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Diana - La storia segreta di Lady D (2013)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 15 set 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 1 set

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Diana - La storia segreta di Lady D

(Diana) UK, Francia, Svezia, Belgio 2013 dramma biografico 1h53’


Regia: Oliver Hirschbiegel

Soggetto: Kate Snell (biografia)

Sceneggiatura: Stephen Jeffreys

Fotografia: Rainer Klausmann

Montaggio: Hans Funck

Musiche: Keefus Ciancia, David Holmes

Scenografia: Kave Quinn

Costumi: Julian Day


Naomi Watts: Lady Diana Spencer

Naveen Andrews: dr. Hasnat Khan

Cas Anvar: Dodi Al-Fayed

Geraldine James: Oonagh Toffolo

Juliet Stevenson: Sonia

Charles Edwards: Patrick Jephson

Laurence Belcher: principe William

Harry Holland: principe Harry

Michael Byrne: Christiaan Barnard

Douglas Hodge: Paul Burrell


TRAMA: Celebrata e adorata da milioni di persone, era la Regina del cuore delle persone, eppure la storia agrodolce dell'ultimo uomo che riuscì a catturare veramente il suo cuore non è mai stata raccontata. La principessa Diana, un tempo la donna più famosa al mondo, ispirò una nazione con la sua generosità, compassione e gentilezza e nei suoi due ultimi anni incontrò l'uomo, il dottor Hasnat Kahn, che a sua volta l'ha ispirata.


Voto 5,5


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Dopo la separazione dal principe Carlo d'Inghilterra, Diana spacca l'opinione pubblica: molti la amano e altrettanti la detestano mentre la sua vita all'interno di Kensington Palace comincia a starle stretta. Una visita improvvisa all'ospedale Royal Brompton le fa conoscere Hasnat Khan, affascinante cardiochirurgo di origine aristocratica pakistana. Attratti l'uno dall'altra e imprigionati in situazioni molto differenti, finiscono con l'innamorarsi. La stabilità raggiunta però dura poco, la stampa scopre la loro relazione e i volti di Diana e Hasnat campeggiano sulle prime pagine dei tabloid e l’uomo, messo alle strette, decide di porre fine alla storia, spezzando il cuore della donna. Durante l'estate del 1997, un po' per vincere la tristezza un po' per suscitare la gelosia di Hasnat, Diana comincia a frequentare Dodi Al-Fayed.



La figura di Lady Diana Spencer ha sempre attratto l’attenzione dei media sia da viva che dopo la tragedia dell’incidente in cui perse la vita. Il cinema si è avvicinato poco, data anche, penso, l’oggettiva difficoltà di riuscire nell’impresa di non sbagliare e quella di cadere nell’ovvio per quello che riguarda la sua vita pubblica, già ampiamente esplicata da filmati e giornali. Prima dell’uscita del biopic firmato da un autore di prestigio come Pablo Larraín (che ne ha fatto un ritratto molto diverso anche dalle attese, Spencer), ecco una versione ormai datata ad opera di Oliver Hirschbiegel, un regista tedesco non molto noto, che divide il film nei due aspetti principali della vita della Principessa mai dimenticata.



Da una parte, appunto, la vita pubblica caratterizzata dalle molteplici attività benefiche, a cui la donna si dedicava anima e cuore, dall’altra la vita intima, dalle sofferenze familiari ai legami che si era creata al di fuori dell’ambiente regale. È proprio in questo secondo racconto che il regista, a cui dedica la maggior parte della narrazione, si perde in una visione da tv-movie, se non addirittura da fiction mattutina. Osteggiato dalla critica britannica come un prodotto di pettegolezzi, il film vede Naomi Watts calarsi nel personaggio difficile con enorme dedizione e mimetismo, aiutata dal trucco e dalle inquadrature nelle pose che tutti conosciamo.


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Ricostruzione affidabile? Difficile dirlo. Di certo, come si legge da Wikipedia, le controversie non sono mancate.


Il 24 agosto 2013, in un'intervista rilasciata al quotidiano inglese Daily Mail, Hasnat Khan ha pubblicamente denunciato la poca credibilità della pellicola. Dopo aver visionato alcune immagini in anteprima, il cardiochirurgo ha infatti lamentato la poca attinenza della trama e dei fatti riportati con ciò che realmente successe tra lui e Lady Diana. Il film, a suo giudizio, non rappresenterebbe la realtà, ma soltanto pettegolezzi e illazioni ad opera di persone che non avevano nessuna conoscenza dei fatti. Khan ha tuttavia chiarito che la produzione del film, anche attraverso Kate Snell, autrice della biografia, ha provato più volte a contattarlo per ottenere la sua partecipazione alla stesura della sceneggiatura; tuttavia, egli preferì non dare risposta alle lettere ricevute.



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