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Il laureato (1967)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 28 apr 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 10 feb 2024


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Il laureato

(The Graduate) USA 1967 commedia 1h46’


Regia: Mike Nichols

Soggetto: Charles Webb (romanzo)

Sceneggiatura: Calder Willingham, Buck Henry

Fotografia: Robert Surtees

Montaggio: Sam O'Steen

Musiche: Dave Grusin, Simon & Garfunkel

Scenografia: Richard Sylbert

Costumi: Patricia Zipprodt


Dustin Hoffman: Benjamin "Ben" Braddock

Anne Bancroft: sig.ra Robinson

Katharine Ross: Elaine Robinson

William Daniels: sig. Braddock

Murray Hamilton: sig. Robinson

Elizabeth Wilson: sig.ra Braddock

Brian Avery: Carl Smith

Walter Brooke: sig. McGuire

Norman Fell: sig. McCleery

Alice Ghostley: sig.ra Singleman


TRAMA: Benjamin Braddock, promettente rampollo di facoltosa famiglia, ha terminato gli studi. Viene dato un party in suo onore, ma lui si ritira in camera. Viene raggiunto dalla signora Robinson, amica di famiglia, che gli chiede di accompagnarla a casa: qui lei tenta di sedurlo, ma arriva il marito. In seguito, però, i due diventano amanti. La relazione termina quando Benjamin conosce Elaine, la figlia dei Robinson: i due si innamorano, ma la madre di lei non ci sta e le rivela come stanno le cose. La fanciulla pianta Benjamin e si accinge a sposare il ragazzo perbene che i genitori vogliono per lei. Ma Benjamin tenta il tutto per tutto in chiesa, durante la cerimonia.


Voto 8

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Non mi permetterei mai di mettermi a scrivere, a distanza di tanti anni, di un film diventato un simbolo degli anni ’60 di cui praticamente hanno scritto tutti e tutti lo conoscono e apprezzano. Piuttosto è il caso di annotare qualcosa a margine della bellissima opera di quel magico regista che fu Mike Nichols (di cui trovate una celebrazione qui).

A pensarci bene, anche se oggi può sembrare strano, il film colpì il pubblico perché era spregiudicato. Fino a rasentare lo scandalo. E ciò era pienamente nelle corde di un autore a suo modo originale e che veniva appena dal suo straordinario esordio di Chi ha paura di Virginia Woolf? dopo anni passati alla regia teatrale. Forse per la prima volta una grande produzione hollywoodiana affrontava in maniera così diretta l’argomento della sessualità descrivendo l’insolita relazione tra persone nell’ambito della borghesia: un neolaureato con troppo tempo libero, una donna sposata e alcolizzata che vuole sedurlo e la graziosa figlia di quest’ultima ignara di avere una rivale proprio nella madre.

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Uno degli aspetti più riusciti del film di Nichols fu quello di inserire brani di musica noti o nuovi di grande successo con il notevole contributo di un duo che era già famoso ma che con l’occasione lo divenne ancora di più: Simon & Garfunkel. Anzi, la popolarità delle musiche contribuì al successo del film e anche il contrario, avvicinandolo al pubblico più giovane.

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E poi gli attori. E che attori i due principali! La bravura riconosciuta di Anne Bancroft e quel giovane quasi debuttante e in piena ascesa artistica chiamato Dustin Hoffman. È su di lui che bisognerebbe soffermarsi. “Al cinema non si recita con il volto”, diceva una volta il grande Charles Laughton, “ma con le mani.”. Allora osserviamo l’attore nel film: le mani che sbattono sul vetro della chiesa mentre lui urla “Elaine!”, che poi lo piroettano giù dalle scale, che gli aprono un varco verso Katharine Ross, che brandiscono la grande croce, che sollevano lo strascico del vestito da sposa, che fermano l’autobus ed infine che pagano la corsa verso la felicità. Piccolo grande uomo (o indiano?, memorabile interpretazione di tre anni dopo) che fa diventare grandi i film con la sua mimica. Egli conquistò la celebrità con il suo ritratto di Benjamin Braddock, un giovane fresco di laurea che ritorna alla casa dei genitori alquanto nauseato e spaventato dal vuoto materialismo che attorniava le famiglie del suo ambiente.

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Si racconta che il regista gli impose di evitare ogni tecnica recitativa per conferire al personaggio la caratteristica di spontaneità e impaccio a cui si deve sicuramente buona parte del fascino del film, come succede nella scena in cui un amico di famiglia gli dice che il futuro si può riassumere in una parola: la plastica! Che ben rappresenta la cultura popolare americana di quegli anni. Lui reagisce con perplessità e forse addirittura paura. L’attore minuto, impacciato, tutt'altro che aitante, imprime alla pellicola la qualità di insicurezza, nevrotica presenza in perenne stato di disagio.

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Il suo Ben è l’espressione di un malessere giovanile che trova nella generazione dei padri una totale mancanza di comunicazione, accentuato dalle aspettative genitoriali come dall'assurda e comica muta da sub che gli viene regalata e vive in una impasse amniotica: la piscina e l'acquario sono elementi ricorrenti e simbolici con cui il grande (ma ancora giovane, 36 anni!) Mike Nichols riassume il suo incerto momento esistenziale mentre i signori Braddock lo osservano sempre sorridendo ma senza mai capire.

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Curiosità. Dustin Hoffman non era proprio così giovane come il personaggio: aveva già 30 anni e Anne Bancroft era più grande di soli 6 anni.

Oltre al Premio Oscar per Mike Nichols, arrivarono cinque Golden Globe per film, regia, Anne Bancroft e come debuttanti Dustin Hoffman e Katharine Ross.

Riconoscimenti

1968 - Premio Oscar

Miglior regista

Candidatura come miglior film

Candidatura come miglior attore protagonista a Dustin Hoffman

Candidatura come miglior attrice protagonista a Anne Bancroft

Candidatura come miglior attrice non protagonista a Katharine Ross

Candidatura come migliore sceneggiatura non originale

Candidatura come migliore fotografia

1968 - Golden Globe

Miglior film commedia o musicale

Migliore regia

Miglior attrice in un film commedia o musicale a Anne Bancroft

Miglior attore protagonista debuttante a Dustin Hoffman

Miglior attrice debuttante a Katharine Ross

Candidatura come miglior attore in un film commedia o musicale a Dustin Hoffman

Candidatura come migliore sceneggiatura

1969 - BAFTA

Miglior film

Miglior regista

Miglior attore debuttante a Dustin Hoffman

Migliore sceneggiatura

Miglior montaggio

Candidatura come migliore attrice protagonista a Anne Bancroft

Candidatura come miglior attrice debuttante a Katharine Ross


 
 
 

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