Frida (2002)
- michemar

- 2 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 8 ago

Frida
USA 2002 biografico 2h3’
Regia: Julie Taymor
Soggetto: Hayden Herrera (biografia)
Sceneggiatura: Clancy Sigal, Diane Lake, Gregory Nava, Anna Thomas
Fotografia: Rodrigo Prieto
Montaggio: Françoise Bonnot
Musiche: Elliot Goldenthal
Scenografia: Felipe Fernández del Paso
Costumi: Julie Weiss
Salma Hayek: Frida Kahlo
Alfred Molina: Diego Rivera
Valeria Golino: Guadalupe Marín
Mía Maestro: Cristina Kahlo
Roger Rees: Guillermo Kahlo
Diego Luna: Alejandro Gonzalez Arias
Patricia Reyes Spíndola: Matilde Kahlo
Roberto Medina: dr. Farril
Margarita Sanz: Natal'ja Trockaja
Geoffrey Rush: Lev Trockij
Ashley Judd: Tina Modotti
Edward Norton: Nelson Rockefeller
Antonio Banderas: David Alfaro Siqueiros
TRAMA: La vita che Frida Kahlo condivise apertamente e senza battere ciglio con Diego Rivera, mentre assieme prendevano d’assalto il mondo dell’arte. Dal rapporto complesso e duraturo con il mentore e marito alla relazione illecita e controversa con Lev Trotskij, ai suoi intrecci provocatori e romantici con le donne, ella ebbe una vita audace e senza compromessi come rivoluzionaria politica, artistica e sessuale. Nonostante le precarie condizioni di salute e i tanti interventi chirurgici.
VOTO 6

La regista Julie Taymor (una carriera tra cinema, opera e teatro, che dimostra la sua passione per l’arte in senso totale) ci immerge nella vita tumultuosa e nell’arte vibrante di Frida Kahlo, interpretata con passione da Salma Hayek, sicuramente il ruolo che le è rimasto addosso per sempre, il più significativo ed importante.
La seguiamo attraverso le sue gioie e i suoi dolori, dalla giovinezza fino alla morte, esplorando il suo rapporto con il dolore fisico e la sua relazione tempestosa con il pittore Diego Rivera. Il film si distingue per la sua capacità di intrecciare la narrazione biografica con gli elementi visivi dei dipinti di Kahlo, che prendono vita sullo schermo, arricchendo la storia con una dimensione artistica profondamente personale.
La Taymor riesce a catturare l’essenza della donna, fotografandola da vicino non solo come artista ma anche come donna indipendente e complessa, che ha sfidato le convenzioni sociali e ha trasformato il proprio dolore in arte.
Con la sua intensa espressione, resta tuttora una figura iconografica culturale che trascende i confini dell’arte, caratterizzata da un intenso sguardo e da un’aura di resilienza che paiono inerti ma che invece contengono tumulti rivoluzionari, riflessi di sfide fisiche ed emotive. La regia e l’attrice hanno cercato in ogni modo di rappresentare temi essenziali come l’identità, il dolore e il femminismo, diventando un simbolo di forza e ispirazione per molte persone. Ancora oggi.
Film discreto, ma penso che in mano ad una regista di maggior temperamento, avrebbe avuto ben altri risultati, sebbene avesse all’attivo un’opera molto interessante ma di non facile realizzazione come lo shakespeariano Titus in chiave moderna, e dopo abbia portato in porto il fantasioso musical, riuscito, Across the Universe sulle canzoni dei Beatles.
Diego Rivera: “Una vera pittrice non riesce a vivere senza dipingere. Dipinge fino alla morte.”
Riconoscimenti
Oscar 2003
Miglior trucco
Miglior colonna sonora
Candidatura alla miglior attrice protagonista a Salma Hayek
Candidatura alla migliore scenografia
Candidatura ai migliori costumi
Candidatura alla migliore canzone (Burn It Blue)
Golden Globe 2003
Migliore colonna sonora
Candidatura alla migliore attrice in un film drammatico a Salma Hayek
BAFTA 2003
Miglior trucco
Candidatura alla miglior attrice protagonista a Salma Hayek
Candidatura al miglior attore non protagonista ad Alfred Molina
Candidatura ai migliori costumi
Festival di Venezia 2002
Premio Mimmo Rotella Foundation a Julie Taymor





























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