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La figlia del generale (1999)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 10 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

La figlia del generale

(The General’s Daughter) USA/Germania 1999 thriller 1h56’

 

Regia: Simon West

Soggetto: Nelson DeMille (romanzo)

Sceneggiatura: Christopher Bertolini, William Goldman

Fotografia: Peter Menzies Jr.

Montaggio: Glen Scantlebury

Musiche: Carter Burwell

Scenografia: J. Dennis Washington

Costumi: Erica Edell Phillips

 

John Travolta: serg. magg. Paul Brenner

Madeleine Stowe: Sara Sunhill

James Cromwell: generale Joseph Campbell

Timothy Hutton: colonnello William Kent

Leslie Stefanson: capitano Elizabeth Campbell

James Woods: colonnello Robert Moore

Boyd Kestner: capitano Jake Elby

Daniel von Bargen: sceriffo Yardley

Chris Snyder: vicesceriffo Wes Yardley

Clarence Williams III: colonnello George Fowler

Mark Boone Junior: sergente Dalbert Elkins

John Beasley: colonnello Donald Slesinger

Brad Beyer: capitano Bransford

John Benjamin Hickey: capitano Goodson

 

TRAMA: Quando la figlia di un noto e rispettato comandante viene uccisa, un detective sotto copertura viene convocato per indagare sulla questione e trova una sfilza di insabbiamenti a West Point.

 

VOTO 6



Paul Brenner, veterano della guerra del Vietnam e sottufficiale del CID che ora opera sotto il falso nome di Frank White come sergente maggiore dei Marines, viene incaricato dall’amico e colonnello William Kent di investigare su un traffico di armi nella base di Fort MacCallum in Georgia. Contemporaneamente, all’interno della base, viene scoperto il cadavere del capitano Elizabeth Campbell, docente di guerra psicologica e figlia del generale Joseph Campbell, prossimo alla pensione e in corsa per la carica di vicepresidente degli Stati Uniti.



Il corpo della ragazza, nudo e legato, fa pensare a uno stupro, e, in ragione di questo, Paul, al quale viene immediatamente affidata l’indagine, viene affiancato dalla collega e sua ex amante Sarah Sunhill, psicologa dell’esercito, specializzata in casi di violenza sessuale. I due, con la collaborazione di Kent, hanno 48 ore di tempo prima che l’FBI assuma il caso e l’attendente del generale, il colonnello Fowler, ordina loro di comunicargli il nome di qualunque persona intendano arrestare, prima di trasmetterlo all’autorità federale.



Il film diretto da Simon West (Con Air) è basato sul romanzo omonimo di Nelson DeMille ed è chiaramente un thriller poliziesco ambientato nella base militare, dove il capitano Elisabeth Campbell viene trovata uccisa, come detto, in circostanze raccapriccianti. L’indagine è quindi affidata a Paul Brenner, interpretato da John Travolta, e Sarah Sunhill, interpretata da Madeleine Stowe.



Dalla trama e dalle indagini esplodono i casi di potere, corruzione e violenza, con particolare attenzione alla condizione delle donne nell’esercito. L’autore del romanzo, un veterano del Vietnam, si era ispirato infatti alla rappresentazione dei militari durante la Guerra del Golfo del 1991, mettendo in discussione la presenza femminile nelle forze armate. Il film segue appunto l’indagine di Brenner e Sunhill, che cercano di scoprire la verità dietro l’omicidio, affrontando diversi sospetti e ostacoli lungo il percorso.



John Travolta offre un’interpretazione carismatica, contribuendo con fermezza e una presenza rassicurante, mentre il film mantiene un tono oscuro e inquietante. La sceneggiatura include dialoghi incisivi e battute intelligenti, ma il film è criticabile per la superficialità con cui sviluppa i personaggi e per la sua rappresentazione cruda della violenza. Alcuni aspetti narrativi, come scene di omicidio aggiunte per aumentare la tensione, sembrano costruiti più per shock che per approfondire la trama.



Oltre a Travolta e Stowe, il cast comprende attori come James Cromwell, James Woods, Timothy Hutton e Clarence Williams III. Il film combina elementi di dramma militare con una trama investigativa, ma non riesce sempre a bilanciare il mistero con la profondità dei suoi personaggi.



In ogni caso, il film è un thriller efficace nel coinvolgere il pubblico, ma penalizzato dalla sua enfasi su dettagli disturbanti più che su una narrazione ben strutturata.



 
 
 

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