Risvegli (1990)
- michemar

- 10 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 23 ago

Risvegli
(Awakenings) USA 1990 dramma 2h1'
Regia: Penny Marshall
Soggetto: Oliver Sacks (libro)
Sceneggiatura: Steven Zaillian
Fotografia: Miroslav Ondrícek
Montaggio: Battle Davis, Gerald B. Greenberg
Musiche: Randy Newman
Scenografia: Anton Furst
Costumi: Cynthia Flynt
Robert De Niro: Leonard Lowe
Robin Williams: dr. Malcolm Sayer
Julie Kavner: Eleanor Costello
Ruth Nelson: sig.ra Lowe
John Heard: dr. Kaufman
Penelope Ann Miller: Paula
Max Von Sydow: dr. Peter Ingham
Keith Diamond: Anthony
Peter Stormare: neurochirurgo
Judith Malina: Rose
TRAMA: Il risveglio di un quarantenne Leonard Lowe, ammalatosi da bambino e ridotto allo stato vegetativo da oltre trent'anni è al centro della narrazione. Il paziente risvegliato, uscito dallo stato incosciente, torna a nuova vita, cammina, legge e si interessa anche a Paula, figlia di un paziente dell’ospedale. Il farmaco tuttavia dà rapidamente assuefazione, gravi effetti collaterali ed è quindi inevitabile per i pazienti il ritorno allo stato catatonico. Leonard conscio di tutto ciò, dopo aver dato l’addio a Paula, chiede a Sayer di continuare a somministrargli la medicina, di controllarlo e di filmarlo per contribuire personalmente alla scoperta di un farmaco che potrebbe salvare la vita ad altri.
Voto 6,5

Due attori non solo di grande richiamo ma autentici campioni della recitazione per la vera storia di un eccezionale esperimento, effettuato in America nel 1969, su di un gruppo di malati cronici affetti da encefalite letargica (una patologia infiammatoria dell'encefalo dovuta a un virus che provoca la catatonia), che vivevano come in uno stato di torpore da moltissimi anni. Se da un lato il film può sembrare che punti al patetico e al commovente, virata quasi inevitabile per una vicenda come questa, dall’altro viene però compensato dalla presenza sullo schermo dei due big, bravissimi come sempre, Robert De Niro e Robin Williams.

È la storia vera del dottore Malcolm Sayer (cioè Oliver Sacks) che, nel 1969 in un ospedale del Bronx scoprì l'effetto positivo di un nuovo farmaco sulla scorta delle evidenze che il farmaco stava allora acquisendo nella terapia della malattia di Parkinson: egli lo somministrò a un paziente il quale, come gli altri nello stesso stato, fu “risvegliato” dopo decenni in cui era rimasto dormiente. Il problema però era che il farmaco provocava presto tolleranza e non faceva più effetto se non aumentandolo sempre più e ciò non era prudente, in quanto i dosaggi maggiori davano effetti collaterali come tic, movimenti muscolari involontari e cambiamenti dell’umore, fino a far aumentare l’aggressività. Un guaio.

Ma com’era nata quell’esperienza? Bisogna risalire al 1915, quando cominciarono ad apparire in Europa - e in seguito negli Stati Uniti - una serie di episodi clinici inspiegabili. Sotto lo sguardo dei medici si stavano moltiplicando i casi di una patologia infiammatoria dell’encefalo, capace di provocare violenti casi di sonnolenza. Ne furono affetti alcuni milioni di individui. La malattia infettiva venne chiamata encefalite letargica. Così come era apparsa, verso il 1924 sparì, lasciando i medici con un numero elevato di casi da gestire e con le domande senza risposta riguardo al virus sconosciuto che ne aveva causato l’epidemia. Più di una trentina di anni dopo, Oliver Sacks studierà alcuni di quei casi, rimasti in giacenza in un ospedale del Bronx. Ne uscirà un libro, Risvegli. Da qui il film.

Nella tragedia di una patologia siffatta, la mano di Penny Marshall, autrice di commedie molto divertenti (il travolgente Jumpin’ Jack Flash e Big, la versione USA del pozzettiano Da grande) si nota parecchio, perché con la presenza di due uomini istrionici come la nostra coppia non poteva andare diversamente e altrimenti sarebbe stata un’occasione persa. E difatti, sparsi qui e là, ci sono scene molto buffe che spezzano l’atmosfera che sennò sarebbe stata solo triste e pessimista. E serpeggia perfino un filo di romanticismo quando il paziente principale, Leonard, si innamora della figlia di un altro ammalato. Svolta che non tutti hanno apprezzato, giudicandola come un mezzo per attirare le simpatie del pubblico. Dimenticando in questa maniera che è proprio di questa regista il sorridere anche nelle situazioni gravi. Il che non è sempre negativo.

Grandissimi i due attori, uno spettacolo continuo: la totale immersione nella malattia di Robert De Niro e il sorriso paziente e accattivante di Robin Williams.
“Mi chiamo Leonard Lowe. Qualcuno mi ha spiegato che sono stato da qualche altra parte per un po’ di tempo. Sono tornato.”
Non sono irresistibili?
Riconoscimenti
1991 - Premio Oscar
Candidatura miglior film
Candidatura miglior attore protagonista a Robert De Niro
Candidatura migliore sceneggiatura non originale
1991 - Golden Globe
Candidatura miglior attore in un film drammatico a Robin Williams




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