Casablanca (1942)
- michemar

- 8 apr 2023
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 15 mag 2023

Casablanca
USA 1942 dramma 1h42’
Regia: Michael Curtiz
Soggetto: Murray Burnett, Joan Alison (opera teatrale ‘Everybody Comes to Rick's’)
Sceneggiatura: Julius J. Epstein, Philip G. Epstein, Howard Koch
Fotografia: Arthur Edeson
Montaggio: Owen Marks
Musiche: Max Steiner
Scenografia: Carl Jules Weyl
Costumi: Orry-Kelly
Humphrey Bogart: Rick Blaine
Ingrid Bergman: Ilsa Lund
Paul Henreid: Victor Laszlo
Claude Rains: Louis Renault
Conrad Veidt: Heinrich Strasser
Sydney Greenstreet: signor Ferrac
Peter Lorre: Ugarte
S.Z. Sakall: Carl
Madeleine LeBeau: Yvonne
Dooley Wilson: Sam
Joy Page: Annina Brandel
John Qualen: Berger
Leonid Kinskey: Sascha
TRAMA: La storia di Rick Blaine, ex contrabbandiere americano espatriato a Casablanca, che si trova a dover scegliere fra l’amore mai finito per Ilsa Lund e la spinta a rinunciare alla propria felicità aiutando la donna a salvarsi insieme al marito ed eroe della resistenza antinazista Victor Laszlo.
Voto 8,5

Non amo da scrivere riflessioni sui grandi classici come questo (dico sempre “riflessioni” perché bisogna essere presuntuosi per pensare di scrivere “recensioni”): è stato detto tantissimo su un film di questa importanza e quindi mi limito a stendere solo qualche osservazione.
L’occhio del regista Michael Curiz si concentra su Casablanca, la bella città marocchina dove gli effetti della guerra sono ingombranti ma non catastrofici. Qui giungono migliaia di francesi in fuga dal loro Paese ormai occupato dalle truppe naziste, nel tentativo di raggiungere Lisbona passando dal Marocco, per poi imbarcarsi verso gli Stati Uniti, terra promessa di libertà. Ma la tragedia dei profughi europei è mitigata dall’atmosfera tranquilla della città, che è governata da funzionari fedeli alla filonazista Repubblica di Vichy ma desiderosi di mantenere almeno una pace apparente. È in questa atmosfera che si inserisce una delle storie d’amore più romantiche di Hollywood: quella fra Rick Blaine e Ilsa Lund, interpretati rispettivamente dalla coppia d’oro Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. Nato a Parigi e bruscamente interrotto dall’improvvisa sparizione di lei, l’amore dei due protagonisti si rinnova a Casablanca sulle note di As time goes by suonata da Sam, il fedele pianista del locale di Rick. Ma Ilsa non è giunta in Marocco sola: con lei c’è il marito, Victor Laszlo, un leader della resistenza cecoslovacca fuggito dai campi di concentramento. I due sono alla disperata ricerca di un modo per raggiungere l’America e mettersi al riparo dalla Gestapo che li insegue.

Sullo sfondo si intreccia una vicenda dai toni noir: due emissari tedeschi sono stati uccisi e le due lettere di transito che erano con loro – unico mezzo per poter lasciare in sicurezza il Marocco – sono scomparse. Un trafficante riesce a impossessarsene con l’intento di venderle al miglior offerente e viene arrestato, non prima di aver affidato i preziosi documenti a Rick. Le vicende di tutti i personaggi ruotano attorno a quelle lettere: ognuno di loro è disposto a qualsiasi cosa per aggiudicarsele e conquistare la propria libertà.

Forse il più amato tra tutti i vincitori degli Oscar, questo romantico dramma di guerra ci mostra personaggi rimasti scolpiti nella storia del cinema. Rick, in giacca bianca o impermeabile, e Ilsa sono personaggi indimenticabili. Ma alla stessa stregua di altri, a cominciare da quello di Claude Rains, cinico ma romantico capo della polizia. Ambientato durante la Seconda guerra mondiale e girato prima che questa finisse, il film mostra un locale di Casablanca in cui si incrociano amore, patriottismo, spionaggio e gioco d'azzardo. Lo frequentano sia soldati tedeschi che francesi, mentre Victor Laszlo (che fa parte della resistenza francese) e la moglie Ilsa, vecchio amore di Rick, sono in attesa di due salvacondotti per lasciare il paese. Sarà proprio quest’ultimo a procurare loro i documenti, riscattando il suo personaggio dal cinismo che aveva dimostrato fin dall'inizio.

Michael Curtiz narra una storia complicata e ingegnosa, alleggerita da racconti e strutturata intorno a un flashback parigino. Il culto duraturo della grandezza di questo film è dovuto al suo stile ma anche a uno strano senso di incompiutezza, lasciando i suoi personaggi letteralmente sospesi in mezzo al deserto e il pubblico con il compito di scoprire cosa sarebbe accaduto loro negli anni a venire. Ma si sa, il trucco migliore nei film romantici è quello per cui i due protagonisti si lasciano nonostante l’amore eterno.

Amatissimo nel tempo, il film ha però subito alcune critiche da osservatori che non si sono lasciati abbandonare in balia della tragedia e del romanticismo, sia in Italia che negli USA. Perfino il grande Umberto Eco osservò, freddamente, che: “Due cliché ci fanno ridere. Cento cliché ci commuovono. Perché si avverte oscuramente che i cliché stanno parlando fra loro e celebrano una festa di ritrovamento.” Il motivo di questo ragionamento sta nel fatto che egli giudicava il film che aveva un cast ricco di attrazione e sommante ingredienti di vari generi: guerra, spionaggio, noir. Per altri invece, soprattutto ai nostri giorni, è un luogo della mente e del cuore, perché le frasi pronunciate dai personaggi sono tuttora citati e imitati, a cominciare da Woody Allen, che ha sempre guardato Humphrey Bogart come un simbolo del maschio nel cinema. “Alla tua salute, bambina.” “Colpi di cannone! O è il mio cuore che batte?” “Baciami, baciami come se fosse l'ultima volta!” “Fermate i soliti sospetti.” Ma nessuna supera “Suonala ancora, Sam!”. Oltre alle esilaranti citazioni di Allen, come trascurare Sally che dice ad Harry: “Io non vorrei mai passare il resto della mia vita a Casablanca, sposata a uno che gestisce un bar. Ti sembrerò una snob, ma è così!”?
Forse pochi sanno che in Italia il film fu proiettato nelle sale con alcuni tagli dettati dalla censura, anche se il regime che vigeva in quegli anni di guerra era praticamente stato superato. Quando uscì nel 1946, furono tolte due scene con il personaggio del capitano Tonelli, ufficiale rappresentante la sudditanza italiana nei confronti dell'esercito tedesco, e venne eliminato il fatto che Rick Blaine aveva contrabbandato armi per i ribelli etiopi durante la guerra coloniale con l'Italia. Inoltre, il nome del faccendiere Ferrari venne cambiato in Ferrac, per evitare che fosse fatto un collegamento alle sue origini italiane.
In ogni caso, immagino che tutti amiamo questa bellissima opera, tanto da ritenere che non vinse tutti i premi che ci si poteva aspettare.

E poi, che coppia erano Humphrey Bogart e Ingrid Bergman? Lei bellissima, come sempre, semplicemente perfetta. Lui non troppo alto (per non essere sovrastato dalla collega aveva scarpe rialzate), non canonicamente bello, il volto segnato dalle sue sopracciglia mai distese, ha sempre dimostrato anni in più rispetto alla sua reale età, e con la faccia da canaglia aveva costruito una carriera: le rughe, diceva, non se le faceva mai truccare sul set, perché sapeva che erano il punto forte dei suoi personaggi.

Riconoscimenti
Premio Oscar 1942:
Miglior film
Miglior regista
Migliore sceneggiatura
Candidatura miglior attore protagonista a Humphrey Bogart
Candidatura miglior attore non protagonista a Claude Rains
Candidatura migliore fotografia (bianco e nero)
Candidatura miglior montaggio
Candidatura migliore colonna sonora (film drammatico o commedia)










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