La battaglia di Hacksaw Ridge (2016)
- michemar

- 26 feb 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 2 giu 2023

La battaglia di Hacksaw Ridge
(Hacksaw Ridge) Australia/USA 2016 biografico/guerra 2h19’
Regia: Mel Gibson
Sceneggiatura: Robert Schenkkan, Andrew Knight
Fotografia: Simon Duggan
Montaggio: John Gilbert
Musiche: Rupert Gregson-Williams
Scenografia: Barry Robison
Costumi: Lizzy Gardiner
Andrew Garfield: Desmond Doss
Vince Vaughn: serg. Howell
Sam Worthington: cap. Glover
Luke Bracey: Smitty Riker
Hugo Weaving: Tom Doss
Ryan Corr: ten. Manville
Teresa Palmer: Dorothy Schutte
Rachel Griffiths: Bertha Doss
Richard Roxburgh: col. Stelzer
TRAMA: Durante la Seconda guerra mondiale ha luogo l'epica battaglia per prendere la tristemente nota fortezza giapponese di Okinawa. L'improbabile eroe che cambia le sorti della violenta e sanguinosa battaglia è Desmond Doss, un giovane soldato e medico dell'esercito americano che si rifiuta di portare le armi. Il suo comportamento contribuirà a renderlo un eroe agli occhi dei suoi commilitoni, facendone il primo obiettore di coscienza nella storia americana a ottenere una medaglia d'oro dal Congresso.
Voto 6,5

Le gesta eroiche dei soldati occidentali nelle due Guerre Mondiali hanno sempre attirato le case di produzione cinematografiche e l’epica battaglia di Okinawa non poteva fare eccezione. Nello sviluppo di questo importante e vitale scontro, determinante fu la protezione di una scarpata, quella di Maeda, detta appunto Hacksaw Ridge, dove il plotone del protagonista Desmond Doss viene assegnato per la copertura nello sbarco della Settantasettesima Divisione di fanteria impegnata in quella battaglia.

Quel personaggio, realmente esistito, riguarda però principalmente un altro argomento che il film di Mel Gibson cerca di affrontare, anche perché l’artista statunitense si è sempre interessato sia al cinema di guerra che a quello che affronta temi religiosi, visti spesso in maniera radicale e ortodossa (La passione di Cristo ne è esempio eclatante). Tutto parte dalla personalità di Desmond Doss: figlio di un carpentiere, e una casalinga e calzolaia, si arruolò volontariamente nell'Esercito degli Stati Uniti nell'aprile del 1942, rifiutandosi però di impugnare qualsiasi tipo di arma in quanto appartenente alla Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, diventando così solo un soccorritore militare, dopo aver ricevuto un tremendo trattamento nell'esercito a causa delle sue idee e avendo dovuto sostenere anche un processo militare. A suo modo un eroe, suo malgrado. Ecco perché, pur non volendo, all’inizio egli divenne un personaggio tristemente famoso ma in seguito si rivelò un coraggioso soldato senza armi che soccorreva tutti i feriti sul campo di battaglia. E ne salvò tantissimi.

In maniera molto efficace, la bravissima Ilaria Feole (ovviamente meglio di me) scrive così di questo film: “Desmond Doss va alla battaglia armato solo della Bibbia: nella sua testa rimbomba il comandamento «non uccidere», ma il patriottismo è una fede altrettanto viscerale e il soldatino senza fucile vuole stare con gli Alleati. La passione di Desmond si consuma con un addestramento che è già martirio: commilitoni decisi a farlo desistere a suon di botte e un Vince Vaughn parodia del sergente di Full Metal Jacket. Quando sbarca sulla scogliera di Maeda dove i giapponesi falcidiano le truppe Usa, Doss non spara, ma chiede aiuto al Signore, e il Signore risponde. Salva i feriti uno ad uno, portandoli in spalla come un Forrest Gump al cubo.”


È sicuramente un elogio che mi trova solo parzialmente d’accordo, perché secondo il mio modesto parere, Mel Gibson come al solito realizza il suo cinema in maniera epico-classica, con eroi insuperabili in coraggio e dedizione, sangue tutte le volte che serve, suoni urla tuoni di cannoni sacrificio.

Il film vuole essere un inno al pacifismo (il protagonista Desmond Doss fu veramente il primo obiettore di coscienza dell'Esercito Statunitense a ricevere la medaglia d'onore!) ma nelle mani di Gibson diventa quasi un elogio all’eroismo di guerra – quasi un paradosso - e per non farci mancar nulla costruisce un finale con atti di coraggio che vanno oltre l’umano. Sennò non sarebbe lui.

Il regista era diventato un attore di rilievo proprio in un ruolo di soldato, al servizio di Peter Weir nel bellissimo e mai dimenticato Gli anni spezzati (Gallipoli), dove giovane (e magro) correva a perdifiato per portare un importante messaggio sul fronte. Un bellissimo personaggio che sfiora l’immagine dell’idealista eroico. Poi, da adulto ha preferito, da regista, opere più sanguigne e corpulente, senza disdegnare il sangue.


Bello? Mah, sicuramente spettacolare, tanto che Hollywood non lo ha trascurato neanche nella notte dei premi, che sono puntualmente arrivati, ma del tipo tecnico:
Riconoscimenti
2017 - Premio Oscar
Miglior montaggio
Miglior sonoro
Candidatura per il miglior film
Candidatura per la miglior regia
Candidatura per il miglior attore protagonista a Andrew Garfield
Candidatura per il miglior montaggio sonoro
2017 - Golden Globe
Candidatura per il miglior film drammatico
Candidatura per il miglior regista
Candidatura per il miglior attore in un film drammatico a Andrew Garfield






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