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Tre uomini e una gamba (1997)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 6 ott
  • Tempo di lettura: 2 min
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Tre uomini e una gamba

Italia 1997 commedia 1h40’

 

Regia: Aldo, Giovanni e Giacomo, Massimo Venier

Sceneggiatura: Aldo, Giovanni e Giacomo, Massimo Venier, Giorgio Gherarducci, Lucio Martignoni

Fotografia: Giovanni Fiore Coltellacci

Montaggio: Marco Spoletini

Musiche: Phil Palmer, Marco Forni

Scenografia: Maria Luigia Battani

Costumi: Stefano Giovani

 

Aldo Baglio: Aldo / Al / Ajeje Brazorf / Dracula

Giovanni Storti: Giovanni / John / controllore / Gino

Giacomo Poretti: Giacomo / Jack / passeggero / Michele

Marina Massironi: Chiara / Giusy

Carlo Croccolo: Eros Cecconi

Maria Pia Casilio: signora Cecconi

Luciana Littizzetto: Giuliana Cecconi

Vittoria Piancastelli: Marta Cecconi

Eleonora Mazzoni: moglie di Aldo

Augusto Zucchi: medico

 

TRAMA: Tre amici attraversano l'Italia in macchina per consegnare il cane e una gamba di legno al rispettivo boss.

 

VOTO 6,5


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Le vicende di tre amici, Aldo, Giovanni e Giacomo, alle soglie dei quarant’anni, che intraprendono un viaggio da Milano a Gallipoli. Il motivo è il matrimonio di Giacomo con la figlia più giovane di Eros Cecconi, un imprenditore romano proprietario di una catena di ferramenta dove i tre lavorano. Devono consegnare a Cecconi una scultura di legno a forma di gamba, opera dell’artista Garpez. Nel tragitto perdono (e riconquistano) la scultura e il cane Ringhio, un bulldog affidato dal suocero ai tre amici.


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Per molti osservatori, il film rappresenta un punto di svolta nel cinema comico italiano, segnando il debutto cinematografico del celebre trio. Ispirato al romanzo umoristico Tre uomini in barca di Jerome K. Jerome, si distingue per la sua struttura narrativa di road movie, intrecciando dialoghi arguti e situazioni esilaranti che rifuggono dalla banalità.


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Lodevole la capacità del trio di adattare la loro comicità al grande schermo, creando un’opera che, pur attingendo da gag e tormentoni televisivi, acquista una propria autonomia anche cinematografica. Il viaggio si trasforma in un’avventura ricca di colpi di scena e momenti cult, che hanno lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo. Un paio di esempi, tra l’altro tratti dalle ammissioni dei tre comici.


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“La scena della partita di calcio sulla spiaggia l’avevamo presa da Marrakech Express, il film di Salvatores, mentre Aldo che sbuca dalla sabbia ricordava un po’ Rambo 2 che esce dal fango. Non sapevamo se l’idea della partita che sembra vinta e invece è persa e il gol di Aldo in tuffo avrebbero funzionato. Tutto poteva risultare un po’ naïf, un po’ folle, e poteva anche non piacere. Così come un’altra scena che è diventata un cult: quella della finta telefonata di Aldo al suocero-padrone, quando sfoga tutta la sua rabbia mandandolo ‘affanguuuulo’ ma il telefono era occupato…


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Riconoscimenti

David di Donatello 1998

Candidatura miglior regista esordiente

Nastro d’Argento 1998

Premio speciale

Ciak d’Oro 1998

Candidatura migliore attrice non protagonista a Marina Massironi

 


 
 
 

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