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Il treno (1964)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 10 ago 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 17 set

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Il treno

(The Train) Francia, Italia, USA 1964 guerra 2h13’


Regia: John Frankenheimer (Arthur Penn)

Sceneggiatura: Franklin Coen, Frank Davis

Fotografia: Jean Tournier, Walter Wottitz

Montaggio: David Bretherton

Musiche: Maurice Jarre

Scenografia: Willy Holt

Costumi: Jean Zay


Burt Lancaster: Paul Labiche

Paul Scofield: colonnello Franz Von Waldheim

Michel Simon: Boule

Jeanne Moreau: Christine

Wolfgang Preiss: maggiore Herren

Albert Rémy: Didont

Charles Millot: Pesquet

Jacques Marin: Jacques

Richard Münch: generale Von Lubitz

Jean Bouchard: capitano Schmitd

Arthur Brauss: tenente Pilzer

Howard Vernon: capitano Dietrich

Donald O'Brien: sergente Schwartz

Suzanne Flon: M.lle Villard


TRAMA: Nel 1944, un colonnello tedesco riceve il compito di caricare un treno con tesori d'arte francesi da inviare in Germania. La Resistenza deve fermarlo, ma senza danneggiare il carico.


Voto 8


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Mentre le forze alleate si avvicinano a Parigi nell'agosto del 1944, il colonnello tedesco Von Waldheim (il grandissimo Paul Scofield) desidera disperatamente portare in Germania tutti i più grandi quadri di valore conservati nella capitale. Riesce a mettere in sicurezza un treno per trasportare le preziose opere d'arte anche se il caos della ritirata non permette un’operazione molto ordinata. La resistenza francese, tuttavia, vuole impedire loro di rubare i loro tesori nazionali, ma ha ricevuto ordini da Londra che non devono essere distrutti. Il capostazione, Paul Labiche (Burt Lancaster), ha il compito di programmare il viaggio del treno e far sì che tutto avvenga senza intoppi, ma lui fa anche parte di un gruppo di combattenti della Resistenza francese che ha l’incarico di ostacolare con tutti mezzi il furto. Lui e altri mettono in scena un elaborato stratagemma per impedire al treno di lasciare il territorio francese.



Il treno. Quante volte il cinema di ogni nazione si è occupato di treni in ogni ambito ed epoca? Sicuramente decine e decine di migliaia di volte, sempre a ridosso di un binario o di una stazione, per raccontare amori, addii, arrivi, vacanze, e spesso guerre. Il caso di John Frankenheimer è a sé, data la bellezza del film, della potenza dell’azione e della tensione che il treno del titolo si porta dentro e intorno. A dare maggiore enfasi alle riprese e aumentare la dimensione realistica dell’opera, il regista, qui forse al massimo della sua carriera, non usa trucchi che avrebbero diminuito l’attendibilità e la veridicità, utilizzando treni veri che deragliano e si scontrano in uno spettacolo esaltante. Ed infatti, ai tempi, affermò: “Volevo tutto il realismo possibile. Non ci sono trucchi in questo film. Quando i treni si schiantano insieme, sono treni reali. Non c'è sostituto per questo tipo di realtà.”. Quando il regista originale, Arthur Penn, sembrava aver perso l'essenza e il ritmo del film, vedendolo più come un documento di storia piuttosto che un film d'avventura, la star principale Burt Lancaster, all’apice della sua meravigliosa carriera e allora potente figura del cinema americano e non solo, lo sostituì con Frankenheimer, con cui aveva già recitato in altri successi come L’uomo di Alcatraz e Sette giorni a maggio. E il problema del tempo e del ritmo si risolse in un battibaleno.



Anche se stanno perdendo la guerra e sono in fuga, i tedeschi non hanno perso nulla della loro avidità, della loro disperazione o dei loro piani grandiosi. Prima che gli Alleati possano raggiungere Parigi, la Wehrmacht, guidata dal colonnello Franz von Waldheim (Paul Scofield, a due anni di distanza per il suo Oscar per Un uomo per tutte le stagioni), progetta di portare in patria cinque carichi di tesori d'arte rubati dal Museo Jeu de Paume, dipinti di Renoir, Manet, Matisse, Gauguin, Picasso e altri, considerati da loro arte “degenerata” ma che tuttavia rubano e, ora, con il tempo che sta per scadere, vogliono nascondere nelle cantine della Germania.



Tutto ciò viene raccontato con precisione e fedeltà alla Storia reale. Infatti, la curatrice del museo, Mademoiselle Villard (Suzanne Flon), avverte la Resistenza francese. Il treno deve essere ritardato, deviato, fermato, ma non in un modo che danneggerebbe questo patrimonio di arte prevalentemente francese. Il personaggio di Villard è basato su una persona reale, la pluridecorata storica dell'arte francese Rose Antonia Maria Valland, membro della Resistenza francese e capitano dell'esercito francese. Era presente al Jeu de Paume nel 1941 quando Herrmann Göring venne a selezionare dipinti per la sua collezione. Aveva registrato segretamente i nomi dei proprietari originali dei dipinti e, in molti casi, dopo la guerra, contribuì alla restituzione di molti tesori ai legittimi proprietari e musei.



La trama però è concentrata sull’operato del ferroviere Paul Labiche (Burt Lancaster), nelle sue iniziative coraggiose, nei piani studiati con i confratelli combattenti, con la forza recitativa di uno dei più grandi attori di sempre. Il mio debole per lui potrà sembrare eccessivo ed esaltante, ma non nascondo che ogni suo film mi riempie gli occhi ed il cuore: potente ed espressivo, imponente nella presenza fisica tale da riempire lo schermo da solo. E qui non fa eccezione, anzi più formidabile del solito tiene sulle spalle tutto il film e ne esalta l’azione. Grandissimo! Un punto culminante dell’intero film, tra le tante scene di movimento, è la sequenza in cui Labiche, ai comandi di una locomotiva solitaria, sfugge ai colpi di mitraglia da parte di un caccia alleato, correndo lungo i binari per raggiungere il riparo in un vicino tunnel: lo raggiunge e frena prima di far uscire la motrice dall'altra parte!


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La domanda finale dopo la visione del film è angosciante: quanto vale un Picasso o un Miro? Certo, un sacco di soldi! Ma anche vite umane? È giustificabile mettere a repentaglio la vita di tante persone per salvarli? Frankenheimer è consapevole di questo dilemma e così, 19 anni dopo la fine della guerra, quando le ferite, il dolore per padri, fratelli, zii e cugini morti possono ancora essere sentiti in Europa, resiste a tutti i tentativi di mettere in scena un dramma eroico morale e trasforma così la salvezza delle opere d’arte in un film di guerra e azione, oltre che di eroismo.

Operazione riuscitissima e film palpitante, con un enorme eroe: Burt Lancaster!


Riconoscimenti

Premio Oscar 1966

Candidatura miglior sceneggiatura

BAFTA 1965

Candidatura miglior film



Commenti


Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

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