Underwater (2020)
- michemar

- 31 mar 2023
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 28 ago

Underwater
USA 2020 fantascienza/horror 1h35’
Regia: William Eubank
Sceneggiatura: Brian Duffield, Adam Cozad
Fotografia: Bojan Bazelli
Montaggio: Todd E. Miller, Brian Berdan, William Hoy
Musiche: Marco Beltrami, Brandon Roberts
Scenografia: Naaman Marshall
Costumi: Dorotka Sapinska
Kristen Stewart: Norah Price
Vincent Cassel: capitano W. Lucien
Mamoudou Athie: Rodrigo Nagenda
T.J. Miller: Paul Abel
John Gallagher Jr.: Liam Smith
Jessica Henwick: Emily Haversham
Gunner Wright: Lee Miller
Fiona Rene: Godmother
Amanda Troop: Poseidon Patty
TRAMA: Un team di ricercatori sottomarini si ritrova a dover lottare per la propria sopravvivenza dopo che un devastante terremoto distrugge il loro laboratorio sotterraneo.
Voto 6

Nel 2050 un gruppo di ricercatori viene incaricato di perforare i fondali della Fossa delle Marianne, a circa 7 miglia di profondità, alla ricerca di nuove risorse da poter utilizzare, alle dipendenze della società Tian Industries. Mentre i tecnici sono nella base sottomarina, però, un terremoto fortissimo si abbatte su di loro: tre di questi, insieme al capitano Lucien (Vincent Cassel), l’unico europeo, riescono a salvarsi e tentano di abbandonare quel reparto per raggiungere la base di controllo dove vivono la biologa Emily e l’ingegnere Liam. Le capsule di salvataggio però sono andate distrutte e a questo punto non resta altra chance di sopravvivenza che camminare sul fondale marino – opportunamente attrezzati - per raggiungere la vicina e abbandonata trivella, sperando che i suoi sistemi di comunicazione funzionino ancora o che ci siano altre capsule in grado di riportarli in superficie. Tuttavia, quello che sembrava un semplice terremoto si rivela qualcosa di completamente diverso: fatti misteriosi cominciano ad accadere e gli uomini - che in quel mondo sottomarino sono come degli intrusi - stanno per essere attaccati da forze distruttive. I sopravvissuti si rendono così conto di non essere soli e di essere inseguiti da un’oscura presenza che richiederà tutto il loro coraggio.

Come si può immaginare, urlare o chiedere aiuto nello spazio infinito o nel fondali marini è la stessa cosa e se non funzionano i sistemi di comunicazione in nessuno dei due casi non c’è possibilità di essere sentiti e farsi raggiungere dai soccorsi. Che è quello che succede ai ricercatori di questo racconto. Gruppo che, una volta sentitosi in trappola e inseguito da creature mostruose, le uniche legittime abitanti del luogo inospitale, è sicuramente destinato a soccombere. Intuibile che ci troviamo nel caso classico del countdown dell’elenco delle persone che ad uno ad uno cominceranno a perdere la vita. Dalle condizioni ambientali e da come si sviluppa la trama, si intuisce anche che l’impianto del film è molto simile ad altri film più noti, che hanno fatto da capisaldi al sottogenere, iniziando (molto simile) dall’inimitabile Alien, con la sola differenza che invece di essere ambientato nello spazio, qui i protagonisti si trovano sepolti sotto l’immensità marina.
Il progetto del regista William Eubank è un film essenzialmente tutto adrenalina e claustrofobia, in un luogo dove le parti si invertono: gli umani invasori sono gli alieni degli abitatori naturali, prima che mostri. Ma per riuscire nell’intento egli capisce bene che affinché un film come questo funzioni, è necessario mantenere un ritmo vertiginoso e, a tal fine, raramente si ferma e quando succede, la pausa è breve. Questo aspetto porta la conseguenza di poter curare poco la presentazione dei personaggi, fatta forse l’unica eccezione nella vera protagonista, Norah (Kristen Stewart), che è il personaggio che il film segue continuamente, sin dal primo impatto della tremenda scossa di terremoto sottomarino, quando lei, all’inizio della visione, si sta lavando i denti, seguendo come al solito il ritmo consueto quotidiano. È un continuo susseguirsi di speranze di appigli di salvezza e di disgraziate sorprese dovute alla delusione per il mancato successo.

La pressione dell’acqua è altissima e il bisogno di ossigeno enorme, due necessità che fin quando la base è efficiente tutto va bene, ma se succedono stravolgimenti come quelli raccontati va tutto in malora ed allora ci si salva solo con le loro complicate tute da palombaro hi-tech. Il problema serio è rappresentato dalla distruzione parziale della base e dal fatto che la creatura – tanto simile per imponenza e mostruosità al più celebre Alien – è famelica: lei è la Cthulhu che li insegue. La suspense è alta e il film si snocciola praticamente in tempo reale, tenendo sotto pressione lo spettatore nella speranza che ogni volta i sopravvissuti restanti trovino la via della salvezza.

Girato veramente sott’acqua, ovviamente in condizioni sicure, è fuori di dubbio che l’attore più importante in partenza sia Vincent Cassel, ma è lei, Kristen Stewart (sempre in short e reggiseno sportivo), che si prende il centro della scena, un po’ perché la seguiamo per tutta la trama, un po’ perché – lo scrivo da anni – è una ragazza che sa catturare l’attenzione del pubblico in ogni occasione in cui recita. Lasciando stare il trittico emo-horror-teen che l’aveva lanciata, è un’attrice di enormi qualità e dotata di grande personalità che traspare ad ogni interpretazione, anche in questa occasione di medio livello. Lo testimonia il fatto che è ormai chiamata anche dai migliori autori. Il forte carattere emerge anche da quello che ha dichiarato in merito alla realizzazione di questo film: “Non è stato un film facile da fare. È stato lungo, e freddo, e fottutamente difficile. Come si può reagire in situazioni tanto precarie? È davvero qualcosa che tira fuori il meglio e il peggio delle persone” ha raccontato nel corso di un’intervista a Entertainment Weekly. Per poi spiegare che, come già in molte pellicole del passato, non ha voluto una controfigura. “Quando ci siamo seduti, ho detto: Odio l’idea di stare sott’acqua.” E non intendeva il titolo del film, semplicemente non le piaceva l'acqua. “Adoro questo film. Adoro il personaggio di Norah, ma sarò sincera: odio l'acqua. Quindi voglio farlo!”. Caratterino, eh?


Invece William Eubank, specialista di thriller drammatici e horror, dice: “Il personaggio di Norah rappresenta un piccolo omaggio a Ripley. Non era importante se Ripley fosse maschio o femmina e questo la rese un personaggio davvero innovativo. Nessuno aveva mai creato un personaggio del genere fino a quel momento. Questa è stata la vera fonte di ispirazione: volevo che l’arco narrativo di Norah non avesse nulla a che fare con il suo genere sessuale. Mi sembrava una rappresentazione molto autentica di un personaggio. Nel mondo di oggi, credo sia giusto comunicare un messaggio del genere”.
In buona sostanza è un film che incrocia più di un sottogenere, mescolando survival, horror e sci-fi, con la peculiarità che si svolge interamente tra terremoti, esplosioni, implosioni e predazioni a ritmo incessante. Nulla di speciale ma un discreto intrattenimento movimentato.









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