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Spy Game (2001)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 17 mar 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

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Spy Game

Germania/USA/Giappone/Francia 2001 spionaggio 2h6'


Regia: Tony Scott

Soggetto: Michael Frost Beckner

Sceneggiatura: Michael Frost Beckner, David Arata

Fotografia: Daniel Mindel

Montaggio: Christian Wagner

Musiche: Harry Gregson-Williams

Scenografia: Norris Spencer

Costumi: Louise Frogley


Robert Redford: Nathan Muir

Brad Pitt: Tom Bishop

Catherine McCormack: Elizabeth Hadley

David Hemmings: Harry Duncan

Stephen Dillane: Charles Harker

Marianne Jean-Baptiste: Gladys Jennip

Larry Bryggman: Troy Folger

Charlotte Rampling: Anna Cathcart


TRAMA: Il muro di Berlino è caduto da poco ma la guerra è ancora fredda. Soprattutto i cinesi non la prendono bene quando catturano una spia della Cia mentre libera una prigioniera inglese detenuta a Pechino. L'Intelligence americano, per evitare guai diplomatici, pensa di "scaricare" l'agente. Ma non ha fatto i conti con il veterano Nathan, che non si rassegna.


Voto 6,5

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Il gigante e il bambino, il maestro e l’allievo, l’esperta spia alle soglie del pensionamento e il giovanotto che bisogna tirar fuori dai guai. Quelli seri.

Nathan Muir è un agente operativo della CIA che è ormai giunto al termine della carriera e sogna di ritirarsi "in un posto caldo" da acquistare con i "risparmi di una vita", ma a sole 24 ore dell’addio al lavoro ecco l’imprevisto: Tom Bishop, un agente che Nathan ha reclutato 16 anni prima mentre era ancora un giovane soldato in Vietnam, si mette nei pasticci. È successo che Bishop ha cercato di far evadere da una prigione cinese una donna occidentale che vi è reclusa, senza riuscirci ma, ecco il guaio, venendo anche lui imprigionato e torturato.

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La notizia è arrivata dall’Agenzia stessa e i funzionari chiedono a Muir tutti i files in suo possesso per capire bene che gioco stia conducendo e a lui, che è sempre rimasto legato al collega, non resta che aiutarlo da lontano, perfino nascondendo qualche informazione. Per fare ciò, cerca di guadagnare tempo con lunghe riunioni e nel frattempo organizzando gli aiuti necessari con espedienti complicati. Dopo un inizio frenetico, il film si dipana più ragionato e Tony Scott mantiene la tensione mediante flashback di quando lavoravano assieme: quella sequenza d'apertura la vediamo prima dei titoli, prodromica all'intera e intensa storia che ne segue.

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È un tipico esempio del cinema che ha sempre fatto il regista, cioè un buon film di azione e tensione con intrighi classici da storie di spionaggio, con una coppia affascinante di protagonisti, in cui emerge il sorriso beffardo di Robert Redford che pare tornare sui passi del suo mitico Condor 25 anni dopo.

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L'atmosfera dona parecchio alla recitazione dell'attore, assoluto padrone del film, sempre a suo agio in questi ruoli, fino ad oscurare il bel giovane al suo fianco, Brad Pitt.

Tony Scott non era Ridley ovviamente e si nota sempre, ma la stoffa di famiglia c’è sempre e gli effetti ricadono benissimo sul film.

"Non conta come tu conduci il gioco, ma come il gioco conduce te."


 
 
 

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