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My Soul Summer (2022)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 4 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 5 set

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My Soul Summer

Italia 2022 commedia/musicale 1h55’

 

Regia: Fabio Mollo

Sceneggiatura: Doriana Leondeff, Antonio Leotti

Fotografia: Daniele Ciprì

Montaggio: Filippo Maria Montemurro

Musiche: Valerio C. Faggioni, Casadilego

Scenografia: Eleonora Devitofrancesco

Costumi: Sara Fanelli, Camilla Giuliani

 

Casadilego: Anita

Tommaso Ragno: Vins

Luka Zunic: Vittore

Agnese Claisse: Sara

Anna Ferzetti: Ludovica

Lunetta Savino: Daria

Matteo Oscar Giuggioli: Filippo

Timothy Martin: Wally

Matteo Lanfranchi: Umberto

 

TRAMA: Una timida ragazza di diciassette anni che suona il pianoforte classico scopre la musica soul attraverso una strana amicizia con un vecchio rocker in un’estate che cambierà la sua vita.

 

VOTO 6


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È un film anche di musica ma non urlata come piace spesso ai giovani, bensì semplicemente cantata, con passione e grazia. E ciò avviene con una voce che vibra tra il rigore del pentagramma e la libertà dell’improvvisazione (come è la black music). Ambientato in una Calabria luminosa e malinconica, il film segue Anita (Casadilego, al secolo Elisa Coclite, vincitrice di una edizione di X Factor)), una diciassettenne intrappolata tra le aspettative di una madre perfezionista e il richiamo di una musica che non ha ancora imparato a scegliere come via del futuro.



La giovanissima, al suo debutto cinematografico con questo teen movie, interpreta Anita con una grazia acerba e autentica: non è la classica adolescente ribelle, ma una ragazza che cerca di capire se stessa attraverso le note, i silenzi e gli incontri. Insomma, deve crescere mentalmente, come naturale percorso di una qualsiasi altra adolescente. Il suo viaggio, infatti, non è solo geografico, ma interiore. Mandata in vacanza dalla nonna per prepararsi all’esame di ammissione al conservatorio, scopre che la musica non è solo tecnica, ma anche anima e passione.



L’incontro con Vins, un ex rocker interpretato da Tommaso Ragno, è il punto di svolta. Lui è ruvido, disilluso, ma ancora capace di riconoscere la scintilla in chi ha qualcosa da dire. Tra i due nasce un rapporto fatto di frizioni e complicità, dove la musica diventa ponte, specchio e campo di battaglia. Vins non le insegna a cantare, le insegna a sentire. Centrali diventano a questo punto i loro dialoghi, fatti di consigli e rimproveri, incertezze e rivelazioni.



La regia di Fabio Mollo – regista che abbiamo cominciato a conoscere con film delicati e appassionati, sempre vicini alle epifanie dell’esistenza (vedi appunto Il padre d’Italia e Nata per te) - è discreta ma capace di cogliere il non detto: uno sguardo, un gesto, una pausa. La bella terra di Calabria, poi, non è solo sfondo ma uno stato d’animo: calda, sospesa, lontana dal rumore. Il film non cerca il colpo di scena, ma lavora per accumulo emotivo, come una melodia che cresce piano piano.



Ancora un coming of age musicale, quindi, ma anche un racconto di emancipazione e di crescita morale e psicologica. La protagonista non rinnega il pianoforte su cui ha iniziato ma le serve come base, come la musica classica, non scappa dalla sua storia ma la riscrive. E lo fa con una voce che finalmente le appartiene perché l’ha scoperta meglio, anche per via di quell’incontro che le ha cambiato la prospettiva.



Un’estate in Calabria, una ragazza in bilico tra Beethoven e Aretha Franklin, un ex rocker e una voce da valorizzare: un film che racconta il momento in cui la musica smette di essere un dovere e diventa una scelta. Fabio Mollo sceglie di raccontare un’estate di trasformazione, di scoperta e di ascolto, mettendo la musica al centro come motore narrativo, come linguaggio, come specchio.


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Buon cast, particolare da non trascurare ai fini della riuscita dell’operazione, tra cui l’immancabile Tommaso Ragno. Peccato solo per qualche frase ad effetto della sceneggiatura e modi di dire parecchio sfruttati e qualche cliché (perché il solito vecchio rocker solitario l’abbiamo visto già troppe volte).

Per restare in tema della meravigliosa musica soul, il titolo non poteva non essere in inglese per richiamare l’atmosfera black.

 


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Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

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