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Il mio migliore incubo! (2011)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 5 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 21 ago

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Il mio migliore incubo!

(Mon pire cauchemar) Francia Belgio 2011 commedia 1h43’

 

Regia: Anne Fontaine

Sceneggiatura: Nicolas Lemercier, Anne Fontaine

Fotografia: Jean-Marc Fabre

Montaggio: Luc Barnier, Nelly Ollivault

Musiche: Bruno Coulais

Scenografia: Olivier Radot

Costumi: Catherine Leterrier, Karen Muller Serreau

 

Isabelle Huppert: Agathe

Benoît Poelvoorde: Patrick

André Dussollier: François

Virginie Efira: Julie

Corentin Devroey: Tony

Donatien Suner: Adrien

Aurélien Recoing: Thierry

Éric Berger: Sébastien

Bruno Podalydés: Marc-Henri

 

TRAMA: Grazie ai loro figli amici di scuola, una gelida e rigida mercante d'arte parigina e un operaio belga mattacchione che vive nel suo furgone si incrociano in un modo improbabile.

 

VOTO 6


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Agathe (Isabelle Huppert) è precisa, metodica e puntale, e gestisce la propria famiglia e il figlio Adrien in maniera impeccabile, così come tiene salde le redini della fondazione d’arte di cui è a capo e i suoi impegni istituzionali. Patrick (Benoît Poelvoorde), invece, è sregolato, grezzo e sfacciato, vive con il figlio Tony nel retro di un furgone, si arrangia con piccoli lavoretti saltuari e tutto ciò che ama sono l’alcol e le belle donne formose. Due universi opposti che vengono in contatto grazie ai due figli, amici e compagni di scuola. Così quando il marito di Agathe, François (André Dussollier), decide per sua sfortuna di affidare a Patrick dei lavori nella casa in cui vivono, ogni aspetto della loro vita viene invaso dal caos.



Anne Fontaine torna alla commedia con un film che vede Benoît Poelvoorde e Isabelle Huppert protagonisti di un classico buddy-movie francese. Il film mette a confronto due personalità opposte e, grazie all'intesa tra i due attori, risulta abbastanza divertente e coinvolgente dall'inizio alla fine.



La regista sfrutta abilmente l’immagine dei suoi attori principali per creare una serie di gag efficaci. Il cast si arricchisce con Dussollier, un editore oppresso dalla moglie, e Virginie Efira, un’assistente sociale bohémien. Tutti gli attori mostrano grande sintonia e divertimento sotto la direzione dell’autrice.



Nonostante alcune buone idee, però si rivela prevedibile e privo di novità per il genere romantico, seguendo schemi già visti e offrendo un finale scontato. La regia è lenta e poco incisiva, simile a quella di alcuni film TV serali e se si distingue è per le interpretazioni della anomala coppia al centro della trama, con una sceneggiatura e una regia prevedibili.



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