante nel cast principale, dal momento che, non trovandosi disponibile il primo Diabolik, Luca Marinelli è stato sostituito da Giacomo Gianniotti, attore italiano, naturalizzato canadese. Il nuovo interprete, già noto per essere stato il dottor Andrew DeLuca nella serie televisiva Grey’s Anatomy, ha ricevuto apprezzamenti generalmente buoni dalla critica per la sua prestazione, fisicamente più simile al nostro immaginario.


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Diabolik ruba con la sua riconosciuta abilità, in questa occasione soprattutto acrobatica, la preziosissima corona di Armen: prima scalando come un ragno le pareti del museo d’arte di Ghenf dove è esposta, poi volando via – letteralmente – tramite un piccolo deltaplano. Poco tempo dopo, i restanti gioielli della collezione vengono indossati dalle ballerine del Balletto Smeraldo per uno spettacolo e il criminale riesce a rubare anche quelli con uno dei suoi proverbiali strattagemmi, con cui addirittura le rapisce tutte a bordo di un furgone. Un piano apparentemente perfetto per lui ed Eva Kant. Ma questo episodio è più che mai una storia dove nulla, ma proprio nulla, è come sembra. E neanche in un solo frangente. Perché, in buona sostanza, il film è basato essenzialmente su colpi di scena, ma non quelli che di norma ci si attende in un genere come questo: è una battaglia tra menti intelligenti


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Prima di tutto perché la coppia bella e intraprendente si accorge solo in un secondo momento che i colpi realizzati non sono semplicemente tutta farina del loro sacco, anzi, il secondo caso nasconde nientemeno che una trappola dell’astuto ispettore Ginko, che mette a dura prova il loro legame. Cosa che ci meraviglia e non poco. Tradita e abbandonata al suo destino per un infortuno, almeno all’apparenza, dal Re del Terrore, la donna decide di vendicarsi, proponendo all’ispettore di collaborare alla cattura del suo compagno. Una decisione difficile per il poliziotto, che deve anche occuparsi dell'arrivo di Altea, duchessa di Vallenberg. La partecipazione così attiva di Ginko, che normalmente si preoccupava sempre di inseguire l’inafferrabile nemico, lo rende di fatto il vero protagonista di questo film. Una vera novità e non è la sola.


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Al volante dell’iconica Jaguar E-type, Diabolik attraversa le strade dell’immaginaria città di Clerville con la giusta insolenza e sicurezza che lo contraddistinguono, mentre Ginko lo tallona a bordo della consueta Citroen DS seguito dallo stuolo dei suoi agenti. E, in effetti, se il nome dell’ispettore è nel titolo del lungometraggio, significa che questa volta, come evidenziato prima, la valenza dello storico avversario di Diabolik è aumentata in maniera notevole. Sornione, compassato, tuttavia assolutamente determinato a catturare il bandito mascherato, il personaggio interpretato da Valerio Mastandrea, con la pipa in bocca o con la pistola in mano, è il braccio irriducibile della legge. Un uomo ossessionato dal proprio lavoro, ma non immune all’amore, che poi è una delle sorprese più grosse di questo secondo film. Infatti, tra le altre importanti novità, c’è l’irruzione nella scena della presenza della bella Monica Bellucci (qui caratterizzata dalle lenti a contatto azzurri, colore esaltato dalla illuminazione ad hoc), la duchessa Altea, vedova del Duca di Vallenberg, il grande amore segreto dell’ispettore, che è giunta per una importante festa in cui indosserà a celeberrima Collana del Grifone Nero. Chi se lo sarebbe mai aspettato? Si amano chissà da quanto tempo e chissà come la relazione è nata. Lui dovrebbe proteggerla ma è troppo preso dai suoi impegni.


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Passa quindi quasi – da precisare il quasi – in secondo piano la figura di Diabolik, un fatto certamente inatteso e prende il sopravvento quella dell’ispettore, schiacciato da una parte dal suo incubo quotidiano e dall’ossessione della cattura che lo assilla ogni ora del giorno, e dall’altra dalle pressioni del ministro che vuole avere assolutamente risultati tangibili. In più ci si mette la duchessa che reclama più tempo dall’uomo da cui si attende protezione, specialmente adesso che indosserà il prezioso gioiello. Ginko si barcamena di qua e di là ma non intende minimamente mollare la sua missione, proprio ora che, a quanto pare, i suoi sotterfugi stanno dando, così almeno pare, i frutti sperati. Anzi, ci sono momenti in cui la polizia è convinta di aver raggiunto il traguardo tanto sperato. Ma può mai soccombere l’eroe delle sorelle Giussani? Giammai. Ed allora i fratelli Manetti lavorano di sceneggiatura con Michelangelo La Neve per imbastire una trama, basata su giochi e tranelli di maschere e travestimenti, atta ad esaltare la genialità di Diabolik, che ogni volta pare uscire sconfitto e alla fine ne esce alla grande. Perché, come dice la sempre gelida Eva, “Sei un genio. Un piano perfetto”.


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Come l’altra volta e come ci si potrebbe attendere, la recitazione, espressa in una scenografia vintage e colorata fortemente a pastello, con abiti e acconciature dell’epoca dei fatti, è quella consona ai fumetti, con declamazione dei dialoghi stentorea, con non poco trasporto e senza modulazione, che vuol dare l’idea precisa di stare a leggere un album dei tempi. Come un film di animazione ma con personaggi di carne e ossa. Ovviamente tutti si sono adeguati, ad iniziare dal nuovo attore protagonista fino a tutti gli altri personaggi. Ad eccezione solo di Monica Bellucci, che non deve fare alcuno sforzo, dato che notoriamente recita giusto come un fumetto. Giacomo Gianniotti si dimostra adatto, una scelta centrata e felice, mentre i ritrovati Miriam Leone, Valerio Mastandrea e Pier Giorgio Bellocchio sanno già come muoversi e atteggiarsi. I nuovi ospiti noti sono, oltre la citata attrice umbra, Alessio Lapice e Linda Caridi, che hanno ruoli brevi ma influenti ai fini della trama.


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Insomma, un significativo sopravvento femminile a dimostrazione dell’importanza delle donne nella trama, dove Eva ha, tra l’altro, un ruolo maggiore rispetto al primo film, comparendo in molti tratti sulla scena, forse anche superiore al personaggio principale. Preponderanti (forse un po’ troppo, ma serve al fine di accentuare la carica drammatica del giallo, molto più d’azione del precedente) le musiche di Pivio e Aldo De Scalzi, con passi che ricordano parecchio quelle degli anni Sessanta, compreso (ma questo sicuramente sfugge ai più) riferimenti chiari al rock progressive e psichedelico dei Vanilla Fudge, come anche alla musica dei Goblin (leggi Dario Argento). Ad aprire e a chiudere spetta all’intervento artistico di Diodato con il suo brano Se mi vuoi. Tutto, in pratica, serve allo scopo, che è quello – e nulla di più – di un divertissement del tempo che fu. Nulla di memorabile.


Riconoscimenti

David di Donatello 2023

Candidatura miglior effetti speciali

Candidatura miglior canzone (‘Se mi vuoi’ di Diodato)

Nastri d’Argento 2023

Candidatura miglior direttore di casting

Candidatura miglior (‘Se mi vuoi’ di Diodato)

Candidatura miglior colonna sonora

Ciak d’Oro 2023

Miglior attore protagonista Valerio Mastandrea (anche per ‘C’è ancora domani’)




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