L'ultimo dei Mohicani (1992)
- michemar

- 31 lug 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 2 lug

L'ultimo dei Mohicani
(The Last of the Mohicans) USA 1992 avventura 1h52'
Regia: Michael Mann
Soggetto: James Fenimore Cooper
Sceneggiatura: Christopher Crowe, Michael Mann
Fotografia: Dante Spinotti
Montaggio: Dov Hoenig, Arthur Schmidt
Musiche: Trevor Jones, Randy Edelman
Scenografia: Wolf Kroeger
Costumi: Elsa Zamparelli
Daniel Day-Lewis: Nathaniel “Occhio di falco”
Madeleine Stowe: Cora Munro
Russell Means: Chingachgook
Eric Schweig: Uncas
Jodhi May: Alice Munro
Steven Waddington: magg. Duncan Heyward
Wes Studi: Magua
Maurice Roëves: col. Edmund Munro
Patrice Chéreau: gen. Montcalm
TRAMA: Le colonie americane sono terreno fertile per sangue e morti. Inglesi e francesi si contendono le terre, mentre le tribù autoctone decidono da quale parte schierarsi e a chi giurare una presunta fedeltà. Tra loro anche Nathan, nato inglese e adottato dai Mohicani, corre tra foreste e fiumi in cerca di una pacifica convivenza tra coloni e invasori. Gli equilibri verranno presto spezzati dalla crescente tensione tra le forze europee e dai labili patti che legano gli indigeni ai due schieramenti.
Voto 7,5

Michael Mann arrivava da ottimi successi e soprattutto da uno dei più complessi (psicologicamente) e rarefatti film degli anni ’80 e non solo, Manhunter - Frammenti di un omicidio, tutt’oggi fascinosa opera di culto, ma con questo film cominciò a dimostrare il grande autore che stava diventando. La macchina da presa comincia a divenire lo strumento per tradurre visivamente il movimento e la velocità, cioè la geometria del suo sguardo. Le corse, gli inseguimenti, l’occhio panoramico sono i mezzi con cui le storie diventano epiche avventure per vincere i pericoli e superare gli ostacoli sia che si trovino in una foresta che tra i grattacieli di una metropoli. Qui è Nathaniel Poe l’eroe di turno, un giovane bianco cresciuto nella tribù dei Mohicani, di cui Chingachgook e suo figlio Uncas sono gli ultimi superstiti.
Mann rilegge il romanzo ottocentesco di James Fenimore Cooper partendo dalla sceneggiatura dell’omonimo film del 1936, Il re dei pellerossa, e ne fa un colossal in grande stile, in cui ogni scena sembra decisiva, ogni decisione determinante, facendo spola tra narrazione e azione. Protagonista assoluto è Daniel Day-Lewis con il suo corpo atletico e spigoloso, sempre di corsa per salvare qualcuno, per mettere in salvo la bella Cora, per mettere pace tra le tribù e tornare a vivere secondo natura. Come un vero eroe coraggioso.
Film spettacolare con le musiche meravigliose di Trevor Jones e Randy Edelman che rendono ancora più epica ogni sequenza, tutte splendidamente fotografate da Dante Spinotti.
Riconoscimenti
1993 - Premio Oscar
Miglior sonoro
1993 - Golden Globe
Candidatura miglior colonna sonora
1993 - Premio BAFTA
Migliore fotografia
Miglior trucco


















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