Nella morsa del ragno - Along Came a Spider (2001)
- michemar

- 13 set
- Tempo di lettura: 2 min

Nella morsa del ragno - Along Came a Spider
(Along Came a Spider) Germania, Canada, USA 2001 thriller 1h44’
Regia: Lee Tamahori
Soggetto: James Patterson (Ricorda Maggie Rose)
Sceneggiatura: Marc Moss
Fotografia: Matthew F. Leonetti
Montaggio: Neil Travis
Musiche: Jerry Goldsmith
Scenografia: Ida Random
Costumi: Sanja Milkovic Hays
Morgan Freeman: Alex Cross
Monica Potter: Jezzie Flannigan
Michael Wincott: Gary Soneji
Dylan Baker: Ollie McArthur
Mika Boorem: Megan Rose
Anton Yelchin: Dimitri Starodubov
Jay O. Sanders: Kyle Craig
Billy Burke: Ben Devine
Michael Moriarty: senatore Hank Rose
Penelope Ann Miller: Elizabeth Rose
TRAMA: Alex Cross con l’aiuto dell’agente Jezzie, deve dare la caccia a Gary, un rapinatore megalomane e pazzo. Il criminale ha prelevato una bambina e ha telefonato ad Alex per sfidarlo.
VOTO 5,5

Non è un buon periodo per il dottor Alex Cross (Morgan Freeman): la sua giovane collega è morta nel corso di un inseguimento e la pensione è ormai alle porte. Ma il destino ha in serbo per lui un nuovo caso: in un istituto di Washington, la piccola Megan Rose - figlia di una star cinematografica e di un senatore - è stata rapita. Tutti gli indizi sembrano portare a Gary Soneji (Michael Wincott), uno dei suoi professori. Jezzie Flannigan (Monica Potter), la responsabile del servizio di sicurezza presso la scuola che avrebbe dovuto sorvegliare la ragazzina, viene duramente ripresa dai suoi superiori, che le affiancano proprio Cross.
Morgan Freeman torna quindi nei panni del detective Alex Cross, il brillante psicologo forense coinvolto in un caso di rapimento ad alto profilo. Dopo una missione fallita che ha causato la morte del suo partner, Cross viene trascinato in un nuovo enigma: la figlia di un senatore è stata rapita da un criminale tanto astuto quanto tecnologicamente equipaggiato. Il film cerca di tessere una trama complessa, purtroppo, finisce per essere un thriller vuoto e sovradimensionato, i personaggi sono poco sviluppati e il dialogo spesso serve solo a spiegare la trama, piuttosto che a costruire tensione o profondità.

Ma il grande attore, per nostra fortuna, risulta l’elemento più solido del film: la sua intelligenza pungente e il suo stile misurato come sempre danno credibilità a una sceneggiatura altrimenti debole. Monica Potter e Michael Wincott offrono buone performance, ma le loro possibilità sono sottoutilizzate. Il personaggio di quest’ultimo è paragonabile come ad una specie di Bruce Wayne dei rapitori, con una casa galleggiante piena di gadget high-tech.

Il film si rivela essere un prodotto di sfruttamento commerciale da parte della Paramount per via della forte somiglianza ad altri titoli come Colpevole d’innocenza o Il collezionista. Nonostante qualche scena riuscita, il film manca di inventiva e profondità.

Pur avendo un cast talentuoso e un regista con un passato promettente, questo lavoro di Lee Tamahori si rivela un thriller impersonale e poco incisivo. Ovviamente e come detto, Morgan Freeman riesce a brillare, ma è sprecato in un film che non gli rende giustizia.









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