Amazing Grace (2006)
- michemar

- 6 nov
- Tempo di lettura: 2 min

Amazing Grace
USA, UK 2006 dramma biografico 1h58’
Regia: Michael Apted
Sceneggiatura: Steven Knight
Fotografia: Remi Adefarasin
Montaggio: Rick Shaine
Musiche: David Arnold
Scenografia: Charles Wood
Costumi: Jenny Beavan
Ioan Gruffudd: William Wilberforce
Romola Garai: Barbara Spooner
Benedict Cumberbatch: William Pitt
Albert Finney: John Newton
Michael Gambon: Lord Charles Fox
Rufus Sewell: Thomas Clarkson
Youssou N’Dour: Olaudah Equiano
Ciarán Hinds: Lord Tarleton
Toby Jones: Duca di Clarence
Nicholas Farrell: Henry Thornton
Sylvestra Le Touzel: Marianne Thornton
Jeremy Swift: Richard, il maggiordomo
Bill Paterson: Lord Dundas
Stephen Campbell Moore: James
TRAMA: La vita di William Wilberforce, politico inglese, leader del movimento contro la schiavitù che portò nel 1807 all’abolizione della tratta degli schiavi nell’intero Impero Britannico.
VOTO 6

Nel 1797, William Wilberforce (Ioan Gruffudd), è un giovane deputato del Parlamento Britannico ma la vocazione religiosa lo vorrebbe portare fuori dalla politica. Invece vi resta, incoraggiato dei suoi amici e sostenitori, dando inizio ad una serie di campagne politiche, la prima delle quali è l’abolizione della schiavitù dei neri, motivo per il quale è rimasto famoso.


È tale la passione chi vi mette che la salute ne risente e solo il sostegno della moglie Barbara Spooner (Romola Garai) e dei suoi alleati, come il suo mentore, John Newton (Albert Finney), il capitano di una nave di schiavi diventato prete pentito che scrisse l’inno “Amazing Grace” che dà il titolo al film, il futuro primo ministro William Pitt (Benedict Cumberbatch) e Olaudah Equiano (Youssou N’Dour), l’erudito ex schiavo diventato scrittore, mentre egli combatte inutilmente l’indifferenza dei cittadini e l’opposizione determinata a mantenere il privilegio che combatte.


Un dramma storico, quindi, che Michael Apted realizza con ottimi attori inglesi e irlandesi della vecchia e nuova scuola per una storia che può sembrare noiosamente retorica ma che proprio quel cast alimenta per renderla interessante e appassionata. Come l’impegno fisico e intellettuale del vigoroso protagonista, un buon Ioan Gruffudd, mentre il regista sfrutta la buona sceneggiatura dell’esperto Steven Knight per studiare i caratteri dei vari personaggi veramente esistiti e per quale motivo si sono impegnati nella loro vita.


Sicuramente non tutto fila liscio, perché come lezione di Storia va bene ma come studio dei personaggi non riesce del tutto. Forse influiscono negativamente anche i continui salti temporali e l’eccessiva retorica contenuta, dovuta sicuramente all’importante argomento.
Comunque, è un’opera interessante e istruttiva, con un cast importante.






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