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Il debito (2010)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 25 ago 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

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Il debito

(The Debt) USA/UK/Ungheria/Israele 2010 spionaggio 1h53’


Regia: John Madden

Sceneggiatura: Matthew Vaughn, Jane Goldman, Peter Straughan

Fotografia: Ben Davis

Montaggio: Alexander Berner

Musiche: Thomas Newman

Scenografia: Jim Clay

Costumi: Natalie Ward


Helen Mirren: Rachel Singer

Tom Wilkinson: Stephan Gold

Ciarán Hinds: David Peretz

Jessica Chastain: Rachel Singer giovane

Marton Csokas: Stephan Gold giovane

Sam Worthington: David Peretz giovane

Jesper Christensen: dr. Bernhardt / Dieter Vogel

Romi Aboulafia: Sarah Gold


TRAMA: Nel 1965 tre giovani agenti del Mossad, il servizio segreto israeliano, catturarono e uccisero un famoso criminale nazista ancora in libertà. Oggi, a trent'anni e più di distanza, riappare in Ucraina un uomo che sostiene di essere l'ex nazista che si credeva morto e uno degli agenti di allora deve recarsi in incognita nella nazione dell'est europeo per scoprire la verità.


Voto 7

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Un thriller di spionaggio che inizia – o meglio ritorna alla ribalta - nel 1997, quando notizie scioccanti raggiungono gli agenti segreti in pensione del Mossad, Rachel Singer (Helen Mirren) e Stephan Gold (Tom Wilkinson) e il loro ex collega David Peretz (Ciarán Hinds). Tutti e tre sono stati venerati per decenni dal loro Paese in seguito ad una loro notevole impresa, la missione che avevano intrapreso nel 1965, quando il trio (allora erano Jessica Chastain, Marton Csokas e Sam Worthington) aveva rintracciato il criminale di guerra nazista Dieter Vogel (Jesper Christensen) a Berlino Est, ormai oggi ritenuto morto e che invece pare sia ancora vivo e vegeto. Con grande rischio e con un notevole costo personale, la missione del team era fallita, quindi? La suspense si sviluppa attraverso due diversi periodi di tempo, con un'azione sorprendente e rivelazioni inaspettate.‎

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John Madden sviluppa la trama, quindi, tra il passato e il presente. Nel 1965 tre giovani agenti del Mossad erano in missione segreta a Berlino Est per catturare e consegnare alla giustizia quel criminale di guerra nazista, il temuto chirurgo del campo di sterminio di Birkenau. La loro missione, tuttavia, era fallita in quanto, dopo averlo rapito, non erano poi riusciti a trasferirlo a Berlino Ovest come invece era stato pianificato. Furono perciò costretti a tenerlo segregato nel loro appartamento in attesa di elaborare un piano alternativo, cosa che tuttavia non si concretizzò. Al ritorno dichiararono che lo avevano ucciso. Ora necessita fare i conti con la realtà, con la nazione e con la propria coscienza e di conseguenza bisogna tornare sui vecchi passi per cercare di capire la realtà ed eventualmente rimediare.

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Il lungo flashback, che costituisce metà del film, non manca di tensione, rivelando sia il lato dell’insuccesso del passaggio fallito verso ovest, sia quello sentimentale del rapporto tra Rachel e i due uomini che la accompagnavano: un leader concentrato sulla politica e un giovane lupo impulsivo. Questa storia forse veramente accaduta, lontana da quella raccontata nei libri di testo scolastici e oggetto di riconoscimento da parte del governo israeliano, solleva una questione molto importante che va oltre le vicende nude, e cioè quella dell'individuo di fronte alla macchina da guerra, del dovere di fronte alla politica, del peso della menzogna. Era veramente andata come loro avevano raccontato? Ma soprattutto, ci si chiede se e come lo spirito del popolo israeliano, che avverte sempre il peso della persecuzione, possa passare da vittima a giudice implacabile e ugualmente sanguinario. Sappiamo bene quanto, molte volte, la sete di giustizia invada il campo della vendetta.

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Il film di Madden, che è il rifacimento di quello originale israeliano, Ha-Hov, mai edito in Italia, è un’opera che mantiene a lungo momenti di alta tensione, senza nascondere che forse i tre personaggi centrali erano alquanto poco preparati per una missione altamente difficile e pericolosa come quella, ma ha il pregio di essere raccontata con ottimo ritmo nei momenti giusti e la scelta del doppio trio si rivela anche indovinata. Prima nei tre attori esperti e nel 2010 già ampiamente affermati, dopo con tre giovani, allora rampanti ma oggi più che mai esponenti dello star system, in primis la bellissima Jessica Chastain, che ha sempre quella parvenza di attrice moderna e nello stesso tempo classica. In ogni caso, oltre al duo che la unisce a Helen Mirren, anche le altre due accoppiate, Wilkinson/Csokas e Hinds/Worthington paiono indovinate (o forse il regista avrebbe dovute invertirli?).

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Contrariamente a come molti registi scelgono quando il film tratta due piani temporali differenti, John Madden mantiene l’ordine cronologico facendo ordine nella narrazione e, altra preferenza indovinata, si concentra con spirito critico sulla lotta interiore della ormai matura agente femminile, che combatte in coscienza sulle giuste scelte da operare nel momento topico dell’operazione. Quindi non solo azione ma anche film che punta alla riflessione e allo stato d’animo di chi si deve muovere senza pensare e che invece entra in crisi. Il che non è rituale, abituati come siamo a pellicole di spie che agiscono come robot obbedienti e programmati per uccidere.

Ottima regia e ottimo cast: sei attori preparati ai loro ruoli.


 
 
 

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