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Tutto in una notte (1985)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 13 mag 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

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Tutto in una notte

(Into the Night) 1985 commedia poliziesca 1h55’


Regia: John Landis

Sceneggiatura: Ron Koslow

Fotografia: Robert Paynter

Montaggio: Malcolm Campbell

Musiche: Ira Newborn

Scenografia: John J. Lloyd

Costumi: Deborah Nadoolman


Jeff Goldblum: Ed Okin

Michelle Pfeiffer: Diana

Stacey Pickren: Ellen Okin

Carmen Argenziano: Stan

Dan Aykroyd: Herb

Kathryn Harrold: Christie

David Bowie: Colin Morris

Carl Perkins: Williams

Jonathan Lynn: sarto

Bruce McGill: Charlie

Vera Miles: Joan Caper

Richard Farnsworth: Jack Caper

Paul Mazursky: Bud Herman

Roger Vadim: Melville

Irene Papas: Shaheen Parvici


TRAMA: Dopo aver scoperto che sua moglie lo tradisce, un ingegnere aerospaziale insonne incontra accidentalmente e cerca di aiutare una bellissima modella in fuga da alcune persone estremamente pericolose.


Voto 6,5

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Siano in America, perdinci, e può succedere di tutto. Ma proprio tutto! E per giunta nell’arco di poche ore, al più sfortunato dei personaggi, un tipo che se ne stava tranquillo per conto suo, aggravato dal fatto che, appunto di notte, non riesce mai a prendere sonno. Infatti, una notte, all'aeroporto di Los Angeles, Diana (Michelle Pfeiffer), inseguita da killer iraniani, cerca scampo infilandosi nell'automobile di Ed Okin, un ingegnere tradito dalla moglie e sofferente d'insonnia. Lei ha contrabbandato alcuni smeraldi, non intende mollarli e trascina con sé lo strabiliato nottambulo alla ricerca di vari amici a cui chiedere aiuto. Al termine di una notte senza un attimo di tregua, Ed e Diana si ritrovano in un motel, innamorati e con una valigia piena di dollari. E ora, che si fa?

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Detta così sembra una storia facile, come tante, ed invece è un guazzabuglio, un vero e proprio hellzapoppin’ della fantasia cinematografica. John Landis era reduce da successi planetari: solo qualche anno prima aveva firmato due film cult tra i cult di sempre chiamati The Blues Brothers e Una poltrona per due (senza trascurare i successi di Animal House e Un lupo mannaro americano a Londra) ed ora si accingeva a raccontare una storia che si svolge in tempo reale e che racchiude così tante avventure che si potevano sviluppare in quelle che oggi sono le serie di grande attrazione (a proposito: perché non c’hanno pensato, che strano). E come nel suo stile, tira fuori dal cilindro un personaggio che sembra scritto apposta per Jeff Goldblum, dinoccolato, lento, continuamente meravigliato di ciò che gli sta accadendo, estraniato, eppure tirato per la manica fin dentro un’avventura noir che non avrebbe mai voluto vivere. Imposto dalla produzione (il regista doveva scegliere per forza tra uno degli interpreti del bellissimo Il grande freddo) Landis non se ne pentì, perché l’attore si rivelò uno dei cardini del gradimento del film.

Immaginiamo Ed di notte, insonne, deluso dal tradimento della moglie, che gira per la città in auto per smaltire rabbia e per far passare le ore fuori dal letto, che all’improvviso si ritrova con una bellissima bionda seduta accanto che lo coinvolge, suo malgrado, in una serie spericolata di avventure di cui avrebbe voluto fare a meno. Nella rocambolesca notte succede, si diceva, di tutto e in un tourbillon non solo di situazioni pericolose e minacciose ma anche di generi e sottogeneri cinematografici, mescolati e snocciolati con una velocità pari alla lunghezza della notte da vivere. Il divertimento del regista è anche quello dello spettatore e per portare a termine l’operazione lo stuolo dei personaggi è quasi infinito, con una continua e costante apparizione di camei che fa impressione, in cui compaiono non solo attori ma anche famosissimi registi che stanno al gioco, se stesso compreso, riservandosi addirittura un ruolo ineffabile di uno degli agenti della Savak, la polizia segreta iraniana che è sulle tracce di Diana che ha con sé gli smeraldi rubati allo scià. A ciò aggiungiamo David Cronenberg, Jonathan Demme, Richard Franklin, Lawrence Kasdan, Paul Mazursky, Don Siegel, Roger Vadim, solo per fare qualche nome. Per non parlare del killer interpretato da David Bowie e la magica apparizione di Irene Papas. Per amalgamare il tutto il blues di B.B. King e la sua Lucille.

Il film è uno show e vi si assiste come fosse uno spettacolo del sabato sera televisivo americano, tra scene assurde e surreali, con una sottotraccia di critica sociale e politica. D’altronde John Landis ha sempre preso in giro la società dei tempi – gli anni ’80 - caratterizzata dal reaganismo e dal susseguente edonismo come andava di moda dire in Italia. In buona sostanza un thriller comico accattivante e complesso a un ritmo continuo, ma che in fondo è solo una commedia per prendere in giro anche i film d’azione.


 
 
 

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