Miss Marx (2020)
- michemar

- 8 apr 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 22 giu

Miss Marx
Italia, Belgio 2020 biografico 1h47’
Regia: Susanna Nicchiarelli
Sceneggiatura: Susanna Nicchiarelli
Fotografia: Crystel Fournier
Montaggio: Stefano Cravero
Musiche: Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo
Scenografia: Alessandro Vannucci, Igor Gabriel
Costumi: Massimo Cantini Parrini
Romola Garai: Eleanor Marx
Patrick Kennedy: Edward Aveling
John Gordon Sinclair: Friedrich Engels
Felicity Montagu: Helene Demuth
Karina Fernandez: Olive Schreiner
Emma Cunniffe: Laura Marx
Philip Gröning: Karl Marx
Célestin Ryelandt: Johnny Longuet
Freddy Drabble: Havelock Ellis
George Arrendell: Paul Lafargue
Oliver Chris: Friedrich "Freddy" Demuth
TRAMA: Eleanor "Tussy" Marx è la figlia più piccola del celebre Karl. Brillante, colta, libera e appassionata, si distingue nel corso del tempo per essere una valida traduttrice, una femminista e un'organizzatrice del lavoro, determinata a portare avanti gli insegnamenti del padre. Sul fronte privato, però, è una donna vulnerabile e l'attrazione per Edward Aveling le si rivelerà fatale.
Voto 7

Karl Heinrich Marx ebbe, tra gli altri, una figlia chiamata Jenny Julia Eleanor, per tutti Eleanor ma in famiglia affettuosamente semplicemente Tussy, come piaceva al padre. Fu una donna molto all’avanguardia, sia politicamente - sempre convinta delle idee socialiste del famoso padre - che sindacalmente - molto attiva nel campo dei diritti dei lavoratori che ai suoi tempi erano sfruttati sin dalla tenera età di ragazzini -. Ma soprattutto, come ho avuto modo di apprezzare, una femminista ante litteram, una donna che si schierò in prima linea per l’indipendenza della donna e per la parità dei diritti tra i sessi. Fedelmente a come fu nella realtà, la brava Susanna Nicchiarelli ce la mostra oltre modo bene per quello che era: brillante, intelligente, passionale e libera, nello spirito e nella vita, con aperture mentali che poche persone avevano a quei tempi (e non è che oggi sia tanto diverso!).

Ella fu tra le prime donne, infatti, a collegare i temi del femminismo e del socialismo, prendendo parte alle battaglie dei lavoratori, alle lotte per i diritti delle donne e all'abolizione del lavoro minorile. Quando attraversava le fabbriche, piene di uomini sfruttati fisicamente oltre ogni limite, trovava tanti bambini che la impressionavano, ma le veniva sempre risposto che le famiglie erano povere e anche il pur minimo salario di quei minori erano essenziali per la sopravvivenza. La sua esuberanza si sposava perfettamente con la sua intraprendenza e intelligenza, sapendo esporre, nei comizi e nelle varie altre occasioni utili, il pensiero dell’amato padre, spiegando e adeguando i principî del socialismo così come erano stati pensati e scritti dal genitore, frasi ripetute con grande convinzione e orgoglio. Tanto aveva amato il padre, altrettanto lui le aveva ricambiato l’enorme affetto che provava: era la figlia prediletta. La regista cerca in vari modi di raccontare questo forte legame, anche tramite semplici ma significative inquadrature dei due, come per esempio quando lei da adolescente lo ammirava sorridendo, ricevendo uno sguardo altrettanto felice e affettuoso. Amava tanto il teatro e non disdegnava esibirsi per gli amici con duetti con colui che poi diventò il suo compagno, Edward Aveling, che però, dato che – come spesso diceva lei – non dava il giusto valore al denaro, sperperava tutti gli introiti nelle maniere più variegate, sempre con creditori alle calcagna e chiedendo ripetutamente prestiti agli amici e al fidatissimo e amico intimo di una vita, prima del padre e poi di lei, il filosofo Hegel. E tutto questo nonostante la grave malattia che affliggeva Aveling. Ma lei lo amava troppo e lo perdonava sempre. Non però quando scoprì che, aveva sposato segretamente una giovane attrice con cui era rimasto impegnato sentimentalmente. La malattia di lui sembrava essere allo stadio terminale e Eleanor rimase profondamente depressa e scossa nella fede nutrita nei confronti dell'uomo che continuava ad amare. Uomo che in realtà sembra proprio un consorte egoista e scialacquatore, una persona dal sorriso sempre presente ma ambiguo, che la stimava ma non la rispettava quanto effettivamente meritasse. E fu proprio questa serie di ragioni la causa dell’estrema decisione che prese e della sua fine tragica a soli 43 anni.

La regista romana Susanna Nicchiarelli, rivelatasi definitivamente a Venezia 2017 con un altro biopic, Nico, 1988, che aveva vinto nella Sezione Orizzonti, ritorna quindi con un’altra forte figura femminile, che ha lo slancio vitale di una donna moderna, che combatte e riparte, che vive relazioni complesse e sofisticate da pari a pari, senza cedere al vittimismo o alla rassegnazione e che si arrende alle lacrime solo quando ritrova in un libro una lettera dell'amato padre, in un unico fondamentale flashback che definisce la cifra dell'intero film. È la sequenza tra le più belle e significative dell’intero film: “15 dicembre 1863. Mia cara Jenny, sono qui a Trier da 8 giorni ormai. Se non ti ho scritto non è certo perché ti abbia dimenticata. Al contrario, sto facendo pellegrinaggi giornalieri a Raine Strasse, alla tua casa che per me è più interessante di tutte le antichità romane. Trier [Treviri] mi ricorda la mia giovinezza felice e ospitava il mio tesoro più caro. Tra l’altro, molte persone mi chiedono ogni giorno che fine abbia fatto la più bella fanciulla di Trier e la regina del ballo. È davvero piacevole scoprire che la propria moglie vive nella fantasia di un’intera città come una deliziosa principessa. Ti amo così tanto. Karl.”

Dice la regista: “Provo un grande interesse per la vita reale dietro le icone e studiata la famiglia Marx ho trovato interessante che Karl avesse avuto prevalentemente figlie femmine, e in particolare avesse riversato sulla minore un enorme affetto. Le diede un’ampia istruzione in un’epoca in cui l’accesso alle scuole per le donne era più difficile, e leggenda vuole che Tussy giocasse seduta tra le sue gambe mentre lui scriveva Il capitale. Cresciuta, diventò una teorica delle lotte operaie e del femminismo da una prospettiva sociale: si fece paladina dei più deboli, denunciò lo sfruttamento minorile, sosteneva che la rivoluzione operaia non si sarebbe potuta portare a termine senza che fosse anche una rivoluzione femminile. Era una gran comunicatrice, lucida, chiara, persino più del padre, una cristallina divulgatrice del marxismo. Era rivoluzionaria nella misura in cui aveva la certezza che il tempo della rivoluzione sarebbe arrivato. Mi hanno affascinato lei e questi temi, ma ho anche seguito l’istinto, un’affinità a livello personale: Tussy, come me, era la più piccola di casa. Mi hanno commosso le sue battaglie, e il contrasto con una vita privata costellata di uomini che le facevano del male, mentre lei intanto traduceva Madame Bovary e lo presentava al pubblico spiegando come raffigurasse le modalità in cui il femminile si ritrova incastrato in certe situazioni.”

Romola Garai è bravissima, superlativa, davvero una grande sorpresa, dopo tanti ruoli piuttosto secondari, attrice che sa anche scatenarsi allorquando la regista le impone il ritmo forsennato del rock nelle scene in cui, sicuramente per mostrare l’eterna modernità del pensiero marxista e di Eleanor, miscela sapientemente l’ambiente e le atmosfere di fine ‘800 e la musica dei nostri tempi. Perché, in effetti, i numerosi scritti della nostra eroina sono ancora validi. Finale travolgente, più che travolgente, con la Tussy, lasciata senza lacci dalla regista, che canta e balla a ritmo punk-rock di I’m Enough dei Downtown Boys, dando maggior impeto alla sua superlativa performance.
Perché la Garai, questo ruolo, se l’è inghiottito, lo ha divorato, ne ha fatto parte di sé e lo ha spalancato sul pubblico, travolgendolo.
Applausi!
Riconoscimenti
2020 – Festival di Venezia
Premio FEDIC
Premio Soundtrack Stars
Premio La Pellicola d'Oro per la miglior sarta di scena
In concorso per il Leone d'oro al miglior film
2021 - David di Donatello
Miglior produttore
Migliore costumista
Migliore compositore
Candidatura al miglior film
Candidatura alla migliore regia
Candidatura al migliore autore della fotografia
Candidatura alla migliore scenografia
Candidatura al migliore truccatore
Candidatura al migliore acconciatore
Candidatura al miglior suono
Candidatura ai migliori effetti visivi
2021 - Nastro d'argento
Nastro dell'anno
2021 - Filming Italy Los Angeles
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