L'immortale (2010)
- michemar

- 23 apr 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 2 lug

L'immortale
(L'immortel) Francia 2010 poliziesco 1h57'
Regia: Richard Berry
Sceneggiatura: Richard Berry, Mathieu Delaporte, Alexandre de La Patellière
Fotografia: Thomas Hardmeier
Montaggio: Camille Delamarre
Musiche: Klaus Badelt
Scenografia: Philippe Chiffre
Costumi: Carine Sarfati
Jean Reno: Charly Matteï
Kad Merad: Tony Zacchia
Jean-Pierre Darroussin: Martin Beaudinard
Marina Foïs: Marie Goldman
Richard Berry: Aurelio Rampoli
Dominique Thomas: Ange Papalardo
Philippe Magnan: Jean-Daniel Pothey
Venantino Venantini: Padovano
Moussa Maaskri: Karim
Lucie Phan: Pat
Daniel Lundh: Malek Telaa
TRAMA: Charly Matteï ha chiuso il suo conto con la giustizia. Da tre anni conduce una vita regolare, dedicata alla moglie e ai suoi due bambini. Ma i suoi sforzi non sono premiati: una mattina subisce un agguato e viene trovato in fin di vita con 22 proiettili in corpo. Contro ad ogni aspettativa, tuttavia non muore.
Voto 6

Un ex padrino marsigliese chiude con il passato criminale e ha serie intenzioni di rifarsi una vita. Ma questo viaggio di redenzione non è un percorso facile ed è pieno di insidie. In questo polar dal sapore classico c’è tutto il necessario: azione, vendetta e polizia, ben mescolati e fotografati e soprattutto il ferreo viso scolpito di Jean Reno. In più, quasi come una garanzia, lo sguardo di sorveglianza della produzione di Luc Besson.

Ispirato parzialmente alla vicenda di Jacky Imbert, un gangster marsigliese sopravvissuto miracolosamente a un agguato in un garage, meritandosi così l'appellativo di "immortale", il film di Richard Berry è ancora un noir che esce dal buio classico del genere per immergersi nel sole di Marsiglia, città spesso teatro dei thriller sanguinosi francesi. Un film in cui predomina il fisico e il volto roccioso di Jean Reno nel ruolo di Charly Matteï.

L’attore, celebre anche negli USA per il bellissimo Leon, interpreta un gangster in pensione (basato appunto sul vero personaggio) che viene ucciso in un parcheggio e lasciato per morto da ex complici. Le ragioni dei suoi aggressori sembrano un po' strane: temono che disapprovi la loro decisione di entrare nel mercato della droga. Dopo avergli scaricato addosso addirittura 22 proiettili nel suo corpo lo lasciano considerandolo morto, quando invece egli si riprende e dopo essersi ristabilito inizia a pianificare la sua vendetta.


Dall’altra parte della barricata, se così si può definire, c’è una giovane ispettrice di polizia, Marie Goldman, (la brava Marina Foïs) vedova di un poliziotto, ucciso presumibilmente proprio dalla banda Zacchia, l’uomo che è diventato il rivale del nostro Charly Matteï. La donna cerca istintivamente di intromettersi nella spirale di violenza per trovare una risposta alla morte del marito, dovendo tra l’altro sopportare le angherie del suo capo, che più che di indagini si occupa di politica, preoccupato soprattutto della sua poltrona al punto di avere poco approfondito le indagini sulla morte del suo uomo.

Intrecciando l’azione e le motivazioni personali, il regista Richard Berry orchestra un buonissimo film di alta tensione, di tradimenti e sangue, senza disdegnare riferimenti politici. È un noir, è un polar francese che, come tante volte, non delude le attese.






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