L'erba del vicino è sempre più verde (1960)
- michemar

- 19 gen 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 21 ott

L'erba del vicino è sempre più verde
(The Grass is Greener) UK 1960 commedia 1h44’
Regia: Stanley Donen
Soggetto: Margaret Vyner, Hugh Williams (lavoro teatrale)
Sceneggiatura: Margaret Vyner, Hugh Williams
Fotografia: Christopher Challis
Montaggio: Jim Clark
Musiche: Noël Coward, Douglas Gamley
Scenografia: Paul Sheriff
Costumi: Hardy Amies, Christian Dior, John Wilson-Apperson
Cary Grant: conte Victor Rhyall
Deborah Kerr: Lady Hilary Rhyall
Robert Mitchum: Charles Delacro
Jean Simmons: Hattie Durant
Moray Watson: Trevor Sellers
TRAMA: Un'aristocratica coppia britannica in difficoltà finanziaria apre il castello avito agli ospiti paganti e un ricco visitatore americano si innamora della padrona, mentre il marito non è insensibile alle grazie di una segretaria.
Voto 6,5

Victor Rhyall (Cary Grant) è il conte di una famiglia in decadenza che campa dal reddito derivante dalle visite nella sua maestosa casa, introiti che servono anche per le spese di manutenzione e per poterla presentare dignitosamente nello stesso stile di vita in cui è nato. Sua moglie, Lady Hilary Rhyall (Deborah Kerr), lo aiuta finanziariamente coltivando e vendendo funghi. Hanno quello che sembra essere un matrimonio soddisfacente anche se è chiaramente caduto nella routine familiare, in cui sebbene Hilary mostri alcuni segni di irrequietezza e stanchezza Victor pare non avvertire o che forse ha scelto di ignorare. Questa situazione viene improvvisamente messa a fuoco, tuttavia, quando un facoltoso visitatore, il magnate del petrolio americano Charles Delacro (Robert Mitchum), si allontana da una visita guidata ed entra (forse deliberatamente) in una delle stanze vietate ai turisti dove incontra Hilary, suscitando un'attrazione immediata. E da entrambe le parti!

Pochi giorni dopo, Hilary organizza un appuntamento dal parrucchiere a Londra nella speranza che si imbatta in quell’uomo affascinante, mentre lui, non di meno, cerca di rintracciare il nome del parrucchiere in modo da potersi aggirare nei paraggi. Hilary aveva detto al marito di incontrarsi con la sua amica Hattie (Jean Simmons), che tra l’altro è una vecchia fiamma di Victor, ma i sospetti del marito si dimostrano giusti quando Hattie si presenta da sola a casa sua. Ora, la maggior parte degli uomini di fronte a una prova così inconfutabile dell'infedeltà della moglie vorrebbe andare a Londra per affrontare gli amanti, ma Victor adotta un approccio diverso: invita Charles in modo che possa forse metterlo in difficoltà.


Siamo di fronte alla classica commedia brillante dai dialoghi pieni di verve e umorismo pungente, tipica opera dell’altrettanto brillante Stanley Donen, con la giusta ironia per scherzare sulle nobiltà e le sue decadenze anche economiche. È il solito scontro anche tra due mentalità, quella americana e quella britannica. E siccome è una sceneggiatura adattata dagli stessi autori della pièce teatrale, risente, in qualche frangente, specialmente nella prima parte, della immobilità degli accadimenti, con lunghi colloqui utili al fine di inquadrare i personaggi. Un inizio teatrale, insomma. Certo, magari è una sceneggiatura troppo accomodante perché non è facilmente spiegabile come una donna, pur se insoddisfatta del ménage familiare, nel corso di una conversazione di dieci minuti, diventi perdutamente infatuata di questo americano sfacciato e schietto, la cui autostima rasenta i confini dell'arroganza. Di tutt’altro carattere è il padrone di casa: la scrittura di Margaret Vyner e Hugh Williams punta a far risaltare queste differenze. Victor è un bell’uomo riservato, il prodotto di una lunga storia di famiglia nobile, una storia che gli ha conferito alcuni privilegi che lo hanno reso morbido e compiacente, mentre Charles è una specie di uomo d'azione che ha costruito un impero attraverso la proverbiale determinazione tutta americana. E ciò si riflette inevitabilmente anche nel matrimonio dei Rhyall. Va a finire che il primo potrebbe risultare più simpatico del secondo, e non solo per il fatto che quest’ultimo si è infilato in una casa per rubare la donna al padrone del luogo.

Dopo quella mezz'ora di apertura piuttosto lenta, il film diventa più interessante man mano che affronta il suo vero argomento. Una sofisticata battaglia di dialoghi vivacizza parecchio il tempo restante, diventando una vera commedia che sfiora la simpatia della farsa, con battute a doppio significato. Il personaggio di Cary Grant, in particolare, si diverte molto verbalmente con il rivale e approfitta della rozza semplicità che caratterizza quello di Robert Mitchum. Deborah Kerr, con l’accento e le maniere da signora inglese sembra un po’ ingessata, incredibile e improbabile oggetto del desiderio di entrambi gli uomini, ma con il fascino che emana si fa perdonare tutto. Bella e pimpante è anche l’indimenticabile Jean Simmons.
Una commedia per sorridere, degna della lunga tradizione di cinema di intrattenimento simpatico che ha riempito per decenni la carriera dell’ex ballerino e collega di Gene Kelly e autore amante del musical, Stanley Donen, e per questo premiato con un Oscar e un leone d’Oro entrambi alla carriera.
Ma quanto son bravi i quattro protagonisti?





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