Civiltà perduta (2016)
- michemar

- 16 feb 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 28 ago

Civiltà perduta
(The Lost City of Z) USA 2016 avventura 2h21
Regia: James Gray
Soggetto: David Grann (romanzo)
Sceneggiatura: James Gray
Fotografia: Darius Khondji
Montaggio: John Axelrad, Lee Haugen
Musiche: Christopher Spelman
Scenografia: Jean-Vincent Puzos
Costumi: Sonia Grande
Charlie Hunnam: col. Percy Fawcett
Robert Pattinson: cap.le Henry Costin
Sienna Miller: Nina Fawcett
Tom Holland: Jack Fawcett
Angus Macfadyen: James Murray
Edward Ashley: cap.le Arthur Manley
Ian McDiarmid: Sir George Goldie
Clive Francis: Sir JohnScott Keltie
Franco Nero: Barone De Gondoriz
Harry Melling: William Barclay
John Sackville: Simon Beauclerk
Adam Bellamy: Cecil Gosling
Daniel Huttlestone: Brian Fawcett
Elena Solovey: Madame Kumel
Murray Melvin: Lord James Bernard
David Calder: segretario Bryce
TRAMA: Nel 1906, durante una spedizione in Amazzonia, l'esploratore Percy Fawcett ritrova qualcosa che instilla in lui l'idea di un'antica civiltà perduta. Mentre la comunità scientifica inglese mostra perplessità sulla sua convinzione, Percy con il sostegno della moglie Nina parte per un secondo viaggio, destinato a risolversi nel nulla. Solo anni dopo, su spinta del figlio maggiore Jack, si dedicherà a una terza spedizione nella giungla.
Voto 7

Nel 1905, durante una spedizione in Amazzonia, l’esploratore Percy Fawcett ritrova qualcosa che lo convince dell’esistenza di una civiltà perduta.
A voler sintetizzare la sinossi del romanzo di David Grann e del film di James Gray che ne è scaturito, si potrebbe inizialmente dire che è un gran bel racconto di avventure che ha interessato un regista normalmente avvezzo a storie metropolitane di anime sofferenti, di mélo drammatici, di etnie emigrate nel Nuovo Mondo, di ataviche tradizioni adattate ai tempi dell’America gigante. Cosa può aver mai interessato un autore a tutto tondo per essere attratto da una storia di esplorazioni piene di avventura? La risposta la troviamo osservando da vicino il carattere, il comportamento e la fame di scoperte del protagonista, il giovane ufficiale britannico PercyFawcett. È l’attrazione nel senso dell’infinito che prova l’uomo allorquando si accorge di trovarsi davanti all’immensità di una terra che l’umanità dell’inizio ‘900 non conosceva. L’Amazzonia, al suo sguardo, aveva come punto di partenza lì dove aveva i piedi ma non conosceva dove potesse finire: l’infinito può respingere ma può attrarre sino ad ingoiare il visitatore.

L’Uomo era nell’epoca che cominciava a capire che la scienza non aveva ancora scoperto quasi nulla in confronto allo scibile, neanche nel campo antropologico. Persino le scoperte della medicina dell’anima stavano ancora maturando, con Freud vissuto a cavallo dei due secoli. E spesso, lo si è sempre potuto notare, le novità saltano fuori per caso o perché sono lì eppure non si vedono. Quando l’ufficiale parte per il Sud America, per esempio, è semplicemente per un compito militare. I governi di Bolivia e Brasile sono sull'orlo della guerra per via della posizione del loro confine e hanno chiesto al governo britannico di fare da arbitro. Il governo si interessa a lui come persona adatta quando viene inviato a Londra per incontrare i funzionari della Royal Geographical Society. Un caso, quindi, che lo conduce in un mondo lontanissimo dove scoprirà non solo terra sconosciuta ma la sua anima ne resterà impigliata, nonostante la bella famiglia che metterà su e che lo aspetta pazientemente. Anzi, il fato riserverà a lui e al figlio, cresciuto a sua somiglianza, l’epilogo ineluttabile, la strada predisposta da sempre che li attendeva. L’infinitezza della terra inesplorata li aspettava.

Per realizzare un film del genere, una sorta di Fitzcarraldo non altrettanto maniacale ma quasi, è costato tanto tempo, fatica e capitali, che hanno portato James Gray ad affrontare cioè un progetto fuori dalle sue corde (una storia ambientata lontano da New York che lui ha sempre raccontato mediante il gangster movie o il mélo), a incontrare infinite traversie produttive (sei anni di lavorazione, problemi di finanziamenti, un altro film girato nel frattempo, defezioni di Brad Pitt e Benedict Cumberbatch), e nonostante tutto a confezionare un lavoro sì diverso dal solito ma tanto vicino al suo cinema. Lo stesso Gray ebbe a dichiarare di soffrire sempre più la dimensione di autore “middle class” che non scende a compromessi, ma di rifiutare un sistema che concepisce solamente franchise o, all’opposto, film girati con l’iPhone. Si ha l’impressione che egli sia perseguitato dalla stessa ossessione del protagonista, che tra il 1906 e il 1925 esplorò la giungla amazzonica alla ricerca di una fantomatica popolazione indigena scomparsa: insegue un modello di cinema perduto e prova a rifarlo letteralmente, inquadratura per inquadratura, realizzandone l’impossibile copia conforme.

Durante i due anni di spedizione per conto della Royal Geographical Society, Fawcett e il suo aiutante si avventurano nei territori inesplorati della Bolivia e, con l'aiuto delle tribù locali, tracciano in percorso del mitico Rio Verde fino alla sua sorgente mozzafiato. Nel cuore della foresta pluviale, rinviene dei frammenti di ceramica che, resistendo alle intemperie, sembrano offrirgli la prova di una città perduta. Al rientro in Inghilterra, Fawcett sostiene con convinzione l'esistenza di un'antica civiltà sudamericana a cui dà il nome di Z (la città perduta) ma viene messo in ridicolo dai membri della comunità scientifica, secondo cui le popolazioni indigene non sono altro che "selvaggi". Fawcett, inoltre, espone le sue avventure alla moglie Nina e al loro piccolo figlio, nato in sua assenza. Con l'aiuto e l'incoraggiamento della consorte, decide allora di sfidare lo scetticismo della comunità scientifica e organizza una seconda spedizione, a cui prende parte anche il ricco avventuriero James Murray.


Non si potrà non notare, dopo la mancata partecipazione come attore principale di Brad Pitt, come il bello e bravo Charlie Hunnam lo abbia sostituito degnamente e che la sua vaga rassomiglianza con la celebrità hollywoodiana sia impressionante. Con il suo fisico atletico e il sorriso accattivante riesce a trasmettere la perseveranza caratteriale che contraddistingue il personaggio. Il cast è completato da nomi eccellenti quali Sienna Miller e Tom Holland, ma chi fa la parte del leone a fianco dell’esploratore è Robert Pattinson, attore poliedrico che dà sempre un’impronta personale ai ruoli che affronta. Proprio come in questo caso, ottimo compagno di avventura ed esperto della foresta pluviale amazzonica, il caporale Henry Costin.
Film di qualità, appassionante e spettacolare.






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