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Il vento del perdono (2005)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 18 set
  • Tempo di lettura: 3 min
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Il vento del perdono

(An Unfinished Life) USA/Canada 2005 dramma 1h48’

 

Regia: Lasse Hallström

Soggetto: Mark Spragg (romanzo)

Sceneggiatura: Virginia Korus Spragg, Mark Spragg

Fotografia: Oliver Stapleton

Montaggio: Andrew Mondshein

Musiche: Deborah Lurie

Scenografia: David Gropman

Costumi: Tish Monaghan

 

Robert Redford: Einar Gilkyson

Jennifer Lopez: Jean Gilkyson

Morgan Freeman: Mitch Bradley

Becca Gardner: Griff Gilkyson

Josh Lucas: Crane Curtis

Camryn Manheim: Nina

Damian Lewis: Gary Winston

Danielle Dunn-Morris: Angie

 

TRAMA: Nel disperato tentativo di prendersi cura di sua figlia, la sfortunata Jean si rifugia dal suocero con cui però non è mai stata in sintonia. Con il tempo imparano a perdonarsi a vicenda e a guarire vecchie ferite.

 

VOTO 6


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Jean (Jennifer Lopez) fugge dall’attuale compagno violento insieme alla figlia, e va a chiedere rifugio al suocero nonché nonno della piccola, Einar (Robert Redford), ma lui, che vive nel vecchio ranch del Wyoming, il cui unico compagno è Mitch (Morgan Freeman), un ex cowboy diventato invalido dopo essere stato attaccato da un orso, la considera tacitamente responsabile della morte del figlio con cui era stata sposata, e non la sopporta. Ovviamente, la presenza della piccola lo farà cambiare, e sarà proprio lui a prendere le difese della nuora quando il compagno abbandonato la verrà a cercare.


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Una vita incompiuta, recita il titolo originale del film del 2005 diretto da Lasse Hallström, storia che ruota attorno a Einar Gilkyson, un uomo che vive isolato nel Wyoming, e il suo amico Mitch, un ex cowboy invalido. La loro routine viene interrotta dall’arrivo della nuora del primo, Jean e della nipote Griff, che cercano rifugio da un fidanzato violento.


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Ciò che salta presto agli occhi è notare l’affascinante Robert Redford cavalcare per la campagna del Wyoming trasandato come mai visto, come un misantropo autoesclusosi dalla società. E se questa è solo la prima impressione, conta poco perché il regista ha, ai fini della giusta narrazione e per descrivere bene i personaggi, trasformato questi tre attori famosi in ruoli lontani da come li conosciamo.


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Robert Redford, che finalmente recita un personaggio veramente della sua età, non cerca di essere un protagonista romantico: libero dai vincoli di dover essere il bello che conquista una donna, si trasforma in una performance commovente come un uomo la cui vita si è conclusa con quella di suo figlio, perso anni prima e della cui morte incolpa la nuora. Morgan Freeman ci ricorda che ci sono pochi caratteristi migliori di lui in giro: mentre, la giovanissima esordiente Becca Gardner non mostra alcun accenno di imbarazzo e sembra, come succede sempre con gli adolescenti sullo schermo, un’attrice naturale. Per inciso, per apprezzare veramente la recitazione di quest’ultima, non è il caso di affidarsi al doppiaggio, perché non le renderebbe giustizia. E, per la prima volta dopo anni, Jennifer Lopez si toglie il mantello da superstar e recita in buonissima maniera.


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Dato questo tipo di trama, facile dedurre che i temi che predominano il film sono perdono e redenzione, con il vecchio suocero che deve risolvere il suo rancore verso la donna per la morte del figlio e imparare a conoscere e accettare la nipote a cui, inevitabilmente, si affeziona.


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Recitazione solida, con Robert Redford che sa sempre come agire sulle scene e Jennifer Lopez che ritorna alle sue radici attoriali, per nulla “pop”, diciamo, mentre l’inossidabile e quieto Morgan Freeman è la solida spalla su cui ogni divo può contare.

Un dramma emotivo che si concentra sui personaggi e le loro relazioni, piuttosto che su una trama complessa.

 


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Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

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