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L'ultima eclissi (1995)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 23 mag 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 27 ago

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L'ultima eclissi

(Dolores Claiborne) USA 1995 dramma 2h12’

Regia: Taylor Hackford

Soggetto: Stephen King (romanzo)

Sceneggiatura: Tony Gilroy

Fotografia: Gabriel Beristáin

Montaggio: Mark Warner

Musica: Danny Elfman

Scenografia: Bruno Rubeo

Costumi: Shay Cunliffe

Kathy Bates: Dolores Claiborne

Jennifer Jason Leigh: Selena St. George

Judy Parfitt: Vera Donovan

Christopher Plummer: John Mackey

David Strathairn: Joe St. George

John C. Reilly: Frank Stamshaw

Eric Bogosian: Peter

Ellen Muth: Selena da giovane

TRAMA: Dolores Claiborne lavora da ventidue anni come domestica presso l'aristocratica Vera Donovan. La ricca signora è pignola e sempre pronta a rendere la vita impossibile alla povera Dolores, ma un giorno muore e della sua morte viene naturalmente accusata la domestica, dal cui passato riemerge, tra l'altro, il mai chiarito mistero della morte del marito. Torna anche la figlia Selena e, insieme con lei, Dolores ricorderà i capitoli più oscuri della sua vita.

Voto 8


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Dimentichiamo la Kathy Bates che incute terrore ad uno scrittore di successo e allo spettatore che assiste impotente, dimentichiamo la finta infermiera che le portò fama e premio Oscar. La bravissima attrice passa da carnefice a vittima, vittima della violenza domestica che tanto odiamo, figuriamoci poi se questa sceneggiatura scaturisce da un libro dell’inimitabile Stephen King, con la attesa alta tensione che solo lui sa creare. Taylor Hackford adatta infatti un suo libro, Dolores Claiborne, in cui – e il regista riesce benissimo a trasporli nel film – si agitano i forti contrasti tra una madre e sua figlia, tra la protagonista e un marito alcolizzato, violento e anche altro (e quell’”altro” si scoprirà seguendo la drammatica storia).


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Tensione emotiva e non solo: si vive la vicenda in una continua atmosfera di rapporti familiari rovinati nel tempo e dalle vicende, dalle verità non dette e dalla solitudine. La scansione temporale a due livelli e l’alternarsi delle palpitanti sequenze del presente e quelle del tremendo passato, tra il racconto e i flashback, è guidato dai colori differenti della fotografia: glaciali per mostrarci ciò che era successo anni prima e vividi adesso, quando ormai il viso di Dolores porta tutti i segni di una vita sfortunata e segnata dai sacrifici. La storia è ambientata in un paesaggio lacustre del Maine, freddo e cupo come la storia, ma il film è stato girato in un’adeguata zona della Nuova Scozia canadese, location ideale per aumentare le emozioni della narrazione.


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La Kathy Bates - potrà sembrare strano a chi non ha mai visto questo magnifico film - avrebbe meritato molto più di quella premiata per Misery non deve morire: la sua recitazione drammatica in questa occasione è straordinaria, dipinta sul suo volto sofferente, molto ben accompagnata dalla solita bravissima Jennifer Jason Leigh nel ruolo della figlia Selena, che si era allontanata giovane da quella casa e da quella famiglia e vi deve far ritorno per aiutare Dolores, che adesso è nel mirino della giustizia per la morte della signora preso cui lavorava. C’è infatti un accanito poliziotto cerca in tutte le maniere di incastrarla, laddove forse solo la giustizia divina può mettere a posto le cose.


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Opera bellissima e drammatica che assume tinte di thriller sia per merito della scrittura originale del grande scrittore ma anche per l’adattamento e per l'esperta e sapiente regia di Taylor Hackford.


E noi spettatori facciamo il tifo per lei, per Dolores Claiborne!



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michemar

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