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Dream Horse (2020)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 23 set 2021
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 16 ott


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Dream Horse

UK 2020 biografico 1h53’


Regia: Euros Lyn

Sceneggiatura: Neil McKay

Fotografia: Erik Wilson

Montaggio: Jamie Pearson

Musiche: Benjamin Woodgates

Scenografia: Dan Taylor

Costumi: Sian Jenkins


Toni Collette: Jan Vokes

Damian Lewis: Howard Davies

Owen Teale: Brian Vokes

Joanna Page: Angela Davies

Nicholas Farrell: Philip Hobbs

Siân Phillips: Maureen

Karl Johnson: Kerby

Peter Davison: Lord Avery

Steffan Rhodri: Gerwyn

Anthony O'Donnell: Maldwyn


TRAMA: Jan, donna delle pulizie e barista di una piccola città del Galles, alleva un cavallo da corsa con l'aiuto dei suoi vicini. Mentre il cavallo cresce e si impone come un ottimo esemplare per le corse contro ogni più rosea previsione, Jan e i suoi concittadini si ritrovano a fronteggiare gli esponenti di spicco del mondo delle corse nella più importante delle gare per il campionato nazionale.


Voto 6,5


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Può dare l’impressione di una favola immaginaria ed invece è tutto realmente accaduto. Incredibilmente accaduto, in una maniera che ha il sapore della leggenda e del miracolo. È la vera storia, infatti, di Dream Alliance, un improbabile cavallo da corsa allevato da una donna gallese, Jan Vokes, donna delle pulizie e cassiera di un supermercato, signora semplice, la quale con pochissimi soldi e nessuna esperienza, convinse i suoi vicini a intervenire con i loro risparmi per aiutare ad allenare adeguatamente il cavallo cha aveva nell’orto della casa, ottenuto con la monta di un famoso stallone con una cavalla da corsa che aveva acquistato dopo un serio infortunio. La speranza, alquanto utopica, diciamo pure impossibile da raggiungere, era che potesse diventare competitivo nelle corse importanti.


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Il regista Euros Lyn ci introduce nella esistenza ordinaria di questa gente che vive nella sperduta campagna del Galles, fatta di vita tranquilla di paese con la gente che passa il tempo nel pub, dove occasionalmente Jan presta servizio, a bere birra e chiacchierare allegramente, scherzando e discutendo di vari argomenti. Tra loro c’è anche Howard Davies, un consulente fiscale che aveva perso tutto, quasi anche la casa, per lo sport a cui tengono tutti, l’ippica: tutti sognano di avere un cavallo che corra nei trofei della zona, ma giusto per variare il trantran monotono di tutti i giorni. L’idea dell’associazione, basata sulla partecipazione con piccole quote mensili da parte dei clienti del pub, sollecitata da Jan, riscosse subito qualche sorriso di derisione e sfottò, oltretutto perché era gente con limitate possibilità economiche e a loro sembrò immediatamente un’idea balorda e irrealizzabile, ma la tenacia di Jan e Howard li convinse a versare le 10 sterline mensili e a firmare un contratto che li legava alla proprietà di quel promettente puledro chiamata come il sindacato che avevano fondato con i loro risparmi: Dream Alliance. L'investimento del gruppo si rivelò indovinato e ripagò gli sforzi quando Dream acquistò considerazione, piazzandosi sempre nei primi in tutte le corse e arrivando addirittura a correre nel Welsh Grand National, la più importante corsa gallese.


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Il cavallo, nato nel 2001 e cresciuto in un terreno a Cefn Fforest, un paesino nelle valli gallesi, nella contea di Caerphilly, fu allevato davvero da Jan Vokes e da suo marito Brian, due persone normalissime con questo sogno molto speciale. Il fatto che il cavallo avesse iniziato a vincere le corse a cui partecipava aveva del miracoloso. Dopo una terribile caduta, in cui Dream arrivò quasi a recidersi un tendine, fu sottoposto a un intervento chirurgico con le cellule staminali. Dream guarì completamente ed arrivò persino a vincere quel mitico Welsh Grand National, il che fu a dir poco sensazionale. L’impressione che può avere lo spettatore che non conosce la storia realmente vissuta è quella di un romanzo di finzione scritto apposta per i ragazzi, immaginato ad arte per piacere al cinema semplice e fantasioso. Le speranze, le delusioni, le vittorie, le discussioni del gruppo dei sottoscrittori seguono infatti la facile trama del film d’avventura che finisce normalmente bene e con il trionfo, sfiorando persino attimi di emozione. Ed invece è tutto vero, ogni cosa è successa per davvero.


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Il gallese Euros Lyn (noto per le serie TV, come Doctor Who e Daredevil) si è entusiasmato della storia e ha incontrato i veri protagonisti, che sono rivelati felici della realizzazione del film sulla loro bella vicenda e così l’operazione ha preso il via. Ciò ovviamente non bastava per la buona riuscita e a ciò hanno rimediato una buonissima e simpatica sceneggiatura – che ha saputo costruire ottimi personaggi molto ben interpretati, con tutte le caratteristiche dei gallesi di campagna -, una eccellente fotografia che ha reso credibile l’ambientazione ed infine il buon lavoro che ha compiuto il regista, con riprese delle corse molto realistiche. Inquadrature del galoppo, primi piani sugli zoccoli e le agili caviglie dei cavalli, la ricostruzione degli ambienti delle corse britanniche, il saggio utilizzo dei droni per le riprese dall’alto mentre i bellissimi cavalli percorrono a tutta la velocità le piste e saltano gli ostacoli. Ma il miracolo lo compie il cavallo, Dream, che non deluse le speranze, più che le aspettative, perché nessuno, neanche Philip Hobbs, l’esperto a cui era stato affidato il cavallo per l’allenamento e l’addestramento, avrebbe mai sperato tanto.


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La bravura dei vari attori non è secondaria, anzi trascina il film al totale apprezzamento: sono tutti simpaticissimi e se la cavano alla grande, suscitando risate, gioia e qualche attimo di commozione. Su tutti si erge Toni Colette: trascinante, verace, si prende il film sulle spalle e tratteggia il personaggio della protagonista in maniera travolgente, come il suo caro cavallo (C’mon, my boy!), ancora più brillante per via del suo perfetto accento gallese per essere perfettamente inserita nell’ambiente e fra i concittadini, motivo per cui andrebbe visto forzatamente in originale. A parte quel pigrone ma simpatico maritone Brian (interpretato da Owen Teale), l’altro attore di spicco che dà un notevole contributo alla piacevolezza del film è Damian Lewis, l’Howard Davies che riscatta, con le vittorie di Dream Alliance, le tante delusioni subite in precedenza, riacquistando la fiducia e l’amore della moglie.


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Un bel film, che avevo preso sottogamba, e che invece mi ha sorpreso, non solo per la bella vicenda, quanto per la gradevolezza dell’opera e la bravura di tutto il cast tecnico e artistico. E se parrà troppo semplicistico o idealistico, troppo romanzato, sarà, mi sia permesso, un errore: è tutto vero!

Dream Alliance ha smesso di gareggiare nel 2012 ed è stato mandato al pascolo nel Somerset dove vive felice. Alla fine della sua carriera Dream vantava 137.000 £ di vincite. Ogni membro dell'associazione ha ricevuto un profitto di 1.430 £. Jan, Brian e Howard hanno messo su un'altra associazione e ad aprile 2019 la loro giumenta Hettie ha partorito un altro puledro.



 
 
 

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