Chi è senza colpa (2014)

Chi è senza colpa

(The Drop) USA 2014 thriller 1h46'

Regia: Michaël R. Roskam

Soggetto: Dennis Lehane (Animal Rescue)

Sceneggiatura: Dennis Lehane

Fotografia: Nicolas Karakatsanis

Montaggio: Christopher Tellefsen

Musiche: Marco Beltrami, Raf Keunen

Scenografia: Thérèse DePrez

Costumi: David C. Robinson

Tom Hardy: Bob Saginowski

Noomi Rapace: Nadia

James Gandolfini: Marv

Matthias Schoenaerts: Eric Deeds

John Ortiz: detective Torres

Elizabeth Rodriguez: detective Romsey

James Frecheville: Fitz

TRAMA: Bob Saginowski, barista solitario, si muove tra le fila di un sistema segreto di rifornimento di denaro per i gangster locali nel sottobosco dei bar di Brooklyn. Sotto la pesante mano del datore di lavoro e cugino Marv, Bob si ritroverà al centro di una rapina andata male e di indagini che scavano in profondità nel passato del quartiere, dove amici, famigliari e nemici, hanno lavorato insieme per farsi una vita a qualsiasi prezzo.

Voto 7

Ci sono film belli e film brutti (sempre in maniera opinabile, ovvio): questo è sicuramente bello ma lo ricorderemo anche perché è stato l’ultimo di James Gandolfini. È anche la prima opera al di là dell’oceano del regista belga Michaël R. Roskam, talentuoso regista belga già candidato all’Oscar per il miglior film straniero con Bullhead - La vincente ascesa di Jacky (2011), il quale celebra così nel modo migliore la memoria di un grande interprete, per giunta ambientando il film a Brooklyn invece che a Boston come nel romanzo da cui è tratto, proprio l’ambiente giusto di Gandolfini.

Al fianco del compianto Gandolfini troviamo un ottimo Tom Hardy nei panni di suo cugino. Entrambi gestiscono un bar dove per conto della mafia cecena vengono riciclati i soldi sporchi. Hardy, che stranamente rispetto ai suoi soliti ruoli lavora un po’ impacciato e goffo dietro al bancone, raccoglie un cucciolo maltrattato dall’ex fidanzato della vicina di casa Noomi Rapace, un tipo poco raccomandabile interpretato dal solito tosto Matthias Schoenaerts. Ma è inevitabile: i destini di tutti si intrecceranno pericolosamente. La bravura del regista si rivela quando riesce a dare alla narrazione un passo restio e schivo del barista, che – come risulta palese – trattiene a stento la sua rabbia esplosiva (e riecco quindi il vero Tom Hardy) davanti al prepotente di turno. Dello scrittore Dennis Lehane, autore del libro e qui anche sceneggiatore, ricordiamo i romanzi che sono stati fonte di film di grande successo: Mystic River (Clint Eastwood), Shutter Island (Martin Scorsese), Gone Baby Gone e La legge della notte (Ben Affleck).

Raccontava il regista belga a proposito di Gandolfini: James era una persona fantastica, un gigante buono con un grande senso dell’umorismo, un talento straordinario e umile. Ogni volta che gridavo «azione» regalava qualcosa di magico. Siamo diventati molto amici durante le riprese, la sua morte è stata un colpo tremendo. Stavo ancora montando il film quando è successo e mi sono trovato a piangerlo la mattina al funerale e a rivederlo il pomeriggio in sala di montaggio. Ho accettato la sua mancanza quando ho iniziato la promozione: sapevo che mi avrebbero chiesto di lui, ma ho capito che dovevo lasciarlo andare e ricordarlo per il grande essere umano che è stato.

E poi, in quanto al film: Spostare l’ambientazione a New York mi ha aiutato molto. Brooklyn è una città a sé, abitata da persone che arrivano da tutto il mondo, per un europeo è una situazione più semplice. I sopralluoghi per trovare il bar si sono trasformati in una ricerca antropologica che è diventata parte integrante della storia.

Un bellissimo film che non ha paura di scavare nei caratteri dei vari personaggi e del loro rapporto con gli animali, così come succedeva nel precedente.

In seguito, nel 2017, arriverà La fidèle, discreto film di stampo ancora gangster.