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King Kong (2005)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 6 lug
  • Tempo di lettura: 4 min
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King Kong

USA, Nuova Zelanda, Germania 2005 avventura 3h7’

 

Regia: Peter Jackson

Soggetto: Merian C. Cooper, Edgar Wallace

Sceneggiatura: Fran Walsh, Philippa Boyens, Peter Jackson

Fotografia: Andrew Lesnie

Montaggio: Jamie Selkirk

Musiche: James Newton Howard

Scenografia: Grant Major

Costumi: Terry Ryan

 

Naomi Watts: Ann Darrow

Adrien Brody: Jack Driscoll

Jack Black: Carl Denham

Thomas Kretschmann: cap. Englehorn

Colin Hanks: Preston

Jamie Bell: Jimmy il mozzo

Andy Serkis: Kong / Lumpy

Evan Parke: Benjamin Hayes

Lobo Chan: Choy

Kyle Chandler: Bruce Baxter

 

TRAMA: Anni ‘30: il regista Carl Denham si trasferisce nelle isole Skull, nei pressi di Sumatra, per girare un documentario. Giunta sul posto, la troupe scopre il gorilla King Kong, che vive in una giungla in cui alcune creature preistoriche sono state protette e nascoste per milioni di anni. Quando Kong incontra la bella Ann Darrow, cede al suo fascino e finisce per farsi catturare e trasportare a New York, dove viene rinchiuso in una gabbia ed esibito alla folla.

 

VOTO 6,5


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Scegliendo di realizzare un nuovo adattamento di King Kong, il mitico film americano, Peter Jackson si è confrontato con una sfida importante, combinando diversi elementi delle due versioni precedenti del 1933 e del 1976 con proprie idee, creando una nuova interpretazione della storia, riprendendo la trama del film originale con alcune modifiche e citazioni.



Se si vogliono trovare difetti, è quando, come si fa sempre, il regista dedica all’inizio il tempo che ha ritenuto necessario per presentare i personaggi, ma il problema è che ci impiega troppo tempo, circa 70 minuti di film. Una volta iniziata l’azione, tuttavia, è difficile trovare qualcosa di più energico, più audace e più toccante rispetto al solito. Si tratta di circa altre due ore di spettacolo. Basandosi forse su un antico proverbio arabo, che dice che la bestia guardò il volto della bellezza e si trattenne dall’ucciderla e da quel giorno fu come morto, ecco la base per la spiegazione del comportamento del gorilla gigante, che però scoprì a sue spese quanto l’uomo fosse un predatore persino superiore a lui stesso. Infatti, spinto dal fascino subito dalla bella ragazza, agisce all’incontrario rispetto alla sua natura e viene intrappolato e deportato in una terra straniera che vede come ostile.



Ann Darrow (Naomi Watts) è un’attrice in difficoltà che si ritrova senza lavoro senza mezzi per pagarsi un pasto. Il regista Carl Denham (Jack Black) è inseguito dai suoi creditori e ha bisogno di trovare una protagonista femminile in modo da poter salpare prima che le autorità lo prendano. Per fortuna, a quanto pare, i due si incontrano, e Ann è presto a bordo della Venture, diretta verso terre sconosciute. Il capitano, Engelhorn (Thomas Kretschmann), è un tipo burbero che non si fida di Denham. A bordo della nave c’è anche lo sceneggiatore Jack Driscoll (Adrien Brody), oltre ad un attore muscoloso, Bruce Baxter (Kyle Chandler), che dovrebbe interpretare l’interesse sentimentale di Ann sullo schermo. Giunti a Skull Island, Ann viene rapita dai nativi e sacrificata al loro dio Kong. Invece di ucciderla, tuttavia, la grande scimmia è incuriosita dalla sua prigioniera dai capelli biondi: lei ne resta affascinata e l’animale la protegge dai pericoli. Alla fine, Ann viene salvata, Kong viene catturato e l’azione si sposta a New York. Liberandosi dalle sue manette la prima notte in cui viene mostrato al pubblico, Kong localizza Ann e si arrampica in cima all’Empire State Building, dove avviene la sua tragica resistenza finale.



Nonostante tre attori di spicco, la star del film, come ci si potrebbe aspettare dal titolo, è il primate gigante. Tecnicamente, Kong è passato dall’essere un pupazzo animato a uomo vestito da scimmia, una creatura mossa da un’ottima CGI: una notevole gamma di espressioni facciali e occhi che rendono l’idea di cosa gli passi per la mente, con risultati sorprendenti. La migliore del trio di interpreti umani è Naomi Watts, avendo tra l’altro anche il compito più difficile: non solo il ruolo è fisico, ma le si richiede di recitare con qualcuno che non c’è, Kong. Ann deve attraversare una varietà emotiva, dall’orrore e dalla paura, all’accettazione, alla cura. Adrien Brody fa del suo meglio con un ruolo ingrato, mentre la parte di Jack Black è quella di innamorarsi di Ann.



La pietra angolare del film non è tanto il materiale d’azione e/o d’avventura, ma è la relazione tra l’animale e la donna, è il cuore del film. Infatti, il regista ha seguito l’esempio del film del 1976 e ha sviluppato una quasi tenera relazione a doppio senso tra i due. Per gran parte della critica la colonna sonora è solo mediocre e si dette la colpa non a James Newton Howard, ma al fatto che questi fu scelto da Jackson in ritardo per sostituire il predestinato Howard Shore, ed il nuovo chiamato ebbe solo un paio di mesi per scrivere e registrare tutto. La cosa migliore che si può dire della musica è che non è mai invadente. Visivamente, come ci si aspetterebbe, il film è molto spettacolare, compresa la ricreazione della New York nell’era della Depressione.



Ancora una volta, dopo il successo mondiale della trilogia del Signore degli anelli, il lavoro di Peter Jackson è davvero pregevole, girando nella sua terra natia con un investimento da capogiro, ma incassando cifre enormi.



Tantissimi i riconoscimenti ottenuti, con 47 premi e 104 candidature, tra cui:

Oscar 2006

Miglior sonoro

Miglior montaggio sonoro

Migliori effetti speciali

Candidatura migliore scenografia

Golden Globe 2006

Candidatura miglior regia

Candidatura miglior colonna sonora

BAFTA 2006

Migliori effetti speciali

Candidatura alla migliore scenografia

Candidatura al miglior sonoro



 
 
 

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