Interstellar (2014)
- michemar

- 9 mar 2019
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 4 giorni fa

Interstellar
USA, UK 2014 fantascienza 2h49'
Regia: Christopher Nolan
Sceneggiatura: Christopher e Jonathan Nolan
Fotografia: Hoyte Van Hoytema
Montaggio: Lee Smith
Musiche: Hans Zimmer
Scenografia: Nathan Crowley
Costumi: Mary Zophres
Matthew McConaughey: Cooper
Anne Hathaway: Amelia Brand
Jessica Chastain: Murph
Michael Caine: prof. Brand
John Lithgow: Donald
Mackenzie Foy: Murph bambina
Ellen Burstyn: Murph anziana
Casey Affleck: Tom
Matt Damon: dr. Mann
Topher Grace: Getty
Wes Bentley: Doyle
TRAMA: Una piaga sta uccidendo i raccolti della Terra, da diversi decenni l'umanità è in crisi da cibo e quasi tutti sono diventati agricoltori per supplire a queste esigenze. La scienza è ormai dimenticata e anche ai bambini viene insegnato che l'uomo non è mai andato sulla Luna, si trattava solo di propaganda. L'ex astronauta Cooper, mai andato nello spazio e costretto a diventare agricoltore, scopre grazie all'intuito della figlia che la NASA è ancora attiva in gran segreto, che il pianeta Terra non si salverà, che è comparso un warmhole vicino Saturno in grado di condurli in altre galassie e che qualcuno deve andare lì a cercare l'esito di tre diverse missioni partite anni fa. Forse una di quelle tre ha scoperto un pianeta buono per trasferire la razza umana e in quel caso è già pronto un piano di evacuazione. Andare e tornare è l'unica maniera che Cooper ha di dare un futuro ai propri figli.
Voto 9

La fantascienza è stata sempre vista come una enorme avventura, una grande esplorazione del cosmo infinito, un viaggio alla scoperta di terre e pianeti sconosciuti, pericolosi. Alcune volte è invasa da una profonda malinconia, ma qui magistralmente è soprattutto abbandono, è un rischio che si deve prendere per salvare gli altri, è un commovente arrivederci e forse un addio, è “il” viaggio. Cooper deve partire, lo sente come un dovere, anche se deve lasciare ciò che ha di più caro. Come vuole la teoria della relatività di Einstein, su cui il film è basato grazie alla consulenza dell’astrofisico e produttore Kip Stephen Thorne, il tempo trascorrerà in modo diverso per Cooper rispetto ai suoi figli rimasti sulla Terra, che l’uomo rischia di non vedere mai più.

Jessica Chastain, che interpreta la figlia di Cooper divenuta adulta mentre lui è nello spazio, ha dichiarato che si tratta di un’opera tanto ambiziosa quanto ricca di umanità e per questo le ha ricordato The Tree of Life. Christopher Nolan intanto tenne a precisare che “quando si porta il pubblico così lontano dalle proprie esperienze di vita, diventa centrale ancorarsi alla nostra sensibilità, a come siamo connessi gli uni agli altri.” Quando il regista non confeziona rompicapi come in questo caso non è il solito regista geniale che conosciamo e diventa "solo" un regista superlativo. Il viaggio nello spazio di Matthew McConaughey nei panni dell’astronauta Cooper è anche un viaggio dentro l'uomo, dentro l'umanità che sta morendo di fame, quasi un viaggio all'interno di un nuovo genere a sé stante, non essendo solo fantascienza ma quasi un genere a parte, in quanto l’elemento “umanità” è qui preponderante.

Come accadeva nel complesso Inception, dove il desiderio che tormentava il protagonista era di ricongiungersi ai propri figli, anche questo film impiega quasi tre ore per sognare questo incontro, mentre intorno si scolpisce una cornice fantascientifica e una tela narrativa di grande complessità teorica legato alla fisica quantistica e alle sue incredibili leggi spazio-temporali. L’insieme è un quadro che è anche contrapposizione tra la nascita di un Nuovo Mondo (l’aspetto fantascientifico) e il rapporto fortemente affettivo tra i personaggi (l’aspetto umano). Ed è qui che Nolan sa destreggiarsi con saggezza, alternando la suspense del racconto tecnico agli aspetti sentimentali del protagonista Cooper. Entrambi gli aspetti, sostanzialmente paralleli e quindi non destinati ad incrociarsi, confluiscono invece in un finale emozionante fatto di sensazioni, di futuro, di possibilità e di salvezza. Tutto giocato con un orologio, con una data, con il futuro dell'uomo. È un romanzo con molti elementi, con tante emozioni, un alternarsi di speranze e di timori di sconfitte definitive, ma con tantissimo senso umanitario, che per fortuna resta in noi nonostante l'invadente tecnologia. E lo spazio infinito, con le sue mille trappole sconosciute, con i buchi neri che tanto ci spaventano ma che il nostro eroe saprà sfruttare a proprio vantaggio.
Solo al termine di questo film-esperienza capiremo cos’è che la piccola Murph“sente” nella stanza dove c’è la libreria, quella sensazione di essere avvicinata da un fantasma che tenta ostinatamente di mandarle messaggi, di parlarle. La verità, che lei non può capire, è che la salvezza dell’umanità sta chiusa nell’intercapedine dietro una parete di libri, un particolare che fa amare ancor di più il film.

Kip Thorne, premio Nobel per la fisica e collaboratore per il film, racconta un aneddoto così interessante e curioso che non si può fare a meno di menzionare. Assolutamente da leggere.
Ho un ex fidanzata che è diventata una produttrice di Hollywood che un giorno è venuta da me dopo circa 10 anni che non ci vedevamo e mi ha detto: “Dai, buttiamo giù un’idea per fare un film di fantascienza insieme.” Io ho pensato che avessi tempo libero da dedicare e che sarebbe stato divertente e un’opportunità per stimolare soprattutto i giovani, in particolare nei confronti della scienza. Così ho accettato la proposta e il risultato è stato il film ‘Interstellar’.
Una delle cose più belle di questo progetto è stato quello di lavorare con persone eccezionali e creative e impegnate con me per creare un film fondato su reali basi scientifiche. Ho visto una prima versione montata del film e non me lo aspettavo: è stata una sorpresa dal punto di vista emotivo. Ho pianto in alcuni passaggi nonostante sapessi cosa stava per accadere e che conoscessi la sceneggiatura, perché si tratta davvero di un film formidabile e vederlo venire alla luce per me è stato insieme fantastico ed emozionante.
Sì, sono convinto che dovremmo andare nello spazio. Ci vorrà molto tempo prima di lasciarci alle spalle il nostro sistema solare, ma non appena avremo le conoscenze e la tecnologia necessaria per stabilire colonie su Marte, sulla Luna e su altri grandi pianeti penso che dovremo farlo.
In origine il progetto non era dei fratelli Nolan, ma di Steven Spielberg che ci convocò tutti ad un seminario, eravamo una ventina. Ad un certo punto Spielberg ci ha chiesto: “Quanti di voi credono che da qualche parte dell’universo esistono civiltà più intelligenti e avanzate della nostra?” Tutti alzarono la mano. All’unanimità.

La regia di Christopher Nolan è esemplare, puntuale, lungimirante: questo è un piccolo gioiello e si fa amare, come i vari attori che compongono il bel cast, su cui emergono ovviamente l’impegno e la passione che ci ha messo Matthew McConaughey e la carnale, intensa, sentita interpretazione di Jessica Chastain, la quale potrebbe sbalordire solo nell’impossibile caso di presenza sbagliata.
Una nota curiosa ma esplicativa della filosofia integralista del cinema di Nolan:
Il regista ha piantato realmente 500 acri di mais per la sequenza in cui il protagonista e i figli solcano i campi all'inseguimento di un drone, invece di simularlo con la CGI. Dopo le riprese ha ribaltato la situazione e ha venduto il mais recuperando i profitti nel budget.

Riconoscimenti
2015 - Premio Oscar
Migliori effetti speciali
Candidato per la miglior scenografia
Candidato per la miglior colonna sonora
Candidato per il miglior sonoro
Candidato per il miglior montaggio sonoro
2015 - Golden Globe
Candidato per la migliore colonna sonora originale






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