Il concerto
(Le concert) Francia/Italia/Romania/Belgio 2009 commedia drammatica 1h59’
Regia: Radu Mihăileanu
Sceneggiatura: Radu Mihăileanu, Alain-Michel Blanc, Matthew Robbins
Fotografia: Laurent Dailland
Montaggio: Ludo Troch
Musiche: Armand Amar, Julien Baril
Scenografia: Stanislas Reydellet, Christian Niculescu
Costumi: Viorica Petrovici, Maïra Ramedhan Levi
Aleksej Guskov: Andreï Filipov
Dimitri Nazarov: Sacha Grossman
Mélanie Laurent: Anne-Marie Jacquet / Lea
François Berléand: Olivier Morne Duplessis
Miou-Miou: Guylène de La Rivière
Valeri Barinov: Ivan Gavrilov
Lionel Abelanski: Jean-Paul Carrère
Laurent Bateau: Bertrand
Vlad Ivanov: Piotr Tretiakine
Anna Kamenkova Pavlova: Irina Filipova
Roger Dumas: Momo
Anghel Gheorghe: Vassili
Aleksandr Komissarov: Victor Vikitch
TRAMA: Trent’anni fa il direttore dell’Orchestra Bolshoi, Andreï Filipov è stato licenziato per avere assunto musicisti ebrei. Ora un umile bidello riunisce i suoi vecchi musicisti per andare ad esibirsi come l’orchestra ufficiale Bolshoi a Parigi.
Voto 6,5
È una bella storia di ribellione, sotterfugi e di gioia almeno momentanea, proprio per la riuscita dell’impresa che, all’inizio, pareva irrealizzabile, da incoscienti. Succede infatti che durante il periodo dei Soviet, un osannato direttore d’orchestra del Bolshoi di Mosca, Andreï, viene allontanato per essersi rifiutato di licenziare i musicisti ebrei che aveva assunto. Qualche decennio dopo, l’uomo lavora ancora in teatro ma semplicemente come custode e aiuta la moglie a movimentare finte manifestazioni d’orgoglio ex comunista. Un giorno, mentre sta svolgendo il suo umile compito, intercetta un invito per il teatro Chatelet di Parigi per la prestigiosa orchestra arrivato tramite fax e decide di riscattarsi con l’inganno dalle umiliazioni subite in tanti anni. Incredibilmente, si sostituisce ai funzionari accettando l’ingaggio: riunisce così i vecchi compagni di concerto e qualche improbabile new entry e partono per la capitale francese.
Tra peripezie, finzioni e tanto spirito di inventiva, più come un branco di sbandati che come veri professionisti, e con molto incosciente coraggio, riescono a presentarsi ed esibirsi nel prestigioso teatro parigino, nel totale trionfo degli spettatori presenti. Un successo! Insomma, un’avventurosa esperienza che riempie di orgoglio i musicisti. Ma è una storia plausibile? È possibile organizzare una truffa come questa, senza intoppi e impedimenti e con tutti controlli che ci si può aspettare per una trasferta internazionale come questa?
Il film, come ho potuto notare in questi anni, ha riscosso molti apprezzamenti, a volte perfino eccessivi, come se una vicenda come questa sia davvero, almeno, realistica. Io invece vorrei cominciare a mettere ordine nel commentarlo. Ho notato troppa euforia e anche troppa generosità. Mettere ordine vuol dire cominciare a distinguere i tre fondamentali capisaldi di questo film (più rumeno che altro): la trama, l’opera cinematografica e la musica.
La trama è una storia sicuramente fantasiosa, direi quasi una favola. Infatti, il film racconta del sogno di un eccellente musicista, accantonato dal potere politico, di tornare a dirigere un’orchestra che non esiste, in un posto per loro inarrivabile. Ma fin qui tutto è accettabile. In fondo è una bella trama per un bel racconto, anche per il cinema. Ma ecco che la trama diventa una favola: è mai possibile che si possa suonare una sinfonia con una orchestra e una violinista di fama internazionale senza uno straccio di prova? Infatti non ne vengono mostrate. Ma poi, per giunta in un teatro esigente e per un pubblico altrettanto esigente? È mai possibile, per un direttore d’orchestra, di punto in bianco, alzare le braccia e la bacchetta e far partire la musica e i musicanti? Anch’io ci riesco, ma davanti al mio adorato impianto di alta fedeltà!
L’opera cinematografica è certamente a mio parere un buonissimo ed emozionante prodotto. La regia (di tipica impronta est-europea) è apprezzabilissima. Gli attori svolgono il loro compito in maniera egregia. Sono bravissimi e simpaticissimi. I dialoghi sono divertenti ed il ritmo è adeguato. Senz’altro un film da vedere, quindi. Ma ciò che a mio parere fa scrivere giudizi esaltanti su questo film è l’equivoco principale e caratteristico dell’opera. La musica! Che non è una colonna sonora, è la sinfonia per orchestra e violino di Tchaikovsky! In molti hanno scritto che alla fine si sorride e piange, di gioia, di emozione, di commozione. La verità è che nel finale del film ci emozioniamo tutti per la grandiosità della musica: travolgente, emotiva, armoniosa, suonata alla perfezione. Il tutto si unisce al racconto che termina in maniera felice per i nostri eroi e quindi, come le belle favole, tutti sono felici e contenti. E noi usciamo dalla visione soddisfatti ed emozionati perché travolti dalle note di uno dei più grandi musicisti della storia dell’umanità.
Ma noi appassionati della Settima Arte lo sappiamo: il cinema è spesso una favola e ne amiamo i suoi sogni. E sotto questo profilo va bene tutto. Non vorrei essere molto severo, perché in fondo il film è piacevole, è promosso e resta quindi comunque da vedere. Il doppiaggio, come sempre accade con personaggi che si recano all’estero, rovina l’operazione: perché diavolo i protagonisti parlano come i russi parlano tipicamente in italiano?
Buona la regia nel complesso dell’esperto Radu Mihăileanu (anche questo è un atto di ribellione al regime comunista) e bravi e simpatici gli attori, a cominciare dall’amabile Aleksej Guskov e finendo con la pronta Mélanie Laurent, improvvisata violinista. I premi internazionali non sono mancati ma non sono bastati a farmi entusiasmare. Buon film ma non eccezionale.
Riconoscimenti
2011 - Golden Globe
Candidatura miglior film straniero
2010 - European Film Awards
Candidatura migliore sceneggiatura
2010 - Premio César
Miglior colonna sonora
Miglior sonoro
Candidatura miglior film
Candidatura miglior regista
Candidatura migliore sceneggiatura originale
Candidatura miglior montaggio
2010 - David di Donatello
Miglior film dell'Unione Europea
2010 - Nastro d'argento
Miglior film europeo
2011 - Premio Magritte
Candidatura migliore coproduzione
Candidatura miglior montaggio