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Blood Diamond - Diamanti di sangue (2006)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 22 gen 2023
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 19 ott

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Blood Diamond - Diamanti di sangue

(Blood Diamond) USA, Germania, UK 2006 avventura/thriller 2h23’


Regia: Edward Zwick

Sceneggiatura: Charles Leavitt

Fotografia: Eduardo Serra

Montaggio: Steven Rosenblum

Musiche: James Newton Howard

Scenografia: Dan Weil

Costumi: Ngila Dickson


Leonardo DiCaprio: Danny Archer

Djimon Hounsou: Solomon Vandy

Jennifer Connelly: Maddy Bowen

Kagiso Kuypers: Dia Vandy

Arnold Vosloo: col. Coetzee

David Harewood: cap. Poison

Antony Coleman: Cordell Brown

Basil Wallace: Benjamin Kapanay

Michael Sheen: Rupert Simmons

Stephen Collins: ambasciatore Walker

Percy Matsemela: comandante Zero


TRAMA: Sierra Leone, 1999. Un cinico trafficante di diamanti, Danny Archer, ex mercenario dello Zimbabwe, libera dai guerriglieri del RUF Solomon Vandy, pescatore di Mende alla ricerca della famiglia rapita dai soldati, per trovare un raro diamante rosa che l’uomo ha nascosto.


Voto 7


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La storia si svolge nel 1999 in Sierra Leone, quando il paese è coinvolto in una guerra civile bestiale e feroce. In questo marasma è difficile determinare quale parte sia la peggiore: il governo o i ribelli. Come spesso accade in questa sorta di bagno di sangue, le atrocità abbondano e sono gli innocenti contadini e gli abitanti dei villaggi intrappolati nel mezzo che ne pagano il prezzo. I diamanti, una delle più grandi materie prime esportabili del paese, vengono contrabbandati e acquistati sul mercato aperto nonostante un presunto divieto internazionale sull'acquisto dei cosiddetti "diamanti insanguinati". Questo background storico (che era senz’altro più complicato di come si può presentare in un film) è accurato, anche se i tre personaggi principali coinvolti negli eventi sono fittizi, ma funzionali alla storia e alla riuscita dell’opera del vulcanico, qui più che mai, Edward Zwick.


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Solomon Vandy (un eccellente Djimon Hounsou) è un marito e padre amorevole che vive un'esistenza pacifica in una comunità fuori mano in Sierra Leone. È una persona per bene e tiene molto alla onesta crescita dei figli e al loro futuro in un posto del mondo dove nulla è certo e manda il suo giovane figlio, Dia (Kagiso Kuypers), in una scuola per imparare l'inglese in modo che il ragazzo cresca per avere una vita migliore. Un giorno, il terrore arriva al villaggio quando giungono i ribelli e uccidono o catturano quasi tutti coloro che vivono lì. La famiglia di Solomon gli viene strappata e lui viene mandato a lavorare per cercare i maledetti diamanti. Mentre setaccia la sabbia da un fondo di fiume poco profondo, scopre un diamante rosa da 100 carati, che prontamente, a rischio della vita, seppellisce. Poco dopo, viene catturato durante un raid governativo e mandato in prigione. Mentre è in quel campo, incontra il soldato di ventura sudafricano Danny Archer (Leonardo DiCaprio, tosto come serve), che fa un patto con l’uomo: se recupera e gli consegna il grosso diamante nascosto, lo aiuterà a trovare moglie e figli. Per raggiungere questo obiettivo, Archer chiede aiuto alla giornalista americana Maddy Bowen (Jennifer Connelly), a cui promette in cambio le rivelazioni scottanti su come i diamanti "sporchi" vengono riciclati per apparire puliti nel mercato mondiale e quanta colpa hanno i mercanti di diamanti di Londra.


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Eccoci quindi al fulcro del film: lo sporco commercio di diamanti cercati, scovati, custoditi e trafficati con l’uso della violenza brutale, con il sangue degli africani sacrificati sull’altare del profitto, per giunta di merce ufficialmente vietata, con interessi loschi e molto lucrosi da parte di nomi importanti del commercio mondiale che hanno uffici e auto di lusso nella capitale britannica. Il nostro protagonista sa molto in merito, è sufficientemente cinico per sopportare tutte le avversità e la sporcizia per prendersi una fetta del traffico e dei relativi guadagni. Entrerà in crisi solo davanti agli occhi azzurri della bella inviata, una donna coraggiosa che disprezza i pericoli del luogo per scattare foto e svolgere giornalismo d’inchiesta ma soprattutto, oltre che realizzare il servizio della vita, rendere noto al mondo lo scandalo di quel traffico rosso di sangue di vittime innocenti e di guerra civile.


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Il film è intransigente nel modo in cui descrive il conflitto in Sierra Leone, che è fondamentalmente simile alle molte guerre che purtroppo caratterizzano ancora oggi molte regioni del continente africano. Il regista non ci risparmia (e fa bene) scene di famiglie spaventate, il massacro di massa di innocenti mentre sia il governo che i ribelli falciano uomini, donne e bambini indiscriminatamente; e poi come i ribelli reclutano giovani ragazzi, li indottrinano attraverso la tortura e l'uso di droghe e li trasformano in assassini incalliti. C'è qualcosa di inquietante nella scena di un bambino di dieci anni che spara con un fucile automatico contro una folla di persone disarmate e in preda al panico. Il film è tanto efficace nel rappresentare la corruzione di innocenti quanto nel mostrare l'inferno straziante di questo tipo di guerra, ed evidenzia, che è appunto l’altro lato, anche l'avidità e la manipolazione che caratterizza il mercato internazionale dei diamanti.


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Commettendo il solito errore di far durare troppo il film, che quindi ha qualche momento non superfluo (ogni scena pare utile) ma di stanca, la trama di Edward Zwick è, nei tantissimi momenti buoni, una continua sequela di avvenimenti travolgenti e di azione senza pausa, di tensione e di speranze, quelle del buon Solomon che a volte è speranzoso di rivedere la famiglia, a volte si abbatte disperato. Nel frattempo, nasce un rapporto particolare tra Danny e Maddy: si sa, in un film c’è sempre spazio per l’attrazione tra due persone e anche qui si verifica, almeno per ammorbidire un’opera che altrimenti sarebbe stata solo violenza e thriller di movimento. È un rapporto comunque sincero anche se basato su un patto di convenienza professionale, è una pausa nella vita di un mercenario dedito al rischio che vede il barlume (topos del genere action) del Bene negli occhi di un’altra persona dopo aver vissuto costantemente nel baratro dell’assenza di coscienza, l’occasione per rimediare pur rendendosi conto che così sacrificherà qualcosa di importante di sé o forse molto di più.

Trionferà il Bene? Il mercenario sarà ripagato? Il povero Solomon riotterrà il perduto? L’idealista Maddy arriverà allo scopo dello scoop giornalistico? Il tragitto è lungo e periglioso e molta gente correrà grandi pericoli.


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La regia di Edward Zwick è solidissima, in molti momenti il suo film è travolgente ad ha la potenza dell’opera civile che vuole portare alla luce del sole la sporcizia portata in Africa dall’Occidente in contrasto con i colletti bianchi della City e il sorriso beffardo degli uomini d’affari: due mondi immensamente lontani ma che distano solo qualche migliaio di chilometri. Per rendere chiara questa situazione disumana (bellica e affaristica) il regista adotta tre personaggi che cercano di convivere con i propri demoni: la sopravvivenza in un luogo ostile, l’assenza di ideali accoppiata alla smania di fare soldi con una divisa o con i diamanti e la voglia irresistibile del reportage di portata mondiale, spinta dall’orrore delle ingiustizie sociali e umane. Per fare bene tutto ciò, in un panorama immenso e in una ambientazione non semplice da raccontare con le immagini – che devono sempre essere attendibili, pena il fallimento -, il regista punta dritto verso una narrazione completa (ecco la lunghezza) che in qualche frangente ha l’ardore dell’epico, dell’impossibile, dell’incoscienza. Mentre intorno si sente solo il crepitare delle armi automatiche, imbracciate da adulti crudeli e bambini come zombies. Fanno clamore i minuti finali nella pulita e ordinata Londra.


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Non so se Leonardo DiCaprio sia stato il miglior attore adatto e se un altro sarebbe stato più bravo, ma di certo è nei panni giusti per un personaggio risoluto e, come ama fare sempre, anima e corpo immerso nel suo Danny, riuscendo a trasmettere l’ambiguità che lo abita nel profondo: grande prova!

Djimon Hounsou è ammirevole ed è facile notare quanto sia compenetrato nel ruolo affidato, che gli si confà alla perfezione.

Jennifer Connelly, la cui Maddy ha un impiego minore rispetto agli altri due, è deliziosa nei momenti di calma e determinata negli altri, dimostrando ancora una volta la sua duttilità e la predisposizione per ruoli tosti e gentili allo stesso tempo.

Non è un film demagogico, all’opposto è spaventosamente chiaro e lucido. E quando si scherza rammentando che un diamante è per sempre, va ricordato che chi lo ha cercato probabilmente non c’è più.

Quando due elefanti lottano, chi soffre è l'erba. Antico proverbio africano.


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2007 - Premio Oscar

Candidatura miglior attore protagonista a Leonardo DiCaprio

Candidatura miglior attore non protagonista a Djimon Hounsou

Candidatura miglior montaggio

Candidatura miglior sonoro

Candidatura miglior montaggio sonoro

2007 - Golden Globe

Candidatura miglior attore in un film drammatico a Leonardo DiCaprio



 
 
 

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