L'età dell'innocenza (1993)
- michemar

- 24 feb 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 13 nov

L'età dell'innocenza
(The Age of Innocence) USA 1993 dramma 2h19'
Regia: Martin Scorsese
Soggetto: Edith Wharton (romanzo)
Sceneggiatura: Jay Cocks, Martin Scorsese
Fotografia: Michael Ballhaus
Montaggio: Thelma Schoonmaker
Musiche: Elmer Bernstein
Scenografia: Dante Ferretti
Costumi: Gabriella Pescucci
Daniel Day-Lewis: Newland Archer
Michelle Pfeiffer: contessa Ellen Olenska
Winona Ryder: May Welland
Alexis Smith: Louisa vander Luyden
Geraldine Chaplin: Sig.ra Welland
Mary Beth Hurt: Regina Beaufort
Alec McCowen: Sillerton Jackson
Richard E. Grant: Larry Lefferts
Jonathan Pryce: Rivière
Joanne Woodward: narratrice (Maria Pia di Meo, in italiano)
TRAMA: New York, seconda metà dell'Ottocento. Newland Archer, che appartiene alla migliore borghesia, si fidanza con May Welland ma è attratto, ricambiato, da Ellen, una cugina di lei che torna dall'Europa dove è fallito il suo matrimonio. May riesce ad anticipare le nozze e a far ripartire Ellen, ormai "compromessa" da ingiustificate maldicenze, per l'Europa. Anni dopo, il vedovo Newland, a Parigi, rinuncia a rivedere Ellen.
Voto 8

Con apprezzabile inaspettata raffinatezza, Martin Scorsese, avvalendosi degli ottimi contribuiti nostrani di Gabriella Pescucci ai costumi e di Dante Ferretti per le scenografie (che grandiosa cura nei particolari!), disegna un affresco infelice e crepuscolare di un amore impossibile perché irrealizzabile se non altro per le sempre vituperate ragioni sociali, ma tanto tanto romantico e appassionato.

Date le caratteristiche del film, è certamente il più originale del regista: inatteso e sorprendente, perfetto come quelli di autori più dediti al genere, che lui sa disegnare come se lo avesse sempre girato, con eleganza. Eppure, pareva lontanissimo dai suoi gusti e dal suo mestiere, ed invece lo è sino ad un certo punto, perché è pur sempre un quadro spietato della società newyorkese di fine ‘800 con le medesime trappole che lui ha raccontato in ambiti differenti. Anche qui, si può osservare benissimo, c’è una ribellione, senza armi ma con il rifiuto ai sussulti del cuore che vorrebbe portare il protagonista altrove.


Molti critici parlarono di influenze e citazioni di Visconti, Frears e altri ancora, e forse è tutto vero, ma sarebbe ingiusto perché vorrebbe dire sminuire il grande talento di un regista che ha scritto delle pagine importanti del cinema di sempre, che ha continuamente dato un'impronta personale ad ogni pellicola, qualsiasi genere abbia frequentato.


È un romanzo bellissimo e straziante, molto ben recitato, ricavato dall'omonimo libro di Edith Wharton. Mentre la bellezza di Michelle Pfeiffer è abbagliante, folgorante e di elegante recitazione, come sempre, quasi inevitabilmente, è Daniel Day-Lewis che ci fa affascinare, attore il quale non sa essere altro che gigantesco, sempre, in ogni film.
Riconoscimenti
Oscar 1994
Migliori costumi a Gabriella Pescucci
Candidatura miglior attrice non protagonista a Winona Ryder
Candidatura migliore sceneggiatura non originale
Candidatura miglior scenografia
Candidatura miglior colonna sonora
Golden Globe 1994
Miglior attrice non protagonista a Winona Ryder
Candidatura miglior film drammatico
Candidatura miglior regista
Candidatura migliore attrice in un film drammatico a Michelle Pfeiffer
BAFTA 1994
Miglior attrice non protagonista a Miriam Margolyes
Candidatura miglior attrice non protagonista a Winona Ryder
Candidatura miglior fotografia
Candidatura miglior scenografia






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