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Il momento di uccidere (1996)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 7 apr 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 20 ott

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Il momento di uccidere

(A Time to Kill) USA 1996 thriller 2h29’


Regia: Joel Schumacher

Soggetto: John Grisham (romanzo)

Sceneggiatura: Akiva Goldsman

Fotografia: Peter Menzies Jr.

Montaggio: William Steinkamp

Musiche: Elliot Goldenthal

Scenografia: Larry Fulton

Costumi: Ingrid Ferrin


Matthew McConaughey: Jake Tyler Brigance

Sandra Bullock: Ellen Roark

Samuel L. Jackson: Carl Lee Hailey

Kevin Spacey: procuratore Rufus Buckley

Charles S. Dutton: sceriffo Ozzie Walls

Donald Sutherland: Lucien Wilbanks

Kiefer Sutherland: Freddie Lee Cobb

Oliver Platt: Harry Rex Vonner

Brenda Fricker: Ethel Twitty

Chris Cooper: Dwayne Looney

Patrick McGoohan: giudice Omar Noose

Ashley Judd: Carla Brigance

Kurtwood Smith: Stump Sisson

Nicky Katt: Billy Ray Cobb

Doug Hutchison: James Louis "Pete" Willard

M. Emmet Walsh: dr. Willard Tyrell Bass

Joe Seneca: reverendo Isaiah Street

Jonathan Hadary: Norman Reinfield

Beth Grant: Cora Mae Cobb

Octavia Spencer: infermiera di Ellen


TRAMA: In una cittadina del Sud degli Stati Uniti due bianchi stuprano e pensano di aver ucciso una bambina di colore di dieci anni. Il padre, Carl Lee Hailey, un veterano della guerra del Vietnam, decide di farsi giustizia da solo. Intorno all'uomo di colore si scatena uno scontro razziale. I rischi più gravi li corre l'avvocato difensore, preso di mira dal Ku Klux Klan.


Voto 6,5


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Essendosi occupato per gran parte della sua filmografia del genere thriller, Joel Schumacher, dopo buonissimi successi quali Un giorno di ordinaria follia e Il cliente, nel 1966 firmò la regia del primo romanzo di John Grisham, un libro che per certi versi è duro e ruvido. Lo è perché la trama parte con un reato atroce e violento che causa una gravissima reazione illegale attutata per vendetta. Dopo di che diventa una furente discussione sul diritto di farsi giustizia da soli e sulla equità dei processi che riguardano la gente di colore. Quindi, gli argomenti non mancano e sono tutti rilevanti e caustici.


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Tutto ha inizio quando Tonya Hailey, un'innocente bambina afroamericana, viene violentata, picchiata e quasi uccisa (così almeno credono i colpevoli) da due uomini bianchi appartenenti a quella popolazione che in America viene definita “redneck”. La cittadina di Clanton, nel Mississippi, è scioccata mentre suo padre Carl Lee Hailey, veterano del Vietnam, è indignato e furioso perché intuisce che i due non avranno una pena adeguata alle sue attese e immaginando di non poter vedere quei ragazzi liberati, decide di fare giustizia con le sue mani e li uccide nel palazzo di tribunale, di fronte a numerosi testimoni. Ora tocca all’avvocato Jake Brigance toglierlo dai guai. Trovano persone che li possono aiutare ma il legale si scontra con il duro procuratore Rufus Buckley. Il vero problema sarà ottenere un equo processo per un uomo di colore che ha giustiziato due bianchi. Nello stato del Mississippi!


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Ambiente ostile e difficoltà giudiziarie, non è poco per il giovane avvocato che sarà aiutato da una giovane assistente che si offre volontaria, Ellen Roark. E la situazione peggiora quando ad interessarsi è anche il temibile KKK, al punto che deve intervenire anche la Guardia Nazionale per mantenere l'ordine e proteggere la vita di Brigance e dei suoi collaboratori.


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Un legal thriller in piena regola ma anche molto drammatico, in cui Joel Schumacher si trova a suo agio, regista che amava approfondire gli aspetti sociali e psicologici che muovevano le figure dei suoi film. Disponendo, tra l’altro, di un buonissimo cast i cui personaggi sono profondamente caratterizzati dall’ambiente circostante.


Riconoscimenti

1997 - Golden Globe

Candidatura al miglior attore non protagonista a Samuel L. Jackson



 
 
 

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cinefilo da bambino

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