top of page

Titolo grande

Avenir Light una delle font preferite dai designer. Facile da leggere, viene utilizzata per titoli e paragrafi.

Denti da squalo (2023)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 7 ago
  • Tempo di lettura: 4 min
ree

Denti da squalo

Italia 2023 dramma 1h44’

 

Regia: Davide Gentile

Sceneggiatura: Valerio Cilio, Gianluca Leoncini

Fotografia: Ivan Casalgrandi

Montaggio: Tommaso Gallone

Musiche: Michele Braga, Gabriele Mainetti

Scenografia: Luigi Marchione

Costumi: Sara Costantini

 

Tiziano Menichelli: Walter Di Santi

Stefano Rosci: (Gian)Carlo

Virginia Raffaele: Rita

Claudio Santamaria: Antonio Di Santi

Edoardo Pesce: il Corsaro

Matteo Scattaretico: Tecno

 

TRAMA: Il percorso di crescita di Walter, concentrandosi sull'elaborazione del lutto e sulla scoperta di sé, attraverso un racconto che mescola dramma e avventura.

 

VOTO 6


ree

Questa è la storia di Walter e della più incredibile estate della sua vita. La scuola è finita e lui, 13 anni, ha appena perso suo padre. Nel suo vagare apparentemente senza meta per il litorale romano, un luogo affascinante e misterioso cattura la sua attenzione: una villa abbandonata con una gigantesca, torbida, piscina. Ma la villa non è incustodita e inizierà per lui un viaggio indimenticabile. Una sorta di romanzo di formazione all’incontrario, come lo ha definito regista, esordiente nel lungo, Davide Gentile.


ree
ree

Walter (Tiziano Menichelli) ha tredici anni e ha da poco perso il padre Antonio (Claudio Santamaria) in un incidente sul lavoro. Mentre vaga lungo il litorale romano si imbatte in una sontuosa villa abbandonata dotata di una piscina: quando vi si tuffa, si trova inaspettatamente davanti uno squalo. Passata la paura, il ragazzo rimane affascinato dal posto e ci torna anche nei giorni successivi; lì conosce un ragazzo poco più grande di lui di nome Carlo (Stefano Rosci), che gli dice di essere custode e gli racconta che la villa, in realtà, non è abbandonata ma appartiene a un boss criminale, il Corsaro (Edoardo Pesce), che ne divenne proprietario dopo aver ucciso un suo nemico, il “Barracuda”: lo squalo è il simbolo della sua potenza. Carlo permette a Walter di tornare quando vuole in cambio di cibo per lo squalo. Per procurarsi il cibo, Walter inizia a rubare soldi in casa e a vendere oggetti del padre.



La madre Rita (Virginia Raffaele, in un ruolo sorprendentemente drammatico), che ora cerca di tirare avanti lavorando in una trattoria sul mare, cerca di non far mancare al figlio l’affetto e il calore di cui ha bisogno, perché si è accorta quanto stia soffrendo con l’improvvisa assenza del padre, che lui vedeva come un maestro di vita. Non è in grado di controllarlo bene per via del suo lavoro che la tiene fuori casa tutto il giorno e non si accorge che Walter (Walteri’ per tutti) occupa il tanto tempo libero dell’estate vagando per il litorale con la sua bici e venendo a contatto con ragazzi poco raccomandabili. Ma l’attrazione che prova per l’ospite inatteso che nuota nella piscina della grande villa che ha scoperto lo attira e lo affascina oltremodo. Come è mai capitato in quel luogo abbandonato uno squalo? Chi è il proprietario? Di certo qualche boss locale.



Lì ha modo di conoscere Carlo (Stefano Rosci), un ragazzo che fa da custode, un po’ più grande e molto prepotente, ma è solo apparenza da malavitoso, un giovanottino che si vanta di imprese più grandi di lui e con cui nasce una certa amicizia fatta di sfide e piccole avventure. La madre ignora cosa combina il figlio, neanche quando questi viene portato “alla corte” del giovane boss spacciatore Tecno (Matteo Scattaretico) per entrare nella gang. Ma quando lei scopre il denaro che Walter sta guadagnando illecitamente scoppia il caso.



Per lui quella villa rappresenta la libertà ma anche il luogo notturno dove parla, immaginariamente, col il padre di cui avverte la forte mancanza, rappresenta un posto in cui ha la possibilità di esprimersi e divertirsi senza pensieri. Cresce mentalmente e si fortifica ma l’ambiente non è educativo se non per rafforzare il carattere ed il coraggio. Una sfida per la vita da affrontare senza i preziosi consigli del papà. La villa è un posto appartato ma per lui è la realtà che deve affrontare per diventare grande: per questo è temerario fino quasi all’incoscienza. Anzi è in questa sensazione che trova il coraggio di assumere atteggiamenti e commettere azioni che prima non si sarebbe azzardato di fare. Non è un supereroe come va di moda oggi al cinema, ma da tale si comporta, senza paura, accettando ogni tipo di sfida, fino ad arrivare di conquistare la fiducia dello squalo i cui denti sono per lui la potenza del carattere.



Nella fotografia luminescente di Ivan Casalgrandi si sviluppa una storia degna dei racconti avventurosi della gioventù americana che abbiamo conosciuto tramite il cinema e la letteratura e il giovane Davide Gentile segue le orme di un’estate come un novello Rob Reiner e ingrandisce le figure di Walter e Carlo (che in realtà, come rivelerà nel dolce finale, si chiama Giancarlo) fine a farli diventare due piccoli adulti. Quell’estate rimarrà utile e quello che succederà dopo sarà frutto solo della nostra immaginazione. Ora ci teniamo il presente, tanto utile a Walter per crescere. Un’estate che non dimenticherà mai più, come il papà, con l’aiuto della sollevata mamma Rita.



Davide Gentile ha il merito di realizzare un piccolo film, ma molto sincero, duro e tenero, un mix tra dramma e fiaba, tra vita vissuta e vita sognata. Quando si ha a che fare con piccoli attori dilettanti si deve avere il coraggio di scegliere bene e Tiziano Menichelli e Stefano Rosci hanno corrisposto alle speranze. Pur con qualche tentennamento e qualche momento di recitazione forzata, i due centrano l’obiettivo e si nota quanto si sono sforzati per essere credibili. Solo qualche atteggiamento eccessivo nella gestualità, ma per il resto si rivelano sorprendenti e adatti.



Bisogna avere coraggio per girare film in questo modo e l’aiuto reale di un produttore come Gabriele Mainetti (qui anche collaboratore alla colonna sonora) si rivela importante, data la sua esperienza dei suoi film di grande successo, come anche la produzione della Lucky Red, importante biglietto da visita.

Il lavoro di Gentile non è perfetto, deve cresce anche lui come il suo piccolo eroe: lo vedremo con i fatti. Intanto gustiamoci questo esordio.



Commenti


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

bottom of page