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Magnolia (1999)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 14 mag 2022
  • Tempo di lettura: 9 min

Aggiornamento: 8 dic 2023


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Magnolia

USA 1999 dramma 3h8’


Regia: Paul Thomas Anderson

Sceneggiatura: Paul Thomas Anderson

Fotografia: Robert Elswit

Montaggio: Dylan Tichenor

Musiche: Jon Brion

Scenografia: William Arnold, Mark Bridges

Costumi: Mark Bridges


Jeremy Blackman: Stanley Spector

Tom Cruise: Frank T.J. Mackey

Melinda Dillon: Rose Gator

April Grace: Gwenovier

Luis Guzmán: Luis

Philip Baker Hall: Jimmy Gator

Thomas Jane: Jimmy da giovane

Philip Seymour Hoffman: Phil Parma

Ricky Jay: Burt Ramsey / voce narrante

William H. Macy: Donnie Smith

Alfred Molina: Solomon Solomon

Miguel Perèz: Avi Solomon

Julianne Moore: Linda Partridge

Michael Murphy: Alan Kligman

John C. Reilly: Jim Kurring

Jason Robards: Earl Partridge

Michael Bowen: Rick Spector

Melora Walters: Claudia Wilson Gator

Henry Gibson: Thurston Howell

Emmanuel Johnson: Dixon

Felicity Huffman: Cynthia

Danny Wells: Dick Jennings

Don McManus: dott. Landon

Cleo King: Marcie

Michael Shamus Wiles: cap. Muffy


TRAMA: Una giornata qualsiasi nella vita di nove persone. Linda Partridge che ha sposato Earl solo per interesse si accorge di amarlo proprio adesso che sta morendo. Nel frattempo, il suo infermiere, Phil Parma, per esaudire il suo ultimo desiderio si mette sulle tracce del figlio di Earl, Frank, guru del sesso. Il poliziotto Jim Kurring durante un normale servizio di pattugliamento conosce e si innamora della figlia tossicodipendente di un presentatore che ha appena scoperto di avere un tumore. Donnie Smith, ex bambino prodigio della televisione, scopre di avere un sacco d'amore da dare ma non sa a chi darlo. Rick morbosamente attaccato alla genialità del figlio, che non vuole essere considerato un bambino prodigio, è incapace di un solo gesto d'amore.


Voto 9

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Solitamente diciamo che è una coincidenza, è un caso, una fatalità. Ci piace pensare che il destino sia fatto di tante, solo apparentemente, sovrapposizioni dei momenti della vita delle persone: gente che fa una cosa mentre un’altra persona passa, telefona, si uccide… e così via. Forse ci si innamora anche per caso: se non incroci la persona che diventerà tuo congiunto non te la sposerai mai, per esempio. L’inizio del meraviglioso film di Paul Thomas Anderson dà una divertente/macabra versione di tutto ciò, basta ascoltare la voce narrante che ci svela i particolari incredibili di alcune vicende di cronaca.

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Un vecchio filmato d’epoca mostra l’esecuzione della pena capitale, per impiccagione, avvenuta il 26 novembre 1911, di tre assassini che avevano rapinato un farmacista nel quartiere di Greenberry Hill a Londra e lo avevano ucciso. I loro nomi erano Joseph Green, Stanley Berry e Daniel Hill: Green+Berry+Hill, come il quartiere. Una pura fatalità!

Durante un grosso incendio nei boschi di Reno, in Nevada, nel giugno 1983, un canadair raccolse l’acqua dal vicino lago “pescando” anche un sommozzatore che praticava il suo hobby e uccidendolo, trovato poi cadavere in cima ad un alto abete del bosco: egli era un croupier di un casinò della città e il giorno seguente, dopo la disgrazia, il pilota dell’aereo, sconvolto, si suicidò. Secondo il coroner, il sub era morto per attacco cardiaco a metà strada tra il lago e l’albero, ma la cosa curiosa fu che due giorni prima il pilota era seduto proprio al tavolo di blackjack di quel croupier, serata finita male per un’aggressione del cliente sul dipendente. Pura fatalità!

Nel 1961, al pranzo di gala dell’Associazione di Scienze Forensi, il presidente raccontò una strana storia. Un 17enne il 23 marzo 1958 aveva deciso di suicidarsi lanciandosi dal terrazzo del condominio posto al nono piano ma il caso divenne quello di omicidio: la volontà di suicidio era confermata da un biglietto trovato nella tasca del giovane, ma 4 piani più sotto una coppia di anziani stava litigando violentemente (come spesso succedeva) e la donna minacciava il marito con un fucile che era stato sempre scarico ma quel giorno esplose un colpo, che mancò l’uomo e, uscendo dalla finestra, colpì esattamente il corpo dell’aspirante suicida, che solo così poté morire, in quanto planò su una rete di protezione dei lavavetri al secondo piano che gli avrebbe sicuramente salvato la vita. Ma chi aveva mai caricato il fucile che era sempre stato scarico? Era stato proprio il giovane Sidney, che era addirittura il figlio della coppia, stufo di vedere i genitori litigare e che aveva caricato l’arma con la speranza che finalmente si risolvesse la situazione. Non è solo qualcosa che è successo, non è solo uno scherzo del caso, son cose che succedono spesso.

Quante cose accadono con coincidenze strane?

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Questo è il cosiddetto “prologo” e, quindi, solo adesso può davvero iniziare la trama del film di P.T.A., quando in TV sta passando il programma dell’imbonitore Frank T.J. Mackey, “sovrano della fica e creatore del programma ‘Seduci e Distruggi’”, capace di insegnare a “conquistare bionde mozzafiato pronte a benedire il vostro letto con i loro caldi umori. La parola chiave è ‘linguaggio’. Il linguaggio ci aprirà le porte della mente femminile e ci permetterà di penetrare nelle loro speranze, desideri, paure, Aspettative e nelle loro profumate mutandine. Trasformerete la vostra buona amica in una schiava affamata del sesso. ‘Seduci e Distruggi’ non vi farò rimpiangere il denaro speso e vi farà finalmente assaggiare le delizie della vita”.

Dopo di che comincia la cornucopia degli innumerevoli personaggi che popolano il film con storie incrociate e tremendamente connesse, di carattere vario e tutte diverse, ognuno con problemi esistenziali e di sopravvivenza di varia natura.

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PTA non segue per nulla una narrazione lineare soprattutto perché il regista passa continuamente dalla vita di un personaggio a quella di un altro, senza pausa, con ritmo infernale, spingendo lo spettatore a seguire tutti con la medesima attenzione. Perché noi lo sappiamo, lo abbiamo capito: prima o poi le strade, almeno di alcuni di questi, si incroceranno. Inevitabilmente, perlomeno per la casualità e per le coincidenze della vita così come mostrato nello spiazzante e divertente prologo. E poi, ma quanti personaggi importanti! Tutti in primo piano, non ce n’è uno che prevale, al massimo si discende dai due patriarchi ormai in fin di vita per via di una malattia in stato terminale.

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Earl Partridge, vecchio magnate del mondo dello spettacolo, malato terminale di cancro ai polmoni e al cervello, è il marito di Linda. Scoprirà di aver buttato tutto ciò che di buono aveva: il figlio e la prima moglie. Come ultimo desiderio esprimerà di poter rivedere il figlio Frank.

Jimmy Gator, conduttore di What Do Kids Know?, scopre di avere 2 mesi di vita a causa di un tumore alle ossa. Negli ultimi giorni della sua vita confesserà alla moglie di averla tradita e di aver probabilmente molestato la figlia, pur non ricordando bene il fatto. Distrutto dal senso di colpa tenterà il suicidio, senza riuscirci a causa di un'accidentale deviazione di una rana durante la pioggia delle rane alla fine del film.

Frank T.J. Mackey, autore di “Seduci e distruggi”, programma in cui Mackey insegna a uomini normali come rimorchiare bionde mozzafiato; la sua mentalità è corrotta e cova un profondo odio verso il vecchio padre morente.

Linda Partridge, moglie di Earl Partridge, vive l'agonia del marito nella depressione per i dispiaceri procuratigli, vuole che il testamento le tolga i soldi che le spettano perché devastata dal senso di colpa per aver tradito suo marito svariate volte e scopre di amare l'uomo solo in punto di morte.

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"Quiz Kid" Donnie Smith, vecchio concorrente di “What do Kids Know?, grazie al quale guadagnò ingenti somme di denaro, si ritrova adesso senza lavoro ed è in procinto di mettersi l'apparecchio per i denti per far colpo su un atletico barista di un pub, segno inequivocabile della sua crisi d'identità, specialmente di ammettere finalmente la sua omosessualità.

Stanley Spector è il concorrente bambino a What Do Kids Know?, al quale partecipa solo perché costretto dal padre, che punta a guadagnare più denaro possibile grazie al figlio. Capirà il senso di solitudine che lo circonda e si metterà in gioco per dimostrare di essere capace di sapere cosa vuole.

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Phil Parma, infermiere di Earl Partridge: la sua bontà d'animo e la sua facile manipolabilità lo cacceranno in situazioni alquanto imbarazzanti. È sicuramente il personaggio più buono e dai migliori sentimenti.

Claudia Wilson Gator è la figlia del noto conduttore del quiz televisivo, con cui ha un rapporto turbolento. Lei non lascia che egli le si avvicini perché ricorda di essere stata molestata. Sniffa grandi quantità di cocaina, l'insicurezza è ciò che più colpisce di lei, l'incontro con il poliziotto Jim Kurring le farà riscoprire il senso della vita, anche se inizialmente non vorrà più vederlo per timore di essere odiata dallo stesso.

Jim Kurring è un poliziotto divorziato che passa le giornate lavorative con quel senso di perenne incompiuto che lo tormenta. L'incontro con Claudia gli farà riscoprire il sapore della vita. Alla fine del film aiuta Donnie Smith durante la pioggia di rane.

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Una miscellanea di persone che alla fine del film conosciamo a menadito, alla perfezione, in ogni minimo particolare del loro carattere, merito assoluto di una scrittura impareggiabile dello stesso PTA. Drammi esistenziali che affliggono tutti i personaggi, forse anche i secondari, ma che nonostante tutto aprono a speranze di una vita migliore proprio a causa delle loro vicissitudini, fonte di insegnamento e di esperienza vissuta. È un dramma corale orchestrato con grandissima mano da uno dei più talentuosi registi che siano in circolazione, allievo di Robert Altman da cui ha imparato ad amministrare tanti personaggi alla stregua dei grandi maestri del cinema. Non c’è un film che abbia sbagliato, toccando le vette con questo ma soprattutto con Il petroliere e Il filo nascosto, anche se è difficile fare una netta graduatoria delle sue opere migliori: puro cinema fatto di arte e di una profonda conoscenza e scrittura dell’animo umano.

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Questi numerosi personaggi sono intrisi di domande preconfezionate e di risposte pronte, ma costantemente a secco di verità: sono divi o ex divi dei quiz televisivi, guru del machismo a buon mercato, mogli-trofeo, padri impostori. “Cosa sanno i bambini?” è il titolo dello show dove Stanley, a un certo punto, decide di smettere di dare risposte esatte e pretende qualcosa di più. È la fine del millennio (siamo appunto nel 1999) e il cinema è saturo di domande e risposte, e il coro altmaniano di PTA intona le parole di Aimee Mann con ‘Wise Up’ (metti giudizio), che tutti i personaggi cantano all’unisono in ambienti diversi, ma contemporaneamente, come un inno a migliorarsi: “Non finirà, finché non metti giudizio”. Fin quando la Natura non decide di scatenare una pioggia di rane, belle grosse, che piovono sulle auto, sulla testa, riempiendo le strade che diventano un tappeto scivoloso e pericoloso.

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L’affresco di PTA nasce e cresce in un circolo vizioso di momenti spiazzanti dall’alto tasso emotivo, presentando un ensemble di personaggi negativi, sconvolti, frustrati, maltrattati, che cercano di venirne fuori, in un mondo che se ne frega e dove tutto è disegnato con feroce superficialità sulla pelle di ognuno. Di loro non dobbiamo scoprire nulla che già pensiamo di sapere e la loro esistenza si spalma su tre ore filate. Senza interruzione li vediamo giungere sul ciglio del vuoto interiore. Chi cerca il perdono, chi cerca di perdonare, chi cerca di amare e chi invece di essere amato, chi ha fallito e chi tenta di entrare nel mondo adulto conoscendo il reale valore dei bambini: “Non è pericoloso confondere i bambini con gli angeli”. Ma soprattutto “Possiamo chiudere col passato ma il passato non chiude mai con noi”. E lo dimostra l’intervista che Frank T.J. Mackey concede alla giornalista che prima lo tratta gentilmente e poi lo fa cadere nel tranello del suo passato e lì, colpito duramente nell’intimo, resta pietrificato e interrompe irritato l’incontro. Ma è anche il momento in cui decide di andare finalmente al capezzale del padre ormai morente, dove piange amare lacrime.

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Gli attori non sono bravi, sono straordinari come raramente è capitato e capiterà nella loro carriera, nessuno escluso. Sono i beniamini del pubblico di tutto il mondo ma come si esprimono in questa occasione e i ruoli impegnativi che PTA ha fornito loro forse non capiterà mai più, persino a giganti della portata di Philip Seymour Hoffman (ah, quanto manca!) che qui, in un personaggio che entra timidamente in scena e se ne impadronisce da par suo, dà una piccola dimostrazione di quanta virtù recitativa possedesse. Ma sono tutti davvero bravi: Julianne Moore nella farmacia è da antologia, William H. Macy è formidabile, John C. Reilly è più tenero che mai, come d’altronde Melora Walters. E se Jason Robards e Philip Baker Hall sono grandissimi, chi stupisce più di tutti – attenzione, attenzione – è Tom Cruise. Come si vede in questo film non lo si vedrà mai più, mai più: è davvero la sua più grande esibizione di attore vero, cosa che ripeterà, ma in tono diverso e meno impegnativo, al servizio di Stanley Kubrick, ma qui è una rivelazione assoluta, altro che il Maverick che tutti vogliono. Qui è un attore vero. Applausi, anche se il super machista, maschilista, antifemminile personaggio che predica come usare le donne darà un po’ fastidio, ma è proprio quando sei convincente che stai recitando bene.

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Ed infine, come si fa a non far cenno del commento musicale? Impossibile, perché è sempre portante ed importante per questo regista, in tutte le sue opere: tra i tanti brani moderni spiccano, oltre a quello già citato di Aimee Mann, due dei Supertramp (The Logical Song, Goodbye Stranger) ma è tutta la musica di Jon Brion che domina l’intero film, fino a farla diventare emotivamente partecipativa, come quasi una coprotagonista, molto ben presente ma mai invasiva, anzi molto coinvolgente come parte integrante dell’opera.

Un capolavoro assoluto, un film in cui il grandissimo Paul Thomas Anderson aveva solo 29 anni al momento dell’uscita nelle sale, solo un saggio delle sue enormi possibilità, un film che è un fiore della storia del cinema, i cui petali sono i tanti personaggi ce lo profumano.

Un film d’autore e di attori, che però devono tutto all’autore.

(Un peccato vederlo con il doppiaggio)


Annotazione sul titolo.

Magnolia Blvd. è una strada della San Fernando Valley dove si svolge il film.

La parola è di 8 lettere e contiene 2 “a”, all’8° e al 2° posto: difatti, il numero 82 appare diverse volte sullo schermo, come nel caso della terrazza da cui, nel prologo, si affaccia l’aspirante suicida, ed è riferito al passo di Esodo 8:2: “Aronne stese la mano sui corsi d'acqua, e una quantità enorme di rane ricoprì tutto l’Egitto”.

La mattina del 28 giugno 1957, piccoli pesci, rane e gamberi caddero a migliaia durante un temporale al Magnolia Terminal vicino a Thomasville, in Alabama, a causa di un tornado.


 
 
 

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