top of page

Titolo grande

Avenir Light una delle font preferite dai designer. Facile da leggere, viene utilizzata per titoli e paragrafi.

I perfetti innamorati (2001)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 11 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 4 nov

ree

I perfetti innamorati

(America’s Sweethearts) USA 2001 commedia 1h42’

 

Regia: Joe Roth

Sceneggiatura: Billy Crystal, Peter Tolan

Fotografia: Phedon Papamichael

Montaggio: Stephen A. Rotter

Musiche: James Newton Howard

Scenografia: Garreth Stover

Costumi: Ellen Mirojnick

 

Julia Roberts: Kathleen “Kiki” Harrison

Billy Crystal: Lee Phillips

Catherine Zeta-Jones: Gwen Harrison

John Cusack: Eddie Thomas

Hank Azaria: Hector Gorgonzolas

Stanley Tucci: Dave Kingman

Christopher Walken: Hal Weidmann

Alan Arkin: Guru

Seth Green: Danny Wax

Scot Zeller: Davis

Larry King: se stesso

Rainn Wilson: Dave O’Hanlon

 

TRAMA: Kiki Harrison è la devota assistente - nonché sorella - di Gwen, volubile e narcisista diva del cinema. Vivere accanto a lei non è affatto facile, ma l’impresa rischia di diventare ancora più ardua da quando l’attrice e il marito, l’attore Eddie Thomas, sono in crisi. Toccherà proprio a lei il compito di aiutare i due ad apparire nuovamente in pubblico per promuovere l’ultimo film girato insieme.

 

VOTO 6


ree

 

Lee Phillips (Billy Crystal) è un pubblicitario di film con il compito di promuovere Time Over Time, un film in uscita con le star del cinema Gwen Harrison (Catherine Zeta-Jones) e Eddie Thomas (John Cusack). Il suo lavoro è complicato dall’eccentrico regista del film Hal Weidmann (Christopher Walken), che farà l’anteprima del film solo alla conferenza stampa ma, peggio ancora, Gwen ed Eddie, una volta “fidanzatini d’America” e coppia nella vita e sul set, stanno attraversando una brutta separazione. I due si sono lasciati quando Gwen ha instaurato una relazione con Hector Gorgonzolas (Hank Azaria), un aitante e arrogante spagnolo incontrato sul set, e questo ha portato Eddie a un crollo emotivo. Lee decide che la cosa migliore per promuovere il film sia riunire la coppia. Il guaio è che tutte le conseguenze della ambigua situazione ricascano sulle spalle della paziente (ma fino ad un certo punto) Kiki Harrison (Julia Roberts), che si fa carico di ogni improvvisa situazione scomoda.



La breve trama è chiarissima: il film tenta di offrire una satira sull’industria cinematografica, con una storia che ruota attorno alla macchina promozionale dei grandi studi e ai rapporti spesso fittizi tra le star di Hollywood. Tuttavia, non riesce a cogliere appieno il potenziale della sua premessa e finisce per risultare più artificioso che incisivo.



Visivamente, il film mantiene uno stile convenzionale, non è cioè ricco di spunti che ci attenderemmo da Billy Crystal che ne ha scritto il copione o di scelte estetiche particolarmente distintive. La regia di Joe Roth è comunque funzionale, ma non sorprendente, con una gestione della narrazione che procede in modo prevedibile senza particolari guizzi creativi. La sceneggiatura, scritta dall’attore con Peter Tolan, introduce alcuni momenti di umorismo, ma si affida eccessivamente a gag semplicistiche e battute di facile impatto che non aggiungono profondità alla storia. L’uso di situazioni farsesche è evidente, ma l’esecuzione non è abbastanza audace da rendere il film una vera commedia di denuncia.



Le interpretazioni del cast principale offrono una dinamica interessante, ma non sempre convincente. Julia Roberts, solitamente brillante nelle commedie romantiche, si trova in un ruolo meno centrale rispetto alle sue opere più iconiche, mentre Catherine Zeta-Jones interpreta efficacemente, con il suo fisico adatto, una diva viziata, sebbene il suo personaggio risulti stereotipato. John Cusack, nel ruolo di un attore tormentato, è poco incisivo e non riesce a portare quella complessità emotiva che il film sembra tentare di costruire. Billy Crystal, invece, offre una performance energica anche se prevedibile, che ricalca i suoi ruoli precedenti.



Uno dei punti più deboli del film è che se una commedia romantica deve suscitare empatia per i personaggi e il loro percorso sentimentale, questi due “innamorati d’America” risultano distanti e poco coinvolgenti. Le dinamiche tra i protagonisti sono troppo superficiali e affrettate per creare una tensione narrativa convincente. Inoltre, la sceneggiatura non riesce a bilanciare il tono satirico con la necessaria costruzione emotiva, lasciando molte situazioni in sospeso o poco approfondite.



In ogni caso il film è una commedia che deve intrattenere con leggerezza promettendo una riflessione sul mondo del cinema, ma che si limita a una rappresentazione superficiale e stereotipata, mancando di quella incisività necessaria per rendere il suo messaggio realmente efficace.



 
 
 

Commenti


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

bottom of page