Apollo 13 (1995)
- michemar

- 26 dic 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 2 giu 2023

Apollo 13
USA/UK/Canada/Giappone 1995 dramma storico 2h20’
Regia: Ron Howard
Soggetto: Jim Lovell, Jeffrey Kluger (Lost Moon)
Sceneggiatura: William Broyles Jr., Al Reinert
Fotografia: Dean Cundey
Montaggio: Daniel P. Hanley, Mike Hill
Musiche: James Horner
Scenografia: Michael Corenblith
Costumi: Rita Ryack
Tom Hanks: Jim Lovell
Kevin Bacon: Jack Swigert
Bill Paxton: Fred Haise
Gary Sinise: Ken Mattingly
Ed Harris: Gene Kranz
Kathleen Quinlan: Marilyn Lovell
Mary Kate Schellhardt: Barbara Lovell
Emily Ann Lloyd: Susan Lovell
Miko Hughes: Jeffrey Lovell
Max Elliott Slade: Jay Lovell
Chris Ellis: Deke Slayton
Joe Spano: direttore NASA
Xander Berkeley: Henry Hurt
TRAMA: Houston, abbiamo un problema: queste laconiche parole, pronunciate da una distanza di 205 mila miglia, lasciarono il Controllo Missione Nasa e tutto il mondo con il fiato sospeso. La navicella spaziale Apollo 13 era partita l'11 aprile 1970 dalla base di Cape Canaveral, diretta verso la Luna. Un'esplosione avvenuta a missione ormai avanzata stava facendo perdere ossigeno, potenza e controllo. Per la prima volta nella storia la vita di tre cosmonauti era in pericolo.
Voto 7

In ogni occasione diciamo che la scienza ha fatto progressi da capogiro, che lo sviluppo tecnologico va ad una velocità impressionante. Per esempio, all’inizio di questo film il protagonista Jim Lovell va affermando con orgoglio ai giornalisti che ha la possibilità di disporre, per la sua attività di astronauta, di un computer che invia milioni di istruzioni in pochissimo tempo. Sicuramente un cervello elettronico molto grande, che scaldava parecchio, la cui velocità pareva allora impensabile. Oggi è possibile scrivere queste righe con un piccolo e sottile PC molto ma molto più potente di allora e – ovviamente – oggi l’uomo scientifico sta puntando lo sguardo non più alla Luna ma pianeti lontani anni e anni di volo. Più l’uomo si spinge al di là delle sue momentanee possibilità, più i mezzi a disposizione sembrano obsoleti e inadeguati. Se il primo volo transoceanico fu fatto su un aereo pochissimo sicuro, anche i primi voli spaziali furono su mezzi all’avanguardia allora, ma ritenuti molto insicuri oggi. Com’era quel volo programmato sull’Apollo 13?

A ben pensarci, il film non afferma mai veramente il suo tema di fondo, tranne forse in uno dei dialoghi finali, ma l'intero film ne è soffuso: il programma spaziale era una cosa davvero straordinaria, qualcosa di cui essere orgogliosi e coloro che ne hanno fatto parte, specialmente i ragazzi in volo, non erano solo "eroi", che è un cliché e che il cinema americano o russo o quale altro amano presentare con orgoglio, ma uomini coraggiosi e pieni di risorse fisiche e intellettive. Ed è ciò che anche il regista ha cercato di fare in questa occasione.

La grande bravura di Ron Howard, infatti, è stata di rendere il più umano possibile una storia che in quei giorni sembrava fantascienza ed invece si stava realizzando veramente. C’erano uomini di una spedizione spaziale che potevano morire per un imprevisto, grave o leggero avrebbe potuto avere le medesime conseguenze, ma al posto di renderli eroi lui ce li mostra uomini coraggiosi e intraprendenti. Una palpitante avventura che unì mentalmente e spiritualmente coloro che erano nello spazio e in grandi difficoltà di sopravvivenza e i tecnici a terra che dovevano trovare assolutamente il modo per salvarli e riportarli sani e salvi sul nostro pianeta.


Spettacolare, avvincente, trionfante: è anche la autocelebrazione dello spirito americano nelle mani di un regista e di bravissimi attori, ma è anche il frutto della cura per i particolari, ai piccoli dettagli mai trascurati, rifacendosi a quelli entrati nella storia o aggiunti con arte alla narrazione per renderla ancora più suggestiva. Tom Hanks, Kevin Bacon, Bill Paxton, Gary Sinise, Ed Harris sono tutti impegnati al massimo, con evidente spirito collaborativo per inneggiare alla tecnologia americana, sempre in gara con quella russa, ma è Ron Howard che sa raccontare la leggenda anche questa volta, come ha sempre saputo fare tante altre volte e in mille maniere.
Tutto bello. Però, diciamocelo: abbiamo un problema. E chi non ce l’ha?

Riconoscimenti
1996 - Premio Oscar
Miglior montaggio
Migliore sonoro
Candidatura miglior film
Candidatura miglior attore non protagonista a Ed Harris
Candidatura miglior attrice non protagonista a Kathleen Quinlan
Candidatura migliore sceneggiatura non originale
Candidatura migliore scenografia
Candidatura migliori effetti speciali
Candidatura miglior colonna sonora
1996 - Golden Globe
Candidatura miglior film drammatico
Candidatura migliore regia
Candidatura miglior attore non protagonista a Ed Harris
Candidatura miglior attrice non protagonista a Kathleen Quinlan






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