Leoni per agnelli (2007)
- michemar

- 17 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 5 nov

Leoni per agnelli
(Lions for Lambs) USA 2007 dramma 1h32'
Regia: Robert Redford
Sceneggiatura: Matthew Michael Carnahan
Fotografia: Philippe Rousselot
Montaggio: Joe Hutshing
Musiche: Mark Isham
Scenografia: Jan Roelfs
Costumi: Mary Zophres
Robert Redford: prof. Stephen Malley
Meryl Streep: Janine Roth
Tom Cruise: sen. Jasper Irving
Peter Berg: ten. Col. Falco
Michael Peña: Ernest Rodriguez
Andrew Garfield: Todd Hayes
Derek Luke: Arian Finch
TRAMA: Ispirati dalle parole del dott. Stephen Malley, loro idealista professore di Scienze Politiche alla West Coast University, Arian e Ernest decidono di fare qualcosa di importante e significativo nelle loro vite: si arruolano quindi nell’esercito per unirsi ai combattimenti in Afghanistan. Mentre i due ragazzi devono sopravvivere sul campo di battaglia, il dott. Malley è alle prese con il senso di responsabilità per quanto avvenuto e con un altro suo studente, Todd, che nel suo distacco e nella sua apatia sembra essere l’opposto dei suoi colleghi partiti per la guerra. Nel frattempo a Washington un senatore che ambisce alla Casa Bianca è in procinto di fare rivelazioni bomba ad una giornalista, rivelazioni che potrebbero cambiare il destino di Arian ed Ernest, e di tutti i soldati americani impegnati in Afghanistan.
Voto 7

Sempre in prima linea l’artista e l’uomo Robert Redford: non si è mai tirato indietro. E se la sua espressione artistica è il cinema, è lì che porta il suo campo di battaglia civile. Autore di non molti film, non si è mai nascosto e ha parlato con Quiz Show, questo 'Leoni per agnelli', The Conspirator e con l’ultimo La regola del silenzio - The Company You Keep e ovviamente con questo film, per non parlare di quando, solo attore, ha dato il suo notevole contributo ne Il candidato, Come eravamo, I tre giorni del Condor e soprattutto, con l’amico Dustin Hoffman, nel clamoroso Tutti gli uomini del Presidente.

Ormai attempato, è sicuramente il divo più esposto del cinema americano di contestazione e il titolo che ha scelto ne è la dimostrazione: soldati di ogni razza che abitano gli Stati Uniti che si battono come leoni comandati da gente con abiti firmati seduta, anzi barricata dietro le scrivanie di lusso, con il coraggio di agnelli; eroi alle dipendenze di gente inetta e boriosa. L’impianto del film è di forma teatrale, molto “parlato”, ed è frutto di una profonda meditazione dopo la reazione degli USA ai terribili fatti dell’11 settembre. Mentre le alte sfere politiche discutono come fermare l’escalation araba nelle stanze ovattate dei bottoni, i soldati americani si ritrovano ancora in prima linea vedendo sfocare nel loro obiettivo la gioventù e i sogni che facevano da studenti.

Ormai attempato, è sicuramente il divo più esposto del cinema americano di contestazione e il titolo che ha scelto ne è la dimostrazione: soldati di ogni razza che abitano gli Stati Uniti che si battono come leoni comandati da gente con abiti firmati seduta, anzi barricata dietro le scrivanie di lusso, con il coraggio di agnelli; eroi alle dipendenze di gente inetta e boriosa. L’impianto del film è di forma teatrale, molto “parlato”, ed è frutto di una profonda meditazione dopo la reazione degli USA ai terribili fatti dell’11 settembre. Mentre le alte sfere politiche discutono come fermare l’escalation araba nelle stanze ovattate dei bottoni, i soldati americani si ritrovano ancora in prima linea vedendo sfocare nel loro obiettivo la gioventù e i sogni che facevano da studenti.


Redford si veste dei panni di un professore universitario, Stephen Malley, che rimane profondamente meravigliato quando due dei suoi studenti decidono di arruolarsi e partire subito per l’Afghanistan, diventando così pedine inconsapevoli della decisione del senatore Irving (un Tom Cruise mai visto in tale ruolo), un ambiguo politico che sta pensando più a rilanciare la sua carriera in difficoltà che alle conseguenze umane di tali propositi. L’intervista della giornalista Janine Roth (impeccabile Meryl Streep) al senatore è la colonna portante del film e diventa l’arma politica in mano al regista-attore: il faccia a faccia rivela tutte le contraddizioni dell’America di quei giorni e non solo. Film quindi di forte impegno, anche per l’attenzione dello spettatore, dove ogni parola, ogni frase è importante per capire il messaggio fin troppo chiaro di Robert Redford. Quello che dice il suo professore è la chiave di lettura del film: “Roma sta bruciando, e il problema non sono quelli che hanno appiccato il fuoco. Quelli sono irrecuperabili. Il problema siamo noi, tutti noi, che non facciamo niente, che manovriamo per restare ai margini delle fiamme.”
Onore, al coraggio civile di Robert Redford!






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