Closer (2004)
- michemar

- 12 feb 2019
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 2 ott

Closer
USA, UK 2004 dramma 1h44'
Regia: Mike Nichols
Soggetto: Patrick Marber (pièce teatrale)
Sceneggiatura: Patrick Marber
Fotografia: Stephen Goldblatt
Montaggio: John Bloom, Antonia Van Drimmelen
Scenografia: Tim Hatley
Costumi: Ann Roth
Julia Roberts: Anna
Jude Law: Dan
Natalie Portman: Alice
Clive Owen: Larry
TRAMA: Dan, un giornalista di necrologi aspirante scrittore, si fidanza con Alice, stripper americana in cerca di fortuna a Londra. Poi però conosce la fotografa Anna, si innamora di lei ed è disposto a tutto pur di averla. Chattando sotto falsa identità con un dermatologo e fingendosi proprio Anna, Dan spinge il dottor Larry tra le braccia dell'ignara donna. I due si sposano, ma lo scrittore non si dà per vinto: provoca la separazione tra Larry ed Anna, ma poi finisce per farsi mettere nell'angolo dal dermatologo che si concede anche una notte al sex-club con Alice. Ma chi è veramente Alice? Alla fine Alice lascia Dan perché lui la costringe a confessare il "tradimento" con Larry, che torna con Anna.
Voto 8

Il compianto Mike Nichols venne spesso tacciato di essere troppo votato al buonismo, di essere in altri termini poco spietato descrivendo i rapporti umani, in particolare di quelli sentimentali. Ciò che succede infatti tra un uomo e una donna lo possiamo narrare in tante maniere ma quasi sempre possiamo ridurlo a due soli canovacci: sentimentalismo oppure guerra senza vincitori e vinti. Molti però dimenticano l’esordio accattivante e “cattivo” del regista: Chi ha paura di Virginia Woolf?, dove la coppia (la sensazionale Taylor/Burton) si scontra in una battaglia totale, a tutto campo, fino ad esaurire le proprie forze fisiche e mentali per arrivare ad una finale maggiore comprensione tra loro. Ma solo alla fine. Closer non è così totalizzante, non ha così tanta cattiveria, anzi Nichols è parsimonioso perfino nel dosaggio della necessaria quantità di cinismo che sarebbe servito, ma questo non vuol dire che ci va per il sottile, anzi. Mi spiego.
Le bugie e le verità (direi decisamente al plurale): un conflitto perenne nella vita dell’uomo che si acuisce e diventa una vera guerra nell’ambito della coppia. Raramente si riscontrano due partner totalmente sinceri. Non so se mi sbaglio, ma ritengo che in questo meraviglioso film, tipicamente nicholsiano, oltre alle diatribe che affliggono i quattro protagonisti, siano proprio la sincerità e la falsità che lo caratterizzano e ne condizionano lo sviluppo delle vicende. Anche guardandosi negli occhi, anche nel momento di maggiore intensità, è una continua malefica gara a dirsi più di una (apparente) verità, e siccome non ce ne può essere più di una è evidente che si mente spesso, troppo. È la vicenda di due coppie. Le loro vite si incrociano e si scontrano provocando, volontariamente o casualmente, una sequenza a catena di relazioni, flirt, bugie, tradimenti, gelosie, sesso, mettendo in luce la vacuità dei legami, e la debolezza (in particolare maschile) nel saperli gestire. Romanticismo, materialismo ed egoismo diventano così piacere e dolore. L’imprinting teatrale è subito evidente, essendo tratto il film dall'omonima opera teatrale di Patrick Marber, che ne ha scritto anche la sceneggiatura, risultata anch’essa efficace e graffiante.

Anna, Dan, Alice, Larry. Alice è una ragazza irrequieta e misteriosa: poco si conosce del suo passato e di come si mantenga. La sua attività principale è quella della spogliarellista nei club londinesi, dopo essere giunta nella capitale inglese dagli Stati Uniti. Conosce il redattore di necrologi Dan dopo essere stata investita per strada e immediatamente esplode l’empatia tra i due, con conseguente storia amorosa. Dan, che ha pretese di scrittore ma che sbarca il lunario scrivendo nella pagina dei defunti di un giornale, ne resta immediatamente attratto. Prestandosi però per un servizio fotografico nello studio di Anna, non sa resistere al fascino della bella fotografa: lei si è appena separata da Larry e accetta di buon grado la corte dell’uomo, il quale non sa mai decidere tra le due donne e la strada giusta da seguire per il suo cuore. Per una burla, in una chat indirizza inconsapevolmente proprio Larry, dermatologo, ad un incontro con la fotografa in un acquario. A questo punto il mixaggio tra le due coppie si sta compiendo, che si realizza allorquando il medico conosce Alice e ne rimane folgorato. Chi ama chi diventa difficile stabilirlo in maniera definitiva, dato che pian piano ognuno confessa all’altra (e viceversa) i tradimenti: proprio quando uno dei quattro promette amore sincero dopo pochi minuti ammette di essere attratto dall’altro(a). In pochi minuti ogni verità si trasforma in una bugia, senza escludere che al primo istante di insicurezza ognuno dichiara che non è vero, che invece l’amerà veramente. I due uomini cambiano idea continuamente, mentre le due donne restano a turno affascinate dal partner del momento. Una vera girandola di sentimenti. Sentimenti che paiono sinceri, ma solo per un breve o lungo periodo, fino alla nuova giravolta.

Alice è instabile e misteriosa, accetta con sensuale dedizione la corte di Larry, sempre alla ricerca di emozioni erotiche, e la predisposizione dell’americana a questo aspetto facilita la sua costante voglia di portarsi a letto una bella donna.
Anna è una donna di carattere e si innamora sinceramente del reporter ma quando questi ritorna da Alice e rivedendo l’ex marito, il loro divorzio imminente viene messo da parte e tornano assieme.
Dan è un uomo indeciso e rimbalza tra le due donne, non prendendo mai una decisione definitiva, prima promettendo amore a una, poi all’altra.
Larry è il più tosto di tutti, è quello che, in un certo qual modo, esce vincitore da questa giostra medievale in cui i cavalieri combattono per la principessa, non avendo scrupoli persino a usare mezzi scorretti pur di arrivare allo scopo prefissato: riconquistare Anna.

Se Larry è quello che ne esce meglio, Dan è lo sconfitto su tutti i piani, colpa anche della sua debolezza: perde per sempre l’amore di Anna, di cui non si è mai fidato totalmente, e perde per sempre anche Alice, che lo molla per tornare definitivamente in America, con il suo vero nome: solo alla fine si capisce da dove avesse pescato quello utilizzato in Inghilterra. Ma questo avviene solo dopo l’ennesimo cambiamento di umore, quando in una camera di albergo lei dichiara prima il suo amore per Dan, ma il tempo di un minuto gli rivela chiaramente che non lo ama più. Ultima capriola tra verità diverse.
Where is this love? I can't see it, I can't touch it. I can't feel it. I can hear it. I can hear some words, but I can't do anything with your easy words.
(Dov'è questo amore? Non riesco a vederlo, non posso toccarlo. Non riesco a sentirlo. Riesco a sentirlo. Sento delle parole, ma non posso fare niente con le tue parole facili.)

I quattro attori sono bravissimi, in particolare Clive Owen (che in teatro faceva l’altro personaggio maschile) e Natalie Portman, giustamente gratificati con le candidature agli Oscar e con le statuette del Golden Globe Awards. Senza nulla togliere comunque alle prestazioni dei sempre superlativi Julia Roberts e Jude Law. Ma il film ci dice ancora una volta che è e rimane un’opera del poliedrico e straordinario Mike Nichols: bellissima, con l’eterno dilemma della sincerità e della menzogna. Se è più utile l’una o l’altra affinché il sentimento possa consolidarsi. Anzi, in alcuni attimi sembra che il giusto bilanciamento tra le due, il camminare su quella difficoltosa fune e rimanere in equilibrio sia la giusta soluzione: insomma bisogna saper mentire, bisogna saper essere equivoci e farsi desiderare. Ma l’equilibrio su una fune è proprio incerto e infatti basta un nulla e si casca, e si rimane soli, disperatamente abbandonati.
Film feroce, ferocissimo, che non concede nulla, che scopre continuamente le carte, che svela il persistente bluff che spesso l’amore può nascondere. Per fortuna la ferocia del film viene attenuata dal meraviglioso brano di Damien Rice, Blower's Daughter, che sui titoli di coda agisce come un balsamo sulle ferite.
Per chiudere un consiglio. L’articolo di Mauro Gervasini sulla grandezza di Mike Nichols lo trovate qui (link), perché mi è piaciuto riportarlo integralmente nel mio blog. Merita una lettura.

Riconoscimenti
Premio Oscar 2005
Candidatura miglior attore non protagonista a Clive Owen
Candidatura miglior attrice non protagonista a Natalie Portman
Golden Globe 2005
Miglior attore non protagonista a Clive Owen
Miglior attrice non protagonista a Natalie Portman
Candidatura miglior film drammatico
Candidatura migliore regia
Candidatura migliore sceneggiatura
Premio BAFTA 2005
Miglior attore non protagonista a Clive Owen





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