Batman Begins (2005)
- michemar
- 9 mar 2022
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 27 dic 2023

Batman Begins
USA/UK 2005 azione 2h20'
Regia: Christopher Nolan
Sceneggiatura: David S. Goyer, Christopher Nolan, Bob Kane
Fotografia: Wally Pfister
Montaggio: Lee Smith
Musiche: James Newton Howard, Hans Zimmer
Scenografia: Nathan Crowley
Costumi: Lindy Hemming
Christian Bale: Bruce Wayne / Batman
Michael Caine: Alfred Pennyworth
Liam Neeson: Henri Ducard / Ra's alGhul
Katie Holmes: Rachel Dawes
Gary Oldman: James Gordon
Cillian Murphy: Jonathan Crane / Spaventapasseri
Tom Wilkinson: Carmine Falcone
Rutger Hauer: Bill Earle
Ken Watanabe: falso Ra's al Ghul
Morgan Freeman: Lucius Fox
Mark Boone Junior: det. Arnold Flass
Linus Roache: Thomas Wayne
Sara Stewart: Martha Wayne
Larry Holden: Carl Finch
TRAMA: Bruce Wayne, giovane rampollo di un illuminato filantropo di Gotham City, vede i suoi genitori assassinati da un rapinatore. Incapace di liberarsi del senso di colpa, inizia un vagabondaggio che lo porta fin sulle vette dell'Himalaya, dove Ra's Al Ghul e il suo fido Ducard lo iniziano alla via del loro culto ninja. Wayne è deciso a servire la giustizia e tornato a Gotham, trova due acerrimi nemici, dietro ai quali si nasconde qualcosa di ancora più potente. L'unico modo per combatterli è diventare un simbolo, che dia forza e speranza alla gente.
Voto 7,5

È l’inizio di una trilogia di forte spessore, ancora una versione della storia dell'uomo-pipistrello. Un reboot realizzato da un vero esperto di film intricati, un vero maestro dei racconti ad incastro. Christopher Nolan è l'unico regista che, nel pieno della sua cifra stilistica e del suo modo di far cinema, riesce infatti a dare senso all'ambiguità psicologica di Wayne/Batman, che diventa finalmente il fulcro di un film. Egli riesce a elaborare la trama in un'atmosfera cupa ma non barocca, senza pacchianerie. Da notare che il regista, quando gli viene affidato l’incarico di ridare linfa al mitico personaggio, è un giovane autore (appena 35enne!) con poca esperienza sulle spalle ma con due film di grande impatto come Memento e Insomnia.

Un bambino gioca nel parco di un palazzo, cade in un pozzo, riapre gli occhi, sente un fruscio, e dall'oscurità senza fondo centinaia di pipistrelli volano verso di lui. “Di che cosa hai paura, signor Wayne?”. Quella paura mai superata, dominata e rilanciata contro gli avversari, diventerà l'arma più forte del giovane miliardario Bruce Wayne, in arte Batman, il giustiziere misterioso che vuole ripulire Gotham City dalla corruzione. Creato nel 1939 da Bob Kane, Batman non ha mai esaurito il suo fascino oscuro e "umano" (non è un supereroe, ma, attenzione, la differenza è importante, semplicemente un uomo che si è esercitato) e ha continuato a popolare comics, B-movie, telefilm, e Christopher Nolan deve far dimenticare Tim Burton: chiaro che i due cineasti hanno fatto e fanno tutt’oggi due lavori molto diversi, due forme di cinema distanti e gli appassionati, che li distinguono perfettamente, sono nella pratica divisi in due schiere, pro e contro. Ovvio che si possano amare entrambi, ma viene spontaneo preferirne solo uno.

Bene fa il regista ad iniziare da quando Bruce è un ragazzino che gioca nel parco della grande villa di famiglia e cade in un pozzo secco: è in quella occasione che inizia davvero la leggenda del pipistrello. Quei volatili aggressivi resteranno per sempre nella memoria e lo stimoleranno per il suo avventuroso futuro. Sono infatti tre i sentimenti che condizioneranno e produrranno gli effetti determinanti per la sua crescita morale e lo faranno diventare l’uomo che poi si scoprirà, forte nel fisico e nel carattere. La paura, il senso di colpa e il dolore.
La paura è quella che prova per la brutta esperienza quando cade nel pozzo. Quei pipistrelli lo spaventano enormemente e da cui non sa come ripararsi. È ferito e avendo riportato una frattura piombando sul fondo si sente indifeso e solo, fin quando, come sempre, viene raggiunto dal padre che lo rassicura, lo conforta e gli ricorda che anche nel mondo animale, come tra gli uomini, è proprio chi ha paura che attacca. Quindi anche quei pipistrelli lo hanno quasi aggredito per semplice paura. Quella paura che, già nel primo addestrativo incontro, il misterioso personaggio Henri Ducard, che in seguito scopriremo sia il vero, temibile ed esaltato Ra's al Ghul (leader della Setta delle Ombre, lega di guerrieri nata allo scopo di eliminare ciò che c'è di marcio al mondo e nella società), è un suo punto debole e deve superarla con un altro tipo di sentimento: la rabbia. Che deve essere dentro di lui, più forte della paura.

Il senso di colpa affliggerà il nostro eroe per molto tempo, non riuscendo a dimenticare che gli affettuosi genitori sono stati prima rapinati e poi assassinati uscendo con molto anticipo dal teatro dove stavano assistendo al Mefistofele di Arrigo Boito. Il piccolo Bruce era rimasto sconvolto nel vedere sul palco figure che gli richiamavano l’aggressione nel pozzo: quei cantori gli avevano ricordato i pipistrelli e aveva chiesto di uscire subito. Il papà aveva acconsentito prontamente ed erano usciti da una porta secondaria, nel vicolo buio che costeggiava il teatro: lì li attendeva il criminale da strapazzo, Joe Chill. Da allora si è sempre sentito responsabile della loro morte e il senso di colpa non lo abbandona mai.

Da quel sentimento ne discende il terzo che lo tormenterà sempre: il dolore. La perdita della mamma e soprattutto del padre, che per lui era l’esempio migliore, il maestro di vita, il simbolo della bontà e della generosità. Un faro sempre acceso all’orizzonte della sua vita, un esempio da seguire e che sentirà come guida spirituale anche nel futuro. Spesso ne farà cenno e tante volte ne parlerà con il fidato Alfred Pennyworth, il quale sarà quasi il succedaneo, colui che gli ricorderà frequentemente ciò che il padre si sarebbe aspettato da lui una volta diventato un vero uomo. Per esempio, di non disfarsi della casa che da generazioni era la sede della stirpe Wayne.


Questi tre sentimenti conviveranno per anni nella mente e nell’anima del protagonista, affievolendosi man mano che si fortificherà nel corpo e nello spirito. La spinta finale arriverà quando l’archivista della compagnia Lucius Fox, un amico di Thomas Wayne, consente a Bruce di accedere a prototipi di tecnologie di difesa, tra cui una tuta corazzata, una cintura attrezzata, un mantello di memoria di forma e un veicolo pesantemente corazzato chiamato Tumbler. Bruce si fingerà pubblicamente un playboy superficiale, mentre sta allestendo una base nelle caverne sotto Wayne Manor e assumendo l'identità del vigilante Batman, ispirata dalla sua paura infantile, che ora ha ormai superato e domato. Da questo momento inizia la sua opera di pulizia della città, ma non con il metodo che è nei piani del temibile Ra's al Ghul, che nel finale dovrà necessariamente affrontare per salvare la popolazione della città di Gotham City.


È solo il primo della saga nolaniana, poi arriveranno Il cavaliere oscuro e Il cavaliere oscuro - Il ritorno. Chissà se il regista, girando il film, aveva già in mente l’ideazione del seguito ma il finale lancia chiaramente l’appuntamento successivo. Prima di sparire come sempre lanciandosi nel vuoto con il mantello aperto, il sergente James Gordon, appena diventato tenente, – uno dei pochi poliziotti onesti rimasti – gli rivela che se la criminalità della città è stata sconfitta la sua opera non può finire: c’è un pazzo che ha già compiuto una rapina a mano armata, due omicidi, con gusti teatrali come Batman e… lascia una carta da gioco sul luogo dei suoi misfatti: il Joker! I giochi sono riaperti, nel prossimo film se la vedrà con lui! “Me ne occuperò.” È una promessa, come quella del regista. Che però si commiata con un dialogo troppo fumettistico:
Gordon: “Non ti ho mai ringraziato.”
Batman: “E non dovrai mai farlo.”

Regia oculata, scenografie buie come la criminalità imperante, fotografia adeguata, mente le musiche di James Newton Howard e Hans Zimmer sono incessanti e accompagnano ritmando imperiose l’evolversi della trama. Come si fa a chiudere le riflessioni sul film senza accennare a quell’attore, il protagonista chiamato Christian Bale? Il quale, pur se attorniato da un cast da capogiro, ben scelti dal regista e ovviamente dal lui ben orchestrati, sembra un monumento, sembra l’interprete unico, sembra emanare continuamente un alone di santità fisica e mentale, frutto di uno straordinario allenamento in ambedue le caratteristiche, con l’aiuto della memoria paterna e dei maestri che il suo pre-destino gli ha riservato. Il volto dell’attore britannico naturalizzato statunitense è sempre compenetrato, immedesimato, pronto per il compito che sente suo sin dall’inizio. Era appena giunto sul set dimagrito e in fase di recupero dopo l’affliggente L’uomo senza sonno di Brad Anderson (2004), dove aveva perso circa 25 chili ed ora doveva essere ben piantato e con una massa muscolare da lottatore olimpionico. Intraprese una massacrante trasformazione fisica con un’alimentazione di carboidrati per acquistare 26 chili e dopo l’assegnazione del ruolo anche altri 18: egli è davvero il volto credibile per il Cavaliere Oscuro!
Riconoscimenti
14 vittorie e 79 candidature totali, tra cui:
2006 - Premio Oscar
Candidatura per la miglior fotografia
2006 - Premio BAFTA
Candidatura per la migliore scenografia
Candidatura per il miglior sonoro
Candidatura per i migliori effetti speciali
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