Quel che resta del giorno (1993)
- michemar

- 20 mar
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 16 ago

Quel che resta del giorno
(The Remains of the Day) UK, USA 1993 dramma 2h14’
Regia: James Ivory
Soggetto: Kazuo Ishiguro (romanzo)
Sceneggiatura: Ruth Prawer Jhabvala
Fotografia: Tony Pierce-Roberts
Montaggio: Andrew Marcus
Musiche: Richard Robbins
Scenografia: Luciana Arrighi
Costumi: Jenny Beavan, John Bright
Anthony Hopkins: James Stevens
Emma Thompson: Sally Kenton
James Fox: Lord Darlington
Christopher Reeve: Jack Lewis
Peter Vaughan: William Stevens
Hugh Grant: Cardinal, figlioccio di Lord Darlington
Michael Lonsdale: Giscard Dupont d’Ivry
John Savident: dott. Meredith
Tim Pigott-Smith: Tom Benn
Ben Chaplin: Charlie
Lena Headey: Lizzie
Patrick Godfrey: Spencer
Peter Cellier: Sir Leonard Bax
Rupert Vansittart: Sir Geoffrey
TRAMA: Dopo aver fedelmente servito per decenni Lord Darligton, il maggiordomo Stevens sfrutta i giorni di vacanza concessigli dal nuovo proprietario del castello per recarsi da miss Kenton, già governante a Darligton House. Ripensando al passato, Stevens si rende conto che l’assoluta dedizione al servizio gli ha impedito l’autonomia intellettuale necessaria e anche la capacità di cogliere l’occasione dell’amore.
VOTO 8

Da un romanzo di Kazuo Ishiguro, ancora una preziosa e meticolosa ricostruzione d’epoca come solito nello stile dell’impeccabile James Ivory, assieme a una forte tensione drammatica appena percettibile a causa del rigido e glaciale formalismo del maggiordomo Stevens vissuto irragionevolmente come una religione.
La maggior parte del film è presentata come una serie di flashback, dove il James Stevens degli anni ‘50 (Anthony Hopkins) ricorda i suoi giorni di servizio sotto il defunto Lord Darlington (James Fox), specialmente durante gli anni che precedono la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, al centro del racconto c’è la relazione mai definita di Stevens con la governante, Sally Kenton (Emma Thompson). Si amano, ma quell’amore rimane inespresso, perché non importa quanto la signorina Kenton cerchi di tirarlo fuori, il signor Stevens non riesce ad ammettere i suoi sentimenti, nemmeno a se stesso.
Questa relazione viene esplorata all’ombra dell’ascesa al potere dei nazisti in Germania. Lord Darlington, un simpatizzante tedesco che crede che il Trattato di Versailles sia stato crudele e sbagliato, è determinato a combattere per la pace, a qualunque costo. Alcuni di coloro che invita a stare sotto il suo tetto non sono altrettanto entusiasti, tra cui il membro del Congresso degli Stati Uniti Lewis (Christopher Reeve), che avverte Darlington che è un dilettante che gioca a un gioco che è meglio lasciare ai professionisti. L’avvertimento è profetico, ma le sue conseguenze non sono esplorate in modo completo come avrebbero potuto essere.
Ciononostante, il film punta decisamente sull’interazione tra Miss Kenton e Mr. Stevens che dei tentativi di Lord Darlington di limitare la guerra. La pellicola di James Ivory segue questi due per più di vent’anni, sperando sempre che qualcosa rompa la perfetta patina di scarsità emotiva dell’uomo. Il finale però è intransigente. La tragedia senza catarsi può essere una pillola amara, ma il regista non fa nulla per attenuarne l’impatto. Vuole che il pubblico senta la profondità della perdita silenziosa di Stevens.
Anthony Hopkins ha il ruolo centrale e interpreta Stevens alla perfezione. Avendo visto questa interpretazione, è impensabile che qualcuno avrebbe potuto sostituirlo. Questo monumentale lavoro di recitazione - sicuramente uno dei migliori di quel periodo, se non il migliore - è ancora più impressionante a causa della mancanza di una gamma emotiva esterna nel maggiordomo. Hopkins è costretto a impiegare una grande quantità di sottigliezza per esibire il tumulto sotto la superficie. È torturato dal suo amore, ma il bisogno di esprimere i suoi sentimenti non riesce a superare il suo profondo riserbo. Finché non parla o agisce, è al sicuro, anche se il prezzo per quella sicurezza è la sua unica possibilità di gioia. Far emergere le complessità di questo personaggio è il marchio solo dei più grandi attori e Hopkins lo è sicuramente.
Emma Thompson fa il suo solito lavoro solido con la sua parte, ma il ruolo della signora Kenton manca della sostanza del personaggio dell’attrice come era accaduto in Casa Howard. Questo non vuol dire che le sia stata affidata un compito secondario, niente di più lontano dalla verità. Ma questa è soprattutto la storia di Stevens e alla fine la Kenton non gode di altro che di un ruolo secondario. Lei è lì per lui, disposta a darle amore, se solo lui può permettersi di accettarlo.
Christopher Reeve è una scelta perfetta per interpretare il tipico americano e nessuno confonderebbe il deputato Lewis con un personaggio reale, ma non sembra che James Ivory fosse interessato a presentare più di uno stereotipo. Il suo personaggio è coinvolto per due motivi, e una volta raggiunti entrambi gli obiettivi, non c’è alcun motivo reale per lui di essere nella storia. Serve al suo scopo, e questo è sufficiente.

Quel che resta del giorno è un film coinvolgente e potente, in tutto e per tutto uguale alle migliori produzioni di Merchant Ivory (qui c’è anche la mano di Mike Nichols), ed è sicuramente il racconto più emotivamente straziante che abbia mai portato sullo schermo. Le storie d’amore tragiche spesso colpiscono con l’impatto più duro, e poche sono meglio realizzate e presentate in modo più intelligente di quella di Mr. Stevens e Miss Kenton. Magnificamente diretti da James Ivory.

Riconoscimenti
Premio Oscar 1994
Candidatura miglior film
Candidatura migliore regia
Candidatura miglior attore protagonista a Anthony Hopkins
Candidatura miglior attrice protagonista a Emma Thompson
Candidatura migliore sceneggiatura non originale
Candidatura migliore scenografia
Candidatura migliori costumi
Candidatura miglior colonna sonora
Golden Globe 1994
Candidatura miglior film drammatico
Candidatura miglior regista
Candidatura miglior attore in un film drammatico a Anthony Hopkins
Candidatura migliore attrice in un film drammatico a Emma Thompson
Candidatura migliore sceneggiatura
BAFTA 1994
Miglior attore protagonista a Anthony Hopkins
Candidatura miglior film
Candidatura migliore regia
Candidatura miglior attrice protagonista a Emma Thompson
Candidatura migliore sceneggiatura non originale
Candidatura migliore fotografia
David di Donatello 1994
Miglior attore straniero a Anthony Hopkins
Migliore attrice straniera a Emma Thompson
Candidatura miglior film straniero




























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