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War Horse (2011)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 25 feb 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 3 ott

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War Horse

USA, UK 2011 avventura/guerra 2h26'


Regia: Steven Spielberg

Soggetto: Michael Morpurgo (romanzo)

Sceneggiatura: Richard Curtis, Lee Hall

Fotografia: Janusz Kaminski

Montaggio: Michael Kahn

Musiche: John Williams

Scenografia: Rick Carter

Costumi: Joanna Johnston


Jeremy Irvine: Albert Narracott

Emily Watson: Rose Narracott

Peter Mullan: Ted Narracott

Niels Arestrup: nonno

David Thewlis: Lyons

Tom Hiddleston: cap. James Nicholls

Benedict Cumberbatch: magg. Jamie Stewart

Celine Buckens: Emilie

Toby Kebbell: Colin


TRAMA: Tra l’animale e il ragazzo c’era un forte rapporto simbiotico: nell’addomesticarlo, Albert aveva vinto la timidezza che gli derivava dai problemi di balbuzie. Il quadrupede, mandato in giro per l’Europa, entrerà in contatto con diverse persone a cui cambierà il corso della vita. Una giovane fattrice, un ufficiale della cavalleria britannica, un soldato tedesco e un nonno francese con la sua nipotina troveranno conforto e benefici dalla vicinanza con Joey.


Voto 6,5


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Durante il primo conflitto mondiale, il giovane Albert si arruola per provare a recuperare l’amato cavallo Joey, venduto in un momento di difficoltà economiche dal padre all’esercito britannico.

Un altro film che rappresenta l'essenza cinematografica di Steven Spielberg: una delle sue belle favole caratterizzata dal consueto buonismo, patriottismo e un po' di retorica che però, secondo me, possono risultare anche dei difetti, con personaggi idealisti che passeggiano nel romanzo romantico e animali che diventano eroi.


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Se facciamo qualche eccezione nella nutrita filmografia di Steven Spielberg, che riguardano le storie drammatiche che lo riguardano da vicino o relativi a fatti storici importanti, buona parte sono opere che parlano principalmente di avventure, fantasy e fantascienza. E che sia un grande narratore siamo tutti d’accordo.


Non esce dagli schemi preferiti neanche questo film, dove una storia dal sapore epico ambientata durante la Grande Guerra racconta, più che le vicende del protagonista, un adolescente figlio di contadini inglesi, le vicissitudini di un bellissimo cavallo comprato dal suo papà, per pura rivalità con il suo proprietario terriero, con l’ipoteca del suo futuro raccolto e quindi con enormi sacrifici. Il cavallo, nel corso della sua esistenza, cambierà costantemente padrone perché viene per forza di cose venduto prima ad un ufficiale inglese che parte per la guerra e poi passerà non solo di mano in mano ma addirittura passerà nelle file del nemico tedesco, praticamente di trincea in trincea.


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Per questa storia travagliata, il cavallo Joey ne vedrà di tutti i colori, tranne, fortunatamente per lui, nel periodo in cui viene protetto e amorevolmente accudito da una bimba che vive sola col nonno, interpretato dal duro Niels Arestrup, in una seconda occasione di personaggio buono dopo La chiave di Sara. Il primo padroncino, Albert, non smetterà mai di cercarlo, anzi di sperare di ritrovarlo, ed il film infatti si sviluppa attorno all’affetto del giovane per l’animale e alla fedeltà di quest’ultimo per il suo primo padrone. È in sintesi una storia di lealtà, speranza e costanza umana e animale, caratterizzata dal fatto che il cavallo Joey cambierà la vita e intaccherà i sentimenti di tutti coloro i quali avranno a che fare con lui, bellissimo e potente. Lui è l’eroe, l’Achille protagonista invincibile di tante vicende. “Un cavallo miracoloso” come afferma un ufficiale inglese che lo ammira in trincea.


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La storia, tratta da un romanzo di Michael Morpurgo, scrittore inglese di libri per ragazzi, richiama alla mente i racconti di avventure che abbiamo letto da giovanissimi e Steven Spielberg, inutile dirlo, ha saputo navigare in acque sicure, come se fosse ancora al tempo di E.T. o di Jurassic Park. I grossi mezzi non gli sono mai mancati, suoi e di altri potenti di Hollywood; spalleggiato dalla Disney si è potuto permettere di introdurre tutto ciò che gli serviva per produrre un film di questa portata e che dura ben 2 ore e 26 minuti. Con nitriti, corse, galoppate, inseguimenti, frasi ad effetto e musiche che ricordano i suoi migliori film di successo e tanta, tanta retorica patriottica di cui spesso non sa fare a meno.


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Tra gli attori spiccano fortemente la solita dolcissima Emily Watson e il ribelle Peter Mullan, genitori del giovanotto. Intanto, tra presenze importanti come David Thewlis, Tom Hiddleston, Benedict Cumberbatch, ha inizio la carriera di Jeremy Irvine. Il regista sa bene come si girano questi film, il risultato è piacevole, ma in fondo è e rimane un film di intrattenimento, quasi per ragazzi, ma anche gli appassionati di equitazione saranno felici di godere e ammirare le galoppate del bellissimo puledro. La sequenza più bella è senza dubbi quando il cavallo, il vero eroe della storia, corre nella terra di mezzo, nella no men's land tra le linee nemiche con le truppe asserragliate nelle trincee: la mezz'ora finale che da solo vale l’intero film.


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2012 - Premio Oscar

Candidatura miglior film

Candidatura migliore fotografia

Candidatura migliore scenografia

Candidatura miglior sonoro

Candidatura miglior montaggio sonoro

Candidatura miglior colonna sonora

2012 - Golden Globe

Candidatura miglior film drammatico

Candidatura miglior colonna sonora



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Il Cinema secondo me,

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cinefilo da bambino

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