Salvate il soldato Ryan (1998)
- michemar

- 7 apr 2021
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 13 mag 2023

Salvate il soldato Ryan
(Saving Private Ryan) USA 1998 guerra 2h49'
Regia: Steven Spielberg
Sceneggiatura: Robert Rodat
Fotografia: Janusz Kaminski
Montaggio: Michael Kahn
Musiche: John Williams
Scenografia: Thomas E. Sanders, Phill Zagajewski
Costumi: Joanna Johnston
Tom Hanks: cap. John Miller
Edward Burns: sold. Richard Reiben
Tom Sizemore: serg. Michael Horvath
Matt Damon: sold. James Francis Ryan
Jeremy Davies: cap. Timothy E. Upham
Adam Goldberg: sold. Stanley Mellish
Barry Pepper: sold. Daniel Jackson
Giovanni Ribisi: sold. Irwin Wade
Vin Diesel: sold. Adrian Caparzo
Ted Danson: cap. Fred Hamill
Paul Giamatti: serg. William Hill
Dennis Farina: ten. col. Walter Anderson
Bryan Cranston: col. Mac
TRAMA: Il 6 giugno del 1944 i soldati americani comandati dal capitano John Miller si stanno preparando allo sbarco in Normandia. Nel corso dello sbarco il capitano Miller riceve l'ordine di portare il suo drappello di soldati oltre le linee nemiche per trovare e salvare il soldato Ryan, l'unico sopravvissuto di quattro fratelli.
Voto 8,5

I film di Steven Spielberg sono sempre molto spettacolari, avendo dalla sua parte una visione cinematografica che pochi altri hanno mai avuto e qualche volta ha saputo utilizzare anche in opere particolarmente dure, volutamente. A partire dal celebre squalo e dall’incontro con gli alieni che lo hanno consacrato definitivamente nell’olimpo dei registi, egli ha avuto modo di girare film anche più maturi e sensibili sull’aspetto umano: basti pensare a Il colore viola e L’impero del sole, poi con il devastante Schindler’s List è tornato a toccare gli argomenti che mostrano la malvagità dell’animo umano.

La prima mezz’ora di questa corposa opera è davvero sconvolgente a causa dell’intensità viscerale e violenta delle immagini, in cui non ci risparmia nulla: non appena gli americani sbarcano sulle spiagge della Normandia vengono falciati da raffiche incessanti di mitragliatrici con proiettili che perforano gli inutili elmetti, con un rumore insopportabile. I soldati saltano in aria come fantocci, parti di corpi volano in aria, una distesa enorme di uomini morti coprono l’intera spiaggia, il mare si colora di rosso. La cinepresa barcolla ad ogni esplosione e la pellicola si satura del peggior colore che può offrire la morte. Ma nulla di ciò è superfluo se il regista voleva dimostrare la violenza vera della guerra e si avverte chiaramente il realismo di una guerra in diretta. Sono lunghissimi minuti di urla, strepitii, esplosioni, sibili potenti di proiettili che viaggiano nell’aria e nell’acqua, dove, seppur attutiti dal mare, si vedono perfettamente le traiettorie. Il realismo è accentuato anche dall’alto volume dell’audio che, ricordo, faceva tremare perfino il pavimento della sala cinematografica. La straordinaria riuscita della rappresentazione realistica ci fa provare la tremenda sensazione di essere assieme alle truppe che sbarcano, di partecipare fisicamente allo sforzo ed infine, ma non ultimo tra le percezioni del momento, quella dell’atrocità della guerra.

Poi la storia prende la sua strada e un plotone comandato dal capitano John Miller – che sembrano un nome e un cognome qualsiasi, ci mancava solo che si chiamasse John Smith – che è anche un uomo qualsiasi della vita quotidiana che possiamo incontrare in una qualsiasi strada di una qualsiasi cittadina del mondo, riceve uno strano ordine, anomalo, che nulla ha a che fare con attacco e assalto. Quando l’ufficiale, perplesso anch’egli, costituisce il gruppo con cui portare a termine la missione ricevuta, parte alla ricerca del misterioso soldato James Francis Ryan, per chissà quale misterioso motivo, tra le mille difficoltà che la situazione offrirà nel lungo percorso da compiere.

A questo punto non è che il film prenda la strada di un normale film di guerra, no. Anche in questa occasione Spielberg non ci risparmia la sua retorica e il suo patriottismo, ma il tutto fa parte del senso del film, ha uno scopo ben preciso: quello di farci interrogare sul senso di tutto ciò che viene mostrato. Come perfino fa il soldato sopravvissuto nel finale, quando si chiede se sia stato bravo. Valeva la pena tutto ciò? C’è una giustificazione a tutto quello che è successo? Quanto pesano sulla bilancia il Bene e il Male che quegli occhi hanno visto? Valeva anche il sacrificio di quell’uomo qualunque che sognava, come tutti, di tornare a casa dove l’attendeva la moglie preoccupata? L’amara considerazione di fondo è che ogni soldato, da uno schieramento all’altro, è una pedina sulla scacchiera dove giocano altri, ogni soldato è un uomo qualunque che lì, in quell’inferno, non ci sarebbe mai andato di sua iniziativa.
Se Steven Spielberg è il regista adatto per un film del genere, Tom Hanks, attore prediletto dell’autore, è il perfetto prototipo dell’uomo qualunque per impersonare quel capitano: forse nessun interprete riesce a rendere in pratica così bene le intenzioni di Spielberg, in tutti i film in cui i due si sono incontrati. Ogni soldato di quel plotone ha ovviamente una sua storia personale e, durante il lungo tragitto percorso da loro, la sceneggiatura ci racconta un pezzo del loro carattere, della loro famiglia, del loro credo, delle reazioni nei vari frangenti: sequenza dopo sequenza veniamo a conoscerli tutti, con una decimazione che rappresenta in percentuale quello che succede nei grandi campi di battaglia, fino al ferimento letale del capitano. Bravi tutti, ma Tom Hanks domina dall’alto del suo carisma che egli sa sempre camuffare dietro quell’eterna aria di bravo ragazzo che incontriamo volentieri.

Riconoscimenti
Premio Oscar 1999:
Migliore regia
Migliore fotografia
Miglior montaggio
Miglior sonoro
Miglior montaggio sonoro
Candidatura miglior film
Candidatura miglior attore protagonista a Tom Hanks
Candidatura migliore sceneggiatura originale
Candidatura migliore scenografia
Candidatura miglior trucco
Candidatura miglior colonna sonora
Golden Globe 1999:
Miglior film drammatico
Migliore regia
Candidatura miglior attore in un film drammatico a Tom Hanks
Candidatura migliore sceneggiatura
Candidatura miglior colonna sonora










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